Home » Imposte » Meno imposte negli scambi commerciali tra Italia e Usa

Meno imposte negli scambi commerciali tra Italia e Usa

Se non esistesse il commercio estero non si potrebbero avere i cocchi a Roma, le auto Fiat in Usa, le borse cinesi in Italia. Lo svolgimento dei negoziati sulle quote e le tariffe doganali é una questione burocratica. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization) ha sede a Ginevra e fu istituita nel 1993 a seguito dei negoziati multilaterali nell’ambito dell’Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (GATT), per promuovere e rafforzare il libero mercato mondiale. Sii tratta una delle più importanti istituzioni internazionali e si pone come organismo di governo del commercio mondiale. Il WTO si fonda su diversi accordi negoziati e firmati dai vari Stati aderenti; ha potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Quali sono quindi i compiti del WTO? Sorvegliare l’applicazione dei trattati riguardanti gli scambi internazionali di beni e servizi e la protezione della proprietà intellettuale, gestire il sistema di risoluzione delle controversie commerciali e promuovere la liberalizzazione in settori ancora protetti.

Quali sono le ultime novità in materia di commercio estero? Scambi commerciali meno costosi tra Italia e Stati Uniti. Dopo la ratifica da parte del Governo nelle settimane scorse della Convenzione conclusa fra l’Italia e gli Usa, le aziende che si troveranno ad avere rapporti commerciali tra queste due zone del mondo, godranno di una riduzione del livello impositivo.

In quali materie le novità? Tassazione di royalties, canoni e possibilità per aziende Usa di detrarre l’Irap. Vediamo più precisamente le agevolazioni:

– favorito il trasferimento di tecnologia, come ad esempio software per computer, oppure attrezzature industriali, commerciali o scientifiche;
– diventa meno oneroso l’utilizzo di marchi e brevetti;
– favorito l’uso dei diritti d’autore su opere letterarie, scientifiche o artistiche;
– rimossi su dividendi e interessi ulteriori ostacoli di carattere fiscale agli investimenti produttivi e finanziari;
– favorite collaborazioni e reciproci investimenti. Questo può avvenire riducendo la pressione fiscale sugli interessi derivanti da finanziamenti contratti tra società residenti nei due Stati;
– introdotta una procedura che garantisce l’eliminazione della doppia imposizione per i gruppi societari, al fine di evitare l’insorgere di contenziosi molto rilevanti con le amministrazioni finanziarie dei due Stati.

Il nuovo accordo entrerà in vigore con effetto retroattivo all’anno solare.