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I discutibili accordi dell’Austria con i paradisi fiscali

In Austria si sta discutendo, e non poco, di argomenti tributari. Nello specifico, il paese in questione deve fare i conti con gli accordi separati che ha stretto e concluso con diversi paradisi fiscali: queste intese relative alle informazioni bancarie non piacciono all’Unione Europea, in quanto vengono considerate rischiose per la lotta comunitaria all’evasione. Per quale motivo esiste una simile avversione nei confronti della politica fiscale in questione? Anzitutto, il governo di Vienna è stato richiamato in via ufficiale per aver assunto un comportamento ritenuto sleale, tanto è vero che potrebbe diventare una realtà concreta la procedura di infrazione da parte della Commissione Europea.

Una delle ultime intese risale a pochi giorni e ha visto coinvolto il vicino Principato del Liechtenstein, celebre soprattutto per essere un gettonato centro offshore. Ebbene, il protocollo sottoscritto con il governo di Vaduz è servito a recuperare le imposte relative ai fondi depositati dai cittadini austriaci senza che vi fosse alcuna violazione del segreto bancario. Insomma, è stato ricalcato fedelmente il modello dell’intesa siglata con la Svizzera nel corso del 2012, ma queste negoziazioni non piacciono affatto a Bruxelles.

In particolare, c’è stata la dura presa di posizione da parte di Algirdas Semeta, il commissario che è responsabile proprio per la lotta all’evasione fiscale: a suo dire, l’Austria e il Lussemburgo potrebbero essere denunciati, dato che stanno ostacolando tutti gli sforzi profusi dall’Ue per arrivare a regole comuni sull’evasione che possano coinvolgere tutti e ventisette gli stati membri. Tra l’altro, il periodo economico è difficile e questo contrasto non può che assumere una valenza determinante. Lo stesso Semeta ha poi parlato di un atteggiamento inaccettabile a livello politico quando si attirano e invitano gli stranieri che hanno intenzione di pagare il minor numero possibile di tasse e imposte. I richiami sono già diversi, ora bisognerà vedere quali sono le reali intenzioni dell’esecutivo austriaco e le misure che adotterà in futuro.