Contribuente minimo 2012, cosa cambia

Il regime dei minimi entrato in vigore con la finanziaria del 2008 la quale prevedeva per i professionisti che aderivano le seguenti agevolazioni: nessun pagamento di IVA, niente libri contabili (ma occorre conservare i documenti di acquisto e le fatture emesse e fare comunque la dichiarazione dei redditi), nè Irap e studi di settore, imposta sostitutiva del 20% sul reddito. Tra gli svantaggi invece per questa categoria di contribuenti prevista l’impossibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti, la perdita degli oneri deducibili e detrazioni di imposta per familiari a carico.

Detrazioni Irpef sui redditi dei lavoratori dipendenti

Chi presenta la dichiarazione Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) può usufruire di sgravi, di detrazioni fiscali. La “no-tax area”, che costituiva una deduzione dal reddito complessivo, é stata abolita e ora sono tornate in vigore le detrazioni d’imposta, ossia importi che vanno a diminuire l’Irpef dovuta e non più il reddito complessivo. Come si calcola la detrazione spettante? Innanzitutto occorre individuare la tipologia di reddito, l’ammontare del reddito complessivo (diminuito della deduzione per abitazione principale e relative pertinenze)  da rapportare al numero di giorni lavorativi.

Warren Buffett disposto a pagare più tasse

Sarà stato il caldo estivo oppure un improvviso senso di equità, fratellanza, benevolenza e che altro dir si voglia. Fatto sta che un discorso del genere da uno degli uomini più ricchi del mondo non ce lo saremmo aspettati, almeno non con questi toni. Warren Buffett, il terzo uomo più ricco del mondo, in un editoriale sul New York Times in cui rimprovera Washington di non tassare abbastanza i miliardari americani sottolinea come i poveri e la classe media lottino continuamente e mentre molti americani fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, i multimilionari, tra cui lo stesso Warren, continuano ad avere straordinari sgravi fiscali. Ecco una parte del sorprendente discorso:

Tasse universitarie salate, diminuiscono i fuori sede

La tassazione per gli studenti universitari è calcolata in base al modello ISEE, il cosiddetto “riccometro”. Quanto costa ogni anno agli studenti l’università? Sono delle soglie accettabili oppure non permettono l’accesso allo studio? In vari atenei quest’anno si sono tenute manifestazioni contro il livello delle tasse universitarie, per molti troppo alte tanto da diventare un limite per chi desidera continuare a studiare. La crisi  che  ha toccato il budget delle famiglie, l’aumento del costo degli studi, hanno contribuito ad alimentare il malcontento tra studenti e famiglie. La sesta indagine Eurostudent, promossa dalla Fondazione Rui in collaborazione  con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca  ha tracciato il profilo degli universitari italiani, evidenziando che gli studenti fuori sede sono in calo.

Riduzione tasse e aumento dei consumi

Le famiglie italiane hanno bisogno di recuperare potere d’acquisto per poter andare avanti a causa non solo della crisi ma anche dei rincari, delle minori entrate legate a cassa integrazione e licenziamenti che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi due anni. Se le famiglie con figli pagassero meno tasse, spenderebbero di più in edilizia, beni di consumo, trasporti, comunicazioni, sanità e istruzione. Secondo alcuni semplici calcoli relativi a leggi economiche infatti una riduzione delle tasse porterebbe ad un aumento del reddito disponibile e dunque più propensione al consumo. Le risorse che il Paese investirebbe per agevolare le famiglie contribuirebbero a rilanciare l’economia. E’ la conclusione a cui é giunta la ricerca presentata a Roma dall’Associazione nazionale dei tributaristi Lapet, insieme al Forum delle Associazioni Familiari, discutendo sulle conseguenze legate all’introduzione di un fisco amico delle famiglie numerose.

Agevolazioni fiscali per le reti d’impresa

Sono al debutto, a partire dal prossimo mese di maggio 2011, gli sgravi fiscali per le imprese che “fanno squadra”, ovverosia per le reti d’impresa. A darne notizia in data odierna, giovedì 14 aprile 2011, è stata l’Agenzia delle Entrate nel ricordare come l’agevolazione sia stata introdotta con il Decreto Legge numero 78 del 2010, in corrispondenza dell’articolo 42. Al riguardo l’Amministrazione finanziaria dello stato ha emanato un’apposita Circolare, la numero 15/E, grazie alla quale l’Agenzia delle Entrate fornisce proprio alle imprese in Rete, che vogliono fruire dell’agevolazione, i primi chiarimenti su come fare. Inoltre, attraverso due distinti provvedimenti firmati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, diventano operativi sia i modelli che devono essere compilati, sia i tempi e le modalità per poter accedere all’agevolazione che, nello specifico, deve avvenire con trasmissione telematica attraverso l’utilizzo di “AgevolazioneReti“, un apposito software che l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione sul proprio sito Internet a partire dal 20 aprile 2011.

Agevolazioni fiscali 2011: maglie larghe sui premi di produttività

Le agevolazioni fiscali previste quest’anno sulla tassazione agevolata, e legata a prestazioni lavorative con il fine dell’incremento della produttività aziendale, non necessitano del “pezzo di carta”, ovverosia di uno specifico accordo scritto. A chiarirlo con una circolare, la numero 3/E, sono state infatti congiuntamente l’Agenzia delle Entrate ed il Ministero del lavoro, precisando al riguardo come l’imposta agevolata al 10%, a valere su incrementi di produttività fino a 6 mila euro, si possa andare ad applicare semplicemente andando ad attestare nel Cud, a cura del datore di lavoro, che le somme si riferiscano all’attuazione di uno specifico accordo o contratto, e che risultino strettamente legate agli incrementi di produttività; gli accordi collettivi ed aziendali, quindi, possono essere sui premi di produttività anche non scritti.

Rivoluzione fiscale bipartisan: Obama vara tagli alle tasse

La rivoluzione fiscale bipartisan, nel compromesso raggiunto Obama e i repubblicani vengono prolungati gli sgravi fiscali dell’era Bush anche per i ricchi oltre 250.000 di reddito annuo ma Obama taglia una tassa anche per chi lavora come dipendente: la ritenuta alla fonte della Social Security, cioè l’equivalente degli oneri sociali, cala subisce un calo, precisamente dal 6,2 al 4,2%. Così il presidente Usa, Barack Obama, annuncia di aver raggiunto un accordo di compromesso con i Repubblicani per estendere di due anni i tagli fiscali dell’era Bush. Un programma che prolunga nel tempo i tagli non solo per le famiglie della classe media, ma anche per gli americani più ricchi.

Usa: no agli sgravi fiscali ai ricchi

Obama non ha dubbi: a fine anno dovranno decadere le riduzioni d’imposta a favore dei contribuenti con reddito superiore ai 250.000 dollari annui, i cosiddetti Paperoni d’Oltreoceano. Quegli sgravi erano stati voluti da Bush, e sono stati ereditati dalla legislatura attuale. Obama risponde con un secco no alla continuità di tale agevolazione: il presidente degli Stati Uniti è fermamente contrario all’estensione oltre quest’anno dei tagli alle tasse per i cittadini più benestanti. Il piano del governo prevede un taglio di tasse per i nuclei famigliari con un reddito inferiore ai 250.000 dollari per le coppie e sotto i 200.000 per le persone sole. Stiamo parlando del 98% degli americani, quindi solo il 2% va al di là di questo tetto. Per queste persone, l’amministrazione vuole riportare la tassazione ai livelli precedenti al 2001.

Salari aziendali: diminuiscono le tasse

Meno tasse sulla parte del salario che consente di aumentare la produttivita’ o gli utili della societa’ in cui lavoriamo, questi i contenuti del Piano per il lavoro del ministro Sacconi. Il piano é volto ad aumentare la platea dei lavoratori beneficiari di una riduzione contributiva e di una tassazione agevolata dei redditi correlati a produttività delle imprese, inclusi gli utili di bilanci. In questo modo, come sottolineato nel piano di Sacconi, si introduce la possibilità di una riforma generale del sistema fiscale correlata al completamento del federalismo istituzionale e a grandi cambiamenti nella produzione di reddito per il Paese.

Bonus gas: richiesta entro 30 aprile

Da questo mese le bollette dell’energia elettrica subiranno un calo ulteriore mentre per quelle del gas sono previsti aumenti. Lo comunica direttamente l’Autorità per l’energia elettrica e il gas che ha pubblicato le variazioni di tariffa: le bollette dell’energia elettrica subiscono un calo (-3,1%) e quelle del gas un aumento (+3,6%).

Proprio in virtù di di queste comunicazioni, l’Autorità sottolinea che fino al 30 aprile 2010 le famiglie in condizioni di disagio economico o numerose possono fare domanda per continuare a beneficiare di bonus gas e bonus elettrico, sconti sulle bollette riservati a determinate fasce di reddito. I vantaggi del bonus gas e del bonus elettrico (cumulabili) permetteranno di ottenere una riduzione complessiva delle bollette gas ed elettricità tra 80 e 360 euro circa.

Fisco: un italiano su 3 non paga le tasse?

L’evasione fiscale non lede solo allo Stato e ai servizi (meno entrate per lo Stato, meno spese), ma anche alle tasche di onesti cittadini. A causa dell’evasione fiscale, secondo la Cgil, i contribuenti onesti pagano ‘una tassa in piu”: in pratica 3.000 euro l’anno piu’ del dovuto. Il sindacato ha presentato la mobilitazione ‘per un fisco piu’ giusto’ in occasione dello sciopero del 12 marzo. Cgil chiede una riduzione delle tasse su lavoratori dipendenti e pensionati (che ovviamente al fisco non possono sfuggire: i redditi dichiarati infatti derivano per il 78% da retribuzioni da lavoro dipendente e da pensioni) con un bonus di circa 500 euro entro primavera e poi con 100 euro medi mensili di riduzione del prelievo per 3 anni. Sembrerebbe un sogno per molti.

Dai dati delle dichiarazioni dei redditi del 2007 e presentate dai contribuenti nel 2008, risulta che Il 27% dei cittadini paga zero Irpef all’erario. Quindi significa che siamo un popolo di poveretti? Molti infatti non non pagano l’imposta sul reddito delle persone fisiche per effetto del reddito basso, oppure perché riescono a compensare l’imposta dovuta con deduzioni e detrazioni (es. interessi passivi sulla prima casa o detrazioni per i figli e sgravi per le ristrutturazioni).