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Paradisi fiscali e giurisdizioni sempre più rivolti alla Cina

La conformazione dei paradisi fiscali e le loro caratteristiche principali sono mutate profondamente negli ultimi tempi e non solo come il risultato della lotta tenace intrapresa dall’Ocse per ridimensionare il fenomeno: gran parte di quei paesi che applicano una tassazione agevolata e molte giurisdizioni offshore, infatti, si stanno rivolgendo sempre di più al governo di Pechino. Che cosa trovano di così appetibile tali paradisi nella Cina? Secondo moltissimi analisti, sta diventando una prassi ordinaria, persino per i consiglieri della Fed: l’intento è quello di rincorrere letteralmente il mercato dei capitali dell’ex Impero Celeste. Il paese più convinto in questo senso è sicuramente la Svizzera. La Confederazione elvetica, in effetti, ha delineato una serie di fondamentali incontri dal punto di vista tributario, in modo da sistemare nella maniera migliore bilanci e capitali appunto.


Una delle attese maggiori riguarda la sottoscrizione di una intesa di libero scambio, un accordo volto a offrire deroghe per diversi dazi, tariffe e imposte, in particolare quelle che sono applicate sui beni e i servizi che rappresentano oggetto di scambio tra le due nazioni. La ricerca delle occasioni giuste per investire è appena cominciata. Alcuni dati economici testimoniano la reale portata del fenomeno in questione. Le esportazioni svizzere sono vicine ai quattro miliardi di euro, una cifra di gran lunga superiore alle importazioni asiatiche; la bilancia commerciale della confederazione è quindi improntata nettamente ai segni positivi, se si vuole effettuare un confronto serrato con la Cina stessa. Che cosa ci si attende dall’accordo?

Le entrate del Fisco cinese, in particolare, potrebbero beneficiare delle somme provenienti dal sistema creditizio della Svizzera, altro che tesoretto! Bisogna sottolineare, in conclusione, che l’Internal Revenue Service (Irs), il Fisco statunitense, vigilerà con estrema attenzione i flussi di capitale che avranno accesso in Cina: in questo senso, sono imminenti le strategiche aperture delle sedi di Pechino, Panama City e Sydney.