Le commissioni tributarie del nostro paese potranno beneficiare, a partire da quest’anno, di una fondamentale novità di supporto: si tratta, nello specifico, della creazione dell’albo dei consulenti tecnici, una innovazione che comincerà a produrre i propri effetti già da questo mese, anche se vi sarà tempo fino a settembre per chiarire quali sono i criteri e i requisiti precisi per far parte e iscriversi a tale elenco, un compito che è stato affidato al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Ovviamente, il nuovo albo non verrà lasciato crescere da solo, visto che gli ordini professionali direttamente interessati non faranno mancare la loro collaborazione e il loro sostegno: l’obiettivo principale, pertanto, sarà quello di garantire trasparenza ed efficienza per quel concerne l’assegnazione degli incarichi e delle varie attività da svolgere. L’albo affiancherà ogni commissione regionale presente nel nostro paese.
Redazione
Entrate: i fanghi agricoli costituiscono due diversi redditi
Una delle fasi più tipiche dell’agricoltura è senza dubbio quella dell’utilizzo dei fanghi, sfruttati soprattutto per le loro proprietà depurative del terreno: è proprio questa caratteristica del prodotto in questione che lo contraddistingue in relazione al suo trattamento fiscale. I fanghi, infatti, consentono di incrementare la fertilità, ma non sono una vera fase della coltivazione, ragione per la quale i compensi che vengono versati da chi possiede il fondo non finiscono nel reddito agrario, ma in due redditi distinti, vale a dire quelli diversi e quelli d’impresa. La conclusione appena elencata è stata resa nota dall’Agenzia delle Entrate mediante la pubblicazione della risoluzione 74/E che risale appunto alla giornata di ieri. Come mai la nostra amministrazione finanziaria ha voluto decidere in questa direzione? I fanghi devono comunque essere smaltiti, vista la loro nocività, ma usati nel modo corretto permettono di beneficiare anche dei loro vantaggi.
Gran Bretagna: aumento fiscale per chi non risparmia energia
Da ora in poi, nelle abitazioni britanniche si comincerà a fare sul serio: gli sprechi di energia non saranno più tollerati, anzi, i proprietari meno virtuosi in questo senso saranno costretti a versare al Fisco tasse più alte. L’incremento tributario non è certo indifferente, visto che sono previste migliaia di sterline in aggiunta alle somme normali per quegli immobili che non risulteranno isolati in modo adeguato. Il risparmio energetico viene dunque visto come una priorità dal governo di Londra, anche se bisogna sottolineare che il ravvedimento sarà sempre possibile; in effetti, il denaro pagato per queste multe potrà essere agevolmente recuperato nel caso di miglioramenti apportati all’edificio. Si sta proprio pensando a tutto per realizzare questa iniziativa, visto che uno specifico programma consentirà di verificare quali sono le zone della casa dove si disperde la maggior quantità di calore, in modo da intervenire prontamente.
Quadro RU: la mancata compilazione non pregiudica il credito
Il credito d’imposta è un diritto che spetta al contribuente che ha provveduto a compilare la propria dichiarazione dei redditi: questo stesso diritto, inoltre, non può venir meno attraverso un giudizio del Fisco quando si siano verificati degli errori di tipo materiale, in particolare quelli relativi al quadro RU. Questa affermazione deriva dall’ultima pronuncia della Commissione Tributaria Regionale del Lazio, la quale ha espressamente sentenziato un caso che vedeva coinvolta una cartella di pagamento ritenuta indebita da parte della Provincia di Roma. La contestazione principale che era stata posta in essere da parte della medesima Agenzia delle Entrate riguardava l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta, il quale spetta ai fini dell’assunzione dei dipendenti, ma nel caso di specie esso non era stato adeguatamente comunicato nel Modello Unico. La tesi che non ha convinto la Commissione Tributaria è stata quella di considerare la mancata compilazione come un errore sostanziale e non formale; proprio per questo specifico motivo, quindi, è stato ritenuto che la deduzione del credito da parte del contribuente non poteva essere resa vana da un comportamento di tale tipo.
Il Fisco irlandese riduce il rischio sul transfer pricing
Risale ormai a più di un mese e mezzo fa l’introduzione in Irlanda di una innovativa guida fiscale, volta in particolare a regolare le tematiche legate al cosiddetto transfer pricing: in effetti, le Entrate della nazione britannica hanno introdotto alcune fondamentali novità in questo senso, cercando di venire incontro nella maggior misura possibile ai contribuenti. La legge che ha portato al nuovo regime di transfer pricing, vale a dire il Finance Bill 2010, prevede che le imprese sono tenute a disciplinare e documentare i prezzi di trasferimento che sono stati adottati nel corso delle loro specifiche attività e, inoltre, la lacuna relativa alla forma e ai requisiti da rispetto in tal senso è stata colmata proprio dalla nota in questione.
Ciat: a ottobre si discuterà dei modelli per un fisco più efficiente
C’è grande attesa per la conferenza del prossimo mese di ottobre organizzata dal Ciat: il Centro Interamericano delle Amministrazioni Tributarie ha infatti deciso di riunire a Parigi tutti i propri membri dal 18 al 21 ottobre prossimi, in modo da discutere in maniera approfondita e minuziosa di tematiche tributarie, in particolare dei miglioramenti da apportare all’amministrazione fiscale per ottenere servizi più efficienti e dei nuovi modelli organizzativi da utilizzare. È ovvio che il Fisco francese fornirà un supporto più che valido in questo senso. Dopo l’edizione del 2009 tenutasi a Napoli, l’evento di quest’anno vedrà invece le importanti partecipazioni dei diversi rappresentanti delle nazioni appartenenti all’organizzazione in questione, ma non mancheranno nemmeno gli esponenti della Commissione Europea, dell’Ocse e di tutte quelle organizzazioni che operano a livello internazionale e che sono interessate alle tematiche fiscali. Di cosa si dibatterà con esattezza?
Cartelle di pagamento: sono nulle se manca la motivazione
La sentenza 8071 che la Corte di Cassazione ha provveduto a pubblicare di recente ha messo in luce dei fondamentali chiarimenti per quel che concerne il trattamento fiscale delle cartelle di pagamento esattoriale; in particolare, la suprema Corte è intervenuta per disciplinare in modo adeguato un ricorso che era stato presentato da un contribuente, dato che a quest’ultimo era stata applicata una determinata sanzione pecuniaria, ma senza specifiche motivazioni a supporto. Bisogna in effetti ricordare che quando si parla delle cartelle di pagamento in ambito tributario, è necessario un obbligo di motivazione, soprattutto quando, così come è accaduto nella fattispecie giudicata in tal caso, il soggetto che è tenuto a effettuare il versamento non è a conoscenza delle ragioni dell’irrogazione stessa.
Malta è più vicina all’intesa fiscale con Uruguay e Cina
Malta, e in modo speciale il governo de La Valletta, è molto impegnata in questi ultimi giorni nel perfezionamento di alcune intese di rilevante interesse fiscale e tributario: è noto, infatti, come la piccola isola europea del Mediterraneo sia stata spesso considerata e scelta come uno dei principali paradisi fiscali a livello internazionale, tanto che l’Ocse l’ha inserita direttamente nella cosiddetta “lista nera”, l’elenco di nazioni con una fiscalità di tipo agevolato. Ma gli ultimi impegni maltesi fanno capire che la direzione intrapresa è quella del ravvedimento. In particolare, l’esecutivo in questione ha fatto sapere di aver portato a conclusione delle importanti trattative con la Cina per quel che concerne le doppie imposizioni: si è trattato, in tal senso, di un testo che è stato redatto e negoziato prendendo spunto dalle norme internazionali, soprattutto il modello stilato dall’Ocse in riferimento alla convenzione fiscale sul reddito e sul patrimonio. Occorre comunque precisare che l’accordo è piuttosto innovativo, visto che andrà a sostituire in maniera totale il precedente riferimento, ormai vecchio di diciassette anni.
Il Belgio punta sul fisco per la sua presidenza di turno dell’Ue
Il mese di luglio dell’Unione Europea è cominciato con la presidenza belga in seno al Consiglio, come normale avvicendamento dopo il turno della Spagna: se le intenzioni iberiche erano soprattutto quelle di applicare il trattato di Lisbona, dal governo di Bruxelles giungono invece indicazioni che parlano della tassazione oltre la crisi economica e della riforma della governance come priorità assolute. Dunque, ci si è spostati in modo piuttosto netto sul versante fiscale e tributario. Quali questione intende affrontare maggiormente il Belgio? Anzitutto, le sfide principali riguardano i modi per migliorare i prelievi sui redditi da risparmio nel territorio dell’Unione, le intese tra stati membri e nazioni terze in riferimento allo scambio di informazioni rilevanti e il codice di condotta nel settore della tassazione imprenditoriale, con un occhio di riguardo per quel che concerne la trasparenza fiscale e il cosiddetto transfer pricing.
Irap sugli incentivi: la Corte dei Conti dice no
L’ultima pronuncia della Corte dei Conti, l’organo statale che svolge compiti di carattere prevalentemente giurisdizionale e amministrativo, è riuscita nell’intento di risolvere un importante quesito di rilevanza fiscale: in effetti, le Sezioni Unite si sono occupate del trattamento tributario dell’Irap in relazione ai cosiddetti compensi incentivanti, vale a dire quelli che le amministrazioni pubbliche sono solite erogare nei confronti di soggetti come avvocati e professionisti. La risposta della Corte è stata negativa ed ha posto fine a una disputa di lungo corso. Fino a questo momento non si era riusciti a trovare nessun tipo di compromesso, anche perché due tesi hanno contraddistinto da sempre la questione: una prima linea di pensiero può essere definita come “restrittiva”, visto che l’imposta regionale veniva ritenuta una sorta di onere riflesso, un insieme di elementi finanziari e previdenziali volti a ridurre in modo drastico il compenso del dipendente (l’obiettivo principale era quello di scongiurare un doppio esborso).
Portogallo e Guernsey concordi sullo scambio di dati fiscali
Quando si parla di Guernsey, non si può fare a meno di pensare alla piccola isola del Canale della Manica, dipendente in modo diretto dal Regno Unito, ma soprattutto a uno dei territori con il regime fiscale più leggero, visto che proprio qui l’Iva e le imposte sul capital gain non sono previste, una vera manna per gli evasori fiscali: è per questo specifico motivo che la stessa isola britannica e il Portogallo hanno deciso di sottoscrivere un importante accordo che prevede un intenso scambio di informazioni finanziarie e tributarie, prendendo come punto di riferimento i risvolti penali, civili e fiscali dell’evasione. L’annuncio è giunto direttamente dal governo del Baliaggio di Guernsey e consente a quest’ultimo di incrementare le intese poste in essere in questo senso. In effetti, si tratta di ben sedici convenzioni simili, le quali hanno riguardato nazioni come l’Australia, la Danimarca, gli Stati Uniti, le Isole Faroer e la Francia, solo per citare alcuni nomi.
L’Ecofin dà il via libera alla fatturazione elettronica dell’Iva
L’ultima riunione dell’Ecofin (con questa sigla si intende il Consiglio di Economia e Finanza che raggruppa i ministri di tale settore dei ventisette stati membri dell’Unione Europea) ha previsto delle novità rilevanti anche nell’ambito della lotta all’evasione fiscale a livello internazionale: per essere più precisi, l’Ue è concorde nel ricercare degli appositi strumenti che siano i più efficaci possibili in questo senso. Che cosa è stato deciso allora? Uno dei punti più interessanti relativi a questa discussione si riferisce alla fatturazione mediante la modalità elettronica dell’Imposta sul Valore Aggiunto, un meccanismo da applicare ovviamente a livello europeo. Bruxelles ha dunque assistito all’adozione, da parte dei titolari dei vari dicasteri economici (tra cui Giulio Tremonti in rappresentanza dell’Italia), di una direttiva molto dettagliata sull’argomento, la quale andrà a disciplinare tutti gli obblighi relativi a questa fatturazione tributaria.
“Il Fisco mette le ruote” giunge nella romagnola Val Marecchia
La Val Marecchia è una delle zone verdi più importanti del nostro paese e appartiene, per la sua quasi totalità, al territorio dell’Emilia Romagna: i principali comuni che si trovano qui sono Verucchio, Santarcangelo di Romagna e Rimini. Ed è proprio nella valle romagnola che l’Agenzia delle Entrate ha deciso di fissare una nuova tappa dell’iniziativa “Il Fisco mette le ruote”, con il consueto camper mobile della nostra amministrazione finanziaria. La sede prescelta in questo senso è proprio la città di Santarcangelo di Romagna, in cui il front office dell’Agenzia verrà messo a disposizione fino a domani per ben sette ore e mezza consecutive (per la precisione, l’orario di apertura va dalle 9:30 fino alle 17). Tra l’altro, l’evento è stato presentato e spiegato in tutte le sue caratteristiche presso la sede della Direzione Provinciale di Rimini, alla presenza dei principali esponenti delle Entrate romagnole.
Isole Vergini pronte a dichiarare l’offshore agli Stati Uniti
Gli Stati Uniti possono disporre, a partire da quest’anno, di un nuovo e funzionale modello fiscale volto a disciplinare il comparto offshore: il funzionamento è piuttosto semplice, visto che sarà compito specifico della Federal Reserve richiedere tutte le informazioni del caso, relative alle banche e alle aziende delle Isole Vergini Britanniche, le quali saranno poi chiamate a rispondere immediatamente con analisi e dati. “Offshore on demand”, questo è il nome del documento in questione, dovrebbe evitare le lunghe attese che ci sono solitamente in queste ipotesi, ma, soprattutto, eliminerà anche il requisito della riservatezza e della privacy. L’intesa tra i due stati è stata raggiunta proprio pochi giorni fa, con le autorità americane del sistema finanziario e gli operatori del piccolo paradiso fiscale a svolgere un ruolo primario in questo senso. Le compagnie estere che saranno interessate da questa novità tributaria potrebbero anche raggiungere il mezzo milione.