Turismo: per Ryanair occorre abbassare tasse aeroportuali

Il turismo combatte e batte la crisi. Questa la valutazione del ministro Michela Vittoria Brambilla, secondo cui l’Italia ha una posizione piu’ favorevole del resto d’Europa.

I buoni risultati del settore – ha affermato il ministro – sono da attribuire alla montagna per i primi tre mesi dell’anno, per agosto al mare e alla politica promozionale degli hotel e per l’autunno alla ripresa del turismo business e commerciale nel nord el Paese.

Ma si può fare di più: tasse aeroportuali basse permettono di far scendere le tariffe di viaggio, lo afferma da Ryanair, il proprio direttore generale, Michael Cawley, che ne parla davanti alla commissione Trasporti della Camera dei deputati.

Italia: troppe tasse e meno servizi

Su ogni italiano grava un peso tributario annuo pari a 7.777 euro. Il dato é stato rilevato da un’indagine della Cgia di Mestre da cui si evince inoltre che, in termini di spesa sociale, i tedeschi ricevono 8.972 euro pro capite l’anno, mentre agli italiani tra spese per sanita’, istruzione e protezione sociale toccano solo i 7.749 euro, ben 2.745 euro in meno della Francia e 1.223 euro in meno della Germania. Non indifferente differenza pro capite tra quanto si riceve in termini di spesa e quanto si versa di tasse.

La situazione è fortemente sconfortante perché dimostra ancora una volta come pur in presenza di un peso tributario tanto elevato – afferma il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi -, come in Italia non vengano destinate risorse adeguate per la casa, per aiutare le famiglie indigenti, i giovani, i disabili e chi vive ai margini della società. E’ evidente a tutti che le tasse così elevate nel nostro Paese sono la conseguenza di una spesa pubblica eccessiva.

Tasse imprese funebri: due morti su tre si seppelliscono “da soli”

C’e una norma di diritto naturale che dice che se c’è uno Stato che chiede un terzo di quanto guadagni allora la tassazione ti appare una cosa giusta. Ma se ti chiede il 50-60% di ciò che guadagni, come accade per le imprese, ti sembra una cosa indebita e ti senti anche un pò giustificato a mettere in atto procedure di elusione e a volte anche di evasione.

La frase famosa di Berlusconi che ha fatto il giro del web e che in effetti non fa una grinza. E infatti l’Italia è il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 48,5% del reddito imponibile che non viene dichiarato.

Ma non solo i viventi preferiscono non pagare le tasse, a quanto pare il fisco non lascia in pace neanche chi ha deciso di passare a miglior vita.

Tasse e stipendi impiegati pubblici

Chi paga gli stipendi degli statali? Noi, con ele nostre tasse. E le nostre tasse non sono altro che ciò che ci viene decurtato dalla nostra busta paga. Dal nostro lavoro. La cosa potrebbe anche farci piacere se la parte del nostro stipendio sottrattacci per le tasse fosse spesa per medici competenti, impegati postali simpatici, insegnati più educatori e meno assenteisti. Sicuramente ce ne sono, ma altri invece prendono il lavoro presso la pubblica amministrazione quasi come un hobby.

Lo sa bene il ministro Renato Brunetta che non ha fatto altro che sparare contro la burocrazia, gli assenteisti, invocando l’utilizzo di internet per snellire le pratiche e velocizzare i servizi on line (l’ultima del ministro: ha fatto bloccare sui pc dei dipendenti pubblici l’accesso a Facebook). Anche Silvio Berlusconi si é espresso:

Spesa pubblica: il Nord paga le tasse per il Sud?

Ieri la Cgia di Mestre è intervenuta nelle polemiche sul Mezzogiorno trascurato dallo Stato. Aperte le discussioni sul saldo pro capite: la differenza, cioè, tra quello che un cittadino paga allo Stato e quello che riceve in cambio. Nel 2007 questo saldo risultava positivo per i contribuenti del Nord e del Centro, ciò significa che hanno versato più di quanto non abbiano ottenuto in spesa sociale. E’ incrementata ovvero la differenza tra quanto versano in termini di tasse e contributi alle amministrazioni pubbliche e quanto ricevono in termini di spesa pubblica i cittadini.

Al Sud invece sembra che i trasferimenti statali superino le imposte versate. Non basta. Al Sud i trasferimenti statali superano i versamenti individuali: ogni individuo guadagna 1.061 euro (come differenza tra quanto versa e quanto riceve). Per non parlare delle regioni a statuto speciale, cioè Sicilia e Sardegna, dove la cifra si attesta sui 2.063 euro.

Tassa passi sull’Adriatica e sulla Romea: rivolta degli imprenditori

Siamo alla ricerca di un posto da mezz’ora, iniziamo a innervosirci, ma si sa, il traffico cittadino genera nervosismo che dobbiamo cercare di tenere a bada se non vogliamo rovinarci la giornata…Durante questi ragionamenti però il posto non sbuca…invece no, eccolo lì, sembra proprio ci stia aspettando, ci avviciniamo prima che qualche altro automobilista noti la preda e siamo lì pronti ad effettuare la manovra. Delusione: é un passo carrabile. Croce per gli automobilisti costretti a continuare la loro ricerca e croce e delizia dei proprietari di casa che hanno sì il posto libero ma sono costretti a pagare la tassa.

E le tasse aumentano vertiginosamente. Parla Ermano Chieregatti, titolare di un noto bar di Polesella, che si affaccia sul territorio extraurbano della Statale 16 Adriatica, dai primi anni 2000 e che, per una legge del 1997, ha visto un aumento esponenziale della tassa di concessione dell’Anas che lo ha messo in condizioni di non riuscire più a pagare.

Ha ben 60mila euro di arretrati da pagare per il suo passo carraio:

Iran: una tassa sulla pallottola

Una “tassa pallottola“, ecco cosa hanno pensato le autorità iraniane. E’ stata chiesta ai genitori di Kaveh Alipour, un diciannovenne ucciso nelle proteste di Teheran. Si tratta di una vera e propria tassa che ammonterebbe a tremila dollari, per i quali le autorità consegnerebbero il cadavere del figlio. Nello specifico il denaro serve per ripagare i proiettili usati per uccidere il ragazzo.

Una logica terribile quella adottata in Iran. Kaveh stava tornando a casa dopo il corso di recitazione, probabilmente quindi non era neanche sua intenzione prendere parte alla sommossa, quando è finito in mezzo alla rivolta dei manifestanti ed é stato colpito dalle forze della sicurezza.

Tasse sul lavoro alle stelle in Italia

L’Italia è il Paese dei record. Il problema è che molto spesso trattasi di record negativi, e l’ultimo tra questi in ordine di tempo viene messo in risalto da un Rapporto di Eurostat, l’Ufficio di Statistica europeo, da cui è emerso come tra i Paesi dell’Unione Europea l’Italia sia la “prima” in fatto di tassazione sul lavoro. Le tasse sul lavoro in Italia, secondo l’analisi di Eurostat, basandosi sui dati del 2007, incidono infatti per ben il 44%, battendo anche Paesi come la Svezia, al 43,1%, ed il Belgio al 42,30%; il divario della tassazione sul lavoro, rispetto alla media UE del 34,4%, è quindi pari a quasi dieci punti percentuali. A farne le spese nel nostro Paese, tra tasse e contributi, sono i contribuenti cui le imposte vengono prelevate alla fonte, ovverosia i lavoratori dipendenti; ed a conti fatti ogni 100 euro lordi 44 vanno in tasse e contributi anche per effetto dell’evasione fiscale che si annida, come storicamente avviene nel nostro Paese, nel lavoro autonomo dove a conti fatti si pagano le tasse solo ed esclusivamente per quello che si dichiara.

Tassa sui ricchi per garantire assegno di disoccupazione a precari

Cosa si può fare per uscire indenni (il più possibile) dalla crisi? Come affrontarla? Qualcuno prontamente risponde: una tassa sui redditi alti per aiutare chi é più in difficoltà a causa della crisi. La proposta arriva dal segretario del Pd Franceschini che, immaginando la sua vita da premier elenca le tre iniziative che prenderebbe a favore dei cittadini meno agiati e più colpiti dalla recessione:
– un’assegno mensile di disoccupazione per il co.co.pro e chi poi perde il posto e passa a zero euro;
– una misura per le piccole imprese che garantisca l’accesso al credito e riduca l’acconto Irpef di giugno al 20%;
– una misura per i poveri assoluti, circa 1 milione di famiglie ovvero tre milioni di persone. Per questa ultima categoria Franceschini proporrebbe

Meno imposte negli scambi commerciali tra Italia e Usa

Se non esistesse il commercio estero non si potrebbero avere i cocchi a Roma, le auto Fiat in Usa, le borse cinesi in Italia. Lo svolgimento dei negoziati sulle quote e le tariffe doganali é una questione burocratica. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization) ha sede a Ginevra e fu istituita nel 1993 a seguito dei negoziati multilaterali nell’ambito dell’Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (GATT), per promuovere e rafforzare il libero mercato mondiale. Sii tratta una delle più importanti istituzioni internazionali e si pone come organismo di governo del commercio mondiale. Il WTO si fonda su diversi accordi negoziati e firmati dai vari Stati aderenti; ha potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Quali sono quindi i compiti del WTO? Sorvegliare l’applicazione dei trattati riguardanti gli scambi internazionali di beni e servizi e la protezione della proprietà intellettuale, gestire il sistema di risoluzione delle controversie commerciali e promuovere la liberalizzazione in settori ancora protetti.

Aspetta la firma di Tremonti il decreto per diminuire gli interessi di mora

Vi é mai capitato di pagare in ritardo le tasse? Probabilmente non sono pochi coloro che, come a scuola, alzerebbero le mani. Quest’anno però potrebbe riservare una bella sorpresa per i contribuenti “pigri” ovvero coloro che pagano a rate o in ritardo imposte sui redditi, Iva e Irap (Unico e 730 compresi). Il Fisco ha deciso di rivedere i tassi di interesse che i contribuenti devono pagare su rate o pagamenti tardivi allo scopo di attuare una riduzione.

Non dovremmo attendere molto poichè é già terminato il lavoro istruttorio: il decreto è arrivato agli uffici tecnici del ministero dell’Economia e attende la firma finale di Giulio Tremonti. Il decreto all’esame di Tremonti si basa su una delega contenuta nella Finanziaria 2008 (l’ultima del Governo Prodi). La legge prevede che con decreto del ministro dell’Economia siano stabilite le misure, anche differenziate, degli interessi per versamento, riscossione e rimborsi nei limiti di tre punti percentuali di differenza rispetto al tasso legale, attualmente al 3% annuo, salva la determinazione degli interessi di mora. Si prevede un sistema di interessi articolato su diversi livelli (per esempio, al 3% per le dichiarazioni), lo scopo é sempre quello: aiutare la popolazione in una situazione di disagio economico dovuto alla recessione e favorire l’accesso alla rateazione. Ma l’aiuto in una fase di congiuntura economica molto difficile compenserebbe la perdita del gettito per il fisco? Il taglio dei tassi, infatti, potrebbe portare un beneficio immediato, di cassa, a imprese e professionisti, ma bisognerà poi confrontare anche le perdite delle casse dello Stato.

Sarkozy: No aumento tasse ricchi

Dopo la proposta di Megale nel salotto di “Domenica in” che poneva al centro dell’attenzione i ricchi guadagni dei supermanager con il cui stipendio si paga l’equivalente della retribuzione annua di migliaia di persone persone tra impiegati e operai, Nicolas Sarkozy strizza il naso. Sono molti a insistere per una revisione della tassazione tale da prelevare più denaro dai contribuenti più ricchi, ma il presidente francese non pensa affatto di aderire con alcuna riforma tributaria.

L’idea è quella di aumentare il prelievo fiscale per i cittadini che guadagnano più di 300 mila euro all’anno. Una specie di Robin Hood Tax, atta a “togliere dai ricchi per dare ai poveri”. Un gesto di solidarietà nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, che sono quelle che maggiormente soffrono a causa della grave crisi economica in atto (ogni giorno migliaia di francesi perdono il proprio posto di lavoro, e il governo ha dovuto stanziare 2,6 miliardi di euro per frenare l’aumento della disoccupazione).