L’accordo fiscale tra Grecia e Svizzera

Che cosa hanno da spartire nel momento economico attuale due paesi come Grecia e Svizzera? I negoziati tra i governi di Atene e Berna sono in fermento per ottenere una intesa proficua su entrambi i fronti. In particolare, l’intenzione del premier ellenico, Antonis Samaras, è quella di bloccare le fuoriuscite di utili capitali dal paese, in grosse difficoltà finanziarie e sull’orlo del baratro da diversi mesi. Insomma, la Grecia vuole mostrarsi al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Centrale Europea come una nazione virtuosa e che rispetta gli impegni, sfruttando un’arma finora un po’ trascurata, quella del Fisco.

Congresso Usa: anche il debito pubblico diventa una tassa

Il Congressional Budget Office (Cbo) è l’ufficio della Camera statunitense che si occupa della gestione economica e del bilancio: l’ultimo studio che è emerso da questo organismo ha messo in luce l’esistenza di una sorta di “tassa occulta”, la quale va a colpire in maniera indiscriminata sia i lavoratori che le aziende, vale a dire le somme che vengo utilizzate per rifinanziare il debito pubblico a stelle e strisce. L’ammontare non è di poco conto, anzi, e si aggira attorno ai novemila miliardi di dollari, quantità che deve comunque essere riferita al solo capitolo pubblico e federale. Il futuro non promette niente di buono in questo senso ed è stato previsto persino un incremento; per il momento, però, i consumatori vedono assorbiti dalle loro tasche circa duecento miliardi di dollari, per la precisione 197.

Confesercenti: occorre ridurre le tasse al 40%

L’Italia si colloca tra i primi posti nella scala Ue, ma non relativamente a una buona performance del Pil, ma purtroppo, per il livello delle tasse. In base ai dati dell’Istat dal 2008 al 2009 la pressione delle imposte è salita al 43,2%, oltre la spesa pubblica salita al 52,5% del Pil.

Per rilanciare l’Italia bisogna ridurre la pressione fiscale dal 43,2% attuale al 40% in tre anni – suggerisce Marco Venturi, presidente di Confesercenti -. Occorre tagliare le tasse di un punto all’anno, con l’obiettivo di favorire gli investimenti ed incentivare i consumi.

L’Italia si colloca così al quinto posto nella scala della pressione fiscale, insieme alla Francia e dopo Danimarca, Svezia, Belgio e Austria, mentre nel 2008 era al settimo. L’aumento della pressione fiscale è dovuto, secondo quanto affermato dagli analisti, soprattutto alla diminuzione del Pil dell’Italia che è stata maggiore della diminuzione delle entrate.

Manovra: tassiamo la prostituzione per ridurre il debito pubblico

In tempi di crisi e di tasse per le banche, adesso spunta anche l’ipotesi di tassare le prostitute per ridurre il debito pubblico e aumentare le pensioni minime, inserendo la misura nella Manovra finanziaria. Lo propone il senatore del Pdl Raffaele Lauro, che trova adeguata, in tempi di crisi, una regolamentazione fiscale dell’esercizio libero della prostituzione.

Le entrate – sottolinena afferma Lauro -, dovranno concorrere alla riduzione del debito pubblico, all’innalzamento dei trattamenti dei pensionati di età superiore agli anni 75, che percepiscono prestazioni mensili inferiori a euro 500 e non dispongono di altre fonti di reddito, e all’alleggerimento del carico di contributi sociali sull’impresa e sul lavoratore in funzione dell’incentivo per l’assunzione da parte delle imprese di giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, in cerca di lavoro nelle aree del Mezzogiorno.

Berlusconi: troppe tasse? Dobbiamo comunque pagare

Qualcuno potrebbe affermare che solo i cocciuti non cambiano idea, altri potrebbero sostenere che si tratti di incoerenza. Fatto sta che non sono lontani i tempi in cui Berlusconi affermava durante una conferenza stampa precisamente del 2004:

Se io lavoro, faccio tanti sacrifici e poi lo Stato mi chiede il 33% di quel che ho guadagnato, sento che è una richiesta corretta in cambio dei servizi che lo Stato mi dà. Se lo Stato mi chiede il cinquanta e passa per cento, sento che è una richiesta scorretta e mi sento moralmente autorizzato ad evadere per quanto posso questa richiesta dello stato.

Tasse: le linee di pensiero del Governo sull’Irpef

All’interno del Consiglio dei Ministri fervono le discussioni circa le più importanti tematiche fiscali da affrontare: per il momento sembra prevalere la linea di azione del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, anche se le discussioni non sembrano finite qui. Importante in questo senso è stato il discorso di Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, intervenuto ad Arezzo nel corso di una convention del Pdl: secondo il ministro, infatti, le tasse possono essere ridotte già a partire dal prossimo anno, mentre il 2010 rappresenterà l’anno di avvicinamento al traguardo. Il sentiero è già stato tracciato da Tremonti; riduzione dell’Irpef, aumento delle aliquote relative all’Iva, innalzamento delle tasse sui consumi, obiettivi ambiziosi, ma da raggiungere senza accelerare i tempi.

 

Spagna: più tasse contro la crisi

Come si può pensare che in un momento di crisi si decida di aumentare le tasse? Lo ha fatto Luis Rodriguez Zapatero in Spagna: aumenterà le tasse per cercare di colmare il deficit nei conti pubblici seguito alla crisi economica, ma l’aumento sarà temporaneo.

Ci saranno alcuni aggiustamenti – ha affermato il ministro -, qualche revisione, alcuni aumenti e alcune diminuzioni, ma in ogni caso questi cambiamenti saranno limitati e temporanei.

Sembra quindi che la saccoccia dell’esecutivo spagnolo stia dimagrendo e i cittadini debbano prendersene peso. Troppe spese per fronteggiare la crisi e ora il governo deve fare i conti con il deficit dei conti pubblici che é aumentato notevolmente. L’esecutivo infatti, per arginare le conseguenze della crisi economica ha cominciato ad allargare la spesa in opere pubbliche e altre misure.