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Agevolazioni fiscali per le reti d’impresa

Sono al debutto, a partire dal prossimo mese di maggio 2011, gli sgravi fiscali per le imprese che “fanno squadra”, ovverosia per le reti d’impresa. A darne notizia in data odierna, giovedì 14 aprile 2011, è stata l’Agenzia delle Entrate nel ricordare come l’agevolazione sia stata introdotta con il Decreto Legge numero 78 del 2010, in corrispondenza dell’articolo 42. Al riguardo l’Amministrazione finanziaria dello stato ha emanato un’apposita Circolare, la numero 15/E, grazie alla quale l’Agenzia delle Entrate fornisce proprio alle imprese in Rete, che vogliono fruire dell’agevolazione, i primi chiarimenti su come fare. Inoltre, attraverso due distinti provvedimenti firmati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, diventano operativi sia i modelli che devono essere compilati, sia i tempi e le modalità per poter accedere all’agevolazione che, nello specifico, deve avvenire con trasmissione telematica attraverso l’utilizzo di “AgevolazioneReti“, un apposito software che l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione sul proprio sito Internet a partire dal 20 aprile 2011.

Una seconda comunicazione, all’Agenzia delle Entrate, non deve essere inviata dalle imprese in Rete, bensì dalle Confederazioni di rappresentanza datoriale che, essendo rappresentative a livello nazionale, andranno a confermare l’idoneità di quelle imprese che hanno aderito a quell’apposito programma di rete. A chiudere il cerchio c’è poi una terza comunicazione, da inviare via Fisconline, o attraverso il canale Entratel, entro il mese di aprile dell’anno successivo a quello in cui c’è stata l’avvenuta asseverazione.

In accordo con una nota ufficiale emessa in data odierna dall’Agenzia delle Entrate, la posta in gioco per le Reti di impresa, sotto forma di agevolazioni fiscali, è pari complessivamente a 48 milioni di euro, di cui 20 milioni di euro a valere sul corrente anno, quello d’esordio, e poi 14 milioni di euro sia nell’anno 2012, sia nel 2013. Il tutto fermo restando che il tetto massimo, dato da quella quota di utili che non concorre, così come previsto dall’agevolazione, alla formazione del reddito, non può essere superiore per ogni singola impresa al limite di 1 milione di euro.