Le nuove misure della Francia contro l’evasione fiscale

In Francia si decide di fare sul serio per stroncare il fenomeno dell’evasione fiscale: il governo guidato da François Hollande ha infatti introdotto un nuovo disegno di legge che promette maggiore severità in tale ambito, oltre che nella lotta contro la criminalità economica e finanziaria (vedi anche Ministri Ue tentano di combattere l’evasione internazionale). Il pacchetto di misure è presto detto. Anzitutto, le sanzioni pecuniarie contro le frodi fiscali saranno aumentate e rese più salate, senza dimenticare i maggiori poteri di investigazione di cui potrà beneficiare l’amministrazione finanziaria transalpina.

In Francia fa discutere la tassa sulla Nutella

Quando si valicano le Alpi, si trovano spesso notizie interessanti dal punto di vista fiscale: i nostri cugini d’Oltralpe, in particolare, sono spesso protagonisti di vicende significative. Dopo l’annuncio di fine ottobre, secondo cui la Francia avrebbe tassato birre ed energy drink, ecco che i transalpini fanno nuovamente parlare di loro. Stavolta, si tratta della cosiddetta “tassa sulla Nutella”, un nome esemplificativo che riguarda uno dei principali ingredienti della celebre crema alla nocciola spalmabile della Ferrero. In effetti, il Senato francese ha appena approvato un emendamento che prevede l’aumento della tassazione (fino al 300%) per quel che concerne l’olio di palma.

La Francia tasserà birre ed energy drink

Quando si affronta una crisi economica grave come quella attuale, si cerca sempre di incassare denaro in tutti i modi possibili: un caso emblematico è quello della Francia, visto che il paese transalpino sta pensando di introdurre una tassa molto speciale. Nel dettaglio, il governo guidato da François Hollande ha deciso di introdurre una imposizione fiscale che gravi sulla birra venduta nei locali (in base all’alcool totale che viene venduto) e sui cosiddetti energy drink (il più famoso dei quali è Red Bull). Un tributo simile, proposto per venire incontro a esigenze sanitarie, dovrebbe essere in grado di garantire un gettito pari a quindici milioni di euro, visto che si tratta di una quota di cinquanta centesimi ogni singolo litro.

Francia: tassa sulle moto d’acqua a partire dal 2013

Con l’intensificarsi della stagione estiva se ne vedono sempre di più: il riferimento non può che andare alle moto d’acqua, uno dei mezzi più gettonati per solcare le onde, ma in Francia i loro proprietari non saranno molto contenti in questi giorni. In effetti, la nazione transalpina ha deciso di tassare proprio questi mezzi, un provvedimento che diventerà effettivo a partire dal 2013, più precisamente dal mese di gennaio.

La Francia pensa alla minimum tax per le multinazionali

Il vantaggio di cui possono beneficiare i colossi e le multinazionali che sono presenti in Francia è senza dubbio incredibile: questi grandi gruppi, infatti, hanno la possibilità ogni anno di non pagare neanche un centesimo di tasse in relazione al loro bilancio, nonostante ricavi davvero imponenti. Come si spiega tutto questo? Secondo lo stesso governo di Parigi, queste società riescono puntualmente a massimizzare gli sconti tributari e le varie agevolazioni che vengono comunque offerti dal codice tributario. Ma tutto questo può essere evitato grazie a una nuova imposta, più precisamente una minimum tax che venga applicata in relazione alle imprese che presentano le dimensioni maggiori, andando a determinare in questa maniera un importo minimo da versare e garantendo di conseguenza un gettito fiscale pari a circa tre miliardi di euro.

La Francia vara la tassa sulle transazioni finanziarie

In Francia si comincia a fare davvero sul serio per quel che concerne la tassazione delle attività finanziarie: il governo guidato da Nicolas Sarkozy aveva infatti espresso questo desiderio da diverso tempo e proprio ieri sera è giunto il via libera definitivo alla tassa in questione da parte dell’Assemblea Nazionale. Come verrà strutturata nello specifico questa imposta? L’applicazione riguarderà, come è scontato che sia, il solo territorio della nazione transalpina, il tutto a partire dal prossimo mese di agosto, anche se la speranza nutrita da Parigi è quella di implementare una simile disciplina in tempi ancora più rapidi, in modo da fornire un modello da seguire in altri paesi.

Francia annuncia aumento Iva e tasse aziende

Il periodo di austerità richiede maggiore rigore e la Francia deve scontrarsi con questa realtà, il Paese ha così annunciato un innalzamento dell’Iva, delle tasse aziendali e l’anticipazione di un anno, al 2017, della riforma delle pensioni: dei cambiamenti che che sono stati in questi giorni annunciati  dal premier francese Francois Fillon, che oggi ha annunciato il nuovo piano per permettere allo stato di “prendere il respiro” e risparmiare 100 miliardi di euro per raggiungere l’equilibrio di bilancio nel 2016. Previsto un aumento del 5% sulle imposte delle grandi società, un innalzamento dell’Iva su numerosi prodotti e servizi, e come già detto l’anticipazione di un anno (dal 2018 al 2017) della riforma delle pensioni oltre l’innalzamento dell’età pensionabile da 60 a 62 anni.

La Francia sostiene l’economia con la Coca Cola Tax

I detrattori delle bevande gassate, e in particolare quelli della Coca Cola, troveranno pane per i loro denti in Francia: la nazione transalpina, infatti, si sta caratterizzando per una misura fiscale molto dibattuta e che ha diviso le opinioni. Si tratta della cosiddetta “tassa sulla coca cola”, anche se in realtà la denominazione più appropriata per questo tributo sarebbe quella di “taxe soda”, la quale è in discussione presso il Parlamento. L’imposta viene concepita come uno dei provvedimenti in grado di rilanciare l’economia interna, alle prese, come avviene in gran parte del continente europeo, con una crescita troppo bassa, nonostante si parli diffusamente anche dei possibili effetti sulla salute. La coca cola tax andrà a colpire, nello specifico, tutte quelle bibite che contengono anidride carbonica, fatta eccezione per l’acqua minerale (tutti conosciamo la varietà effervescente) e quelle che contengono dei succhi di frutta.

La Francia tassa fumo, alcol e bibite

Uno stato che inizia a pensare sempre più approfonditamente alla salute dei propri cittadini é quello che forse tutti spererebbero. La notizia giunge da uno dei Paesi dell’Unione Europea, la nostra confinante Francia. La nazione ha deciso di puntare su tasse anti-crisi ‘benefiche’ per la salute, che oltre a dare respiro alle casse dello Stato, rendano meno appetibili anche delle pratiche che sono, in molti casi, poco salutari. Tra le misure per la riduzione del deficit di bilancio, infatti, il primo ministro François Fillon ha deciso di optare per un aumento del prezzo del tabacco del 6% entro l’anno e una tassa su alcol e bibite.

Gb: tassa sui bonus aumenta gettito fiscale

Una sorta di Roobin Hood: togliere ai ricchi per dare… allo Stato, se poi lo Stato offre i servizi ai cittadini allora la somiglianza con il famoso personaggio aumenta. Stiamo parlando della tassa una tantum sui bonus dei top manager imposta dal governo inglese , che è stata, almeno in termini di entrate fiscali, un vero e proprio successo.

Le casse dello stato infatti hanno visto un flusso di entrate pari a circa 2 miliardi di sterline, che hanno potuto finanziare buona parte del pacchetto di misure di stimolo economico (da 2,5 miliardi) annunciato in questi giorni dal cancelliere allo Scacchiere Alistair Darling.

La Francia accantona la carbon tax e pensa all’imposta sui profitti

Niente da fare per quel che riguarda l’introduzione della carbon tax in Francia: il paese transalpino ha infatti deciso di rinviare questa novità fiscale a una data futura, ancora da definire, a causa soprattutto dei tempi contabili che sta vivendo la nazione. Come sarebbe stata strutturata questa imposta? Il gettito sarebbe aumentato di ben quattro miliardi di euro, grazie, in particolare, al versamento di 17 euro per ogni emissione di tonnellata di anidride carbonica. I maggiori benefici sarebbero andati all’industria, visto che erano in previsione molte esenzioni volte ad agevolare i settori più inquinanti (ad esempio, l’agricoltura, le raffinerie e il settore aereo), mentre l’imposta avrebbe avuto un peso maggiore sulle famiglie francesi. Tra l’altro, la carbon tax è stata messa da parte anche per studiare in maniera più approfondita l’introduzione di una tassa simile; per il momento, a livello di Unione Europea, sono solamente quattro le nazioni che hanno messo a punto una misura di questo tipo, vale a dire la Finlandia, la Danimarca, l’Irlanda e la Svezia, ma più che di carbon tax si tratta di una tassazione che vuole espressamente salvaguardare l’ambiente.