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Expo di Shanghai: Cina ed Ue intensificano i rapporti doganali

L’incontro internazionale che si sta attualmente svolgendo a Shanghai, in Cina, fa parte integrante dell’Esposizione Universale che sta caratterizzando la più popolosa città dell’ex Impero Celeste: al centro dei dibattiti, tra le altre questioni, sono stati inseriti argomenti di stretta attualità riguardanti gli scambi commerciali e gli aspetti fiscali ad essi collegati. L’intento principale dei negoziati è proprio quello di intensificare questi flussi, in modo da offrire una adeguata protezione ai cittadini; in particolare, la conferenza in questione si sta soffermando sui rapporti che contraddistinguono la stessa Cina e l’Unione Europea, beneficiando, tra l’altro, della presenza di Algirdas Semeta, commissario europeo per la Fiscalità e l’Unione Doganale. C’è subito da precisare che il rispetto delle norme delle dogane viene considerato fondamentale per quel che concerne la sicurezza degli scambi commerciali, garantendo in tal modo la libera circolazione delle merci tra i vari partner.


Le due parti coinvolte sanno perfettamente che dipende proprio da loro il successo del meeting: il mercato del Vecchio Continente è, in effetti, lo sbocco di riferimento dei prodotti provenienti dalla nazione asiatica, dunque si tratta di scambi di ingente quantità e di primaria importanza. La cooperazione doganale è stata fin qui assicurata da due progetti, Smart e Sstl (acronimo che indica le Secure Trade Lanes); ora si pensa di allargare questo programma a molti altri paesi, tra cui Francia, Germania, Belgio e anche l’Italia.

Inoltre, le strategie di collaborazione si riferiscono ai reati correlati allo scambio commerciale, in primis la contraffazione e la pirateria delle merci: il mercato nero comprende il commercio illegale di sigarette e molto altro, un fenomeno che arreca all’Ue un danno evidente, vale a dire una perdita ogni anno di ben dieci miliardi di euro per quel che concerne l’evasione fiscale delle imposte. Il patto di assistenza reciproca, in tal senso, resiste da oltre sei anni, ma un suo rafforzamento è necessario per consentire alle autorità doganali cinesi di contrastare efficacemente questi elementi nocivi.