Riscossione coattiva penalizza famiglie ed imprese

Le procedure di riscossione coattiva penalizzano sia le famiglie, sia le imprese, ed in particolare quelle che sono in difficoltà economiche tali che è molto alto rischio di cadere nelle mani degli usurai. A farlo presente è stato il presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, dopo che da uno studio, che Contribuenti.it ha commissionato a KRLS Network of business ethics, è emerso come anche nel 2011 purtroppo, si registrerà per l’usura un vero e proprio boom. La situazione al riguardo secondo Contribuenti.it potrebbe farsi più grave quest’anno attorno al mese di giugno del 2011, quando le famiglie ed ancor di più le imprese saranno chiamate al versamento delle tasse a valere sui redditi e sui compensi percepiti nel 2010. Di conseguenza Contribuenti.it, rivolgendosi al Governo, è tornata a chiedere la moratoria sul pagamento delle imposte a favore di quelle imprese e di quelle famiglie che risultano essere assistite dalle Fondazioni antiusura.

Contribuenti italiani alle prese con lo stress fiscale

In Italia i contribuenti non hanno smesso di pensare al fisco neanche durante le vacanze estive; i cittadini, secondo quanto riporta l’Associazione Contribuenti.it in base anche al numero di richieste che sono pervenute a “Lo Sportello del Contribuente”, sono infatti molto spesso stressati proprio dagli adempimenti fiscali da effettuare in parecchi mesi dell’anno. Al punto che i cittadini italiani, quando si parla di fisco, sognano di vivere negli Stati Uniti, dove l’appuntamento con gli adempimenti fiscali è solo una volta all’anno. E così anche in vacanza, magari a causa di qualche debito fiscale arretrato, tre contribuenti italiani su dieci risultano essere letteralmente presi dal panico relativamente al rischio di poter perdere la propria casa per effetto di accensione di ipoteche e pignoramenti; mentre addirittura sette contribuenti su dieci, in accordo con le rilevazioni de “Lo Sportello del Contribuente”, temono che al ritorno dalle vacanze nella cassetta della posta ci sia un “invito” da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Fisco: col redditometro non in regola tre italiani su quattro

Allo stato attuale, applicando in materia fiscale il cosiddetto “redditometro” sui redditi del 2008, ben tre italiani su quattro non sarebbero in regola con il reddito imponibile dichiarato, con la conseguenza che l’Erario reclamerebbe al contribuente il pagamento di tasse aggiuntive al fine di rendere congrui i propri redditi con l’applicazione dello strumento. Ad affermarlo è Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, sottolineando come, a livello percentuale, i redditi non congrui con il redditometro nel 2007 siano stati pari al 72,6% del totale, mentre per il 2008 la stima balza al 76,3%. La conseguenza di tutto ciò, secondo Vittorio Carlomagno, Presidente dell’Associazione, è che il redditometro così come è adesso strutturato non è in grado da un lato di contrastare ed intercettare l’evasione fiscale, e dall’altro di rappresentare la reale situazione reddituale dei contribuenti, al punto che poi ad essere colpiti dall’applicazione di tale strumento sono proprio quei contribuenti che si vedono notificati accertamenti su redditi stimati dallo strumento ma che nella realtà il cittadino non ha mai conseguito.

Tornano le “cartelle pazze”: Equitalia si scusa

Ben 309.900.000.000,58 euro, (trecentonove miliardi, avete letto bene), da pagarsi subito presso gli sportelli dell’Agente della riscossione. Ecco cosa sono le cartelle pazze. Equitalia, la società incaricata della riscossione dei tributi a quanto pare sbaglia nei conteggi. I miliardi in questione sono stati richiesti ad un operaio 40enne di Reggio Emilia.

Ma non solo. Ansa parla anche di M. P., 54 anni, di Jolanda di Savoia (Ferrara) che, a seguito della ricezione di una cartella pazza é addirittura svenuto. Lo afferma il Codacons, che assieme al contribuente, contra altri 4.500 cittadini che in questi giorni hanno ricevuto una cartella pazza.

Cartelle pazze Milano: può intervenire il Difensore civico

Nei giorni scorsi circa ventimila automobilisti di Milano e Provincia si sono visti recapitata o stanno per ricevere una “bella” raccomandata con la quale si viene invitati a pagare una cartella esattoriale per tasse o multe non pagate, altrimenti in tempi brevi è pronto a scattare il fermo amministrativo dell’automobile, ovverosia quella procedura tipicamente denominata con le “ganasce fiscali“. E così, per chi pensava magari di farla franca, dopo tanto tempo sta arrivando l’avviso di riscossione dopo aver strappato la multa per la rabbia o averla riposta e dimenticata in un cassetto con gelida noncuranza. Ma tra queste ventimila raccomandate c’è di sicuro qualche avviso di riscossione riguardante tasse o multe regolarmente pagate, ragion per cui è un’assoluta ingiustizia vedersi “bloccata” la macchina magari proprio in concomitanza con lo spostamento per le vacanze.

Dvd nelle scuole per insegnare a pagare le tasse

Occorre insegnare agli italiani l’importanza di pagare le tasse. Occorre partire presto con questa formazione, iniziando dalle scuole. Ecco quindi un dvd contenente un cartone animato distribuito nelle scuole perchè fin da piccoli si imparino gli obblighi fiscali. Il direttore generale dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera al Forum della Pubblica Amministrazione in corso a Roma ha presentato il progetto:

Abbiamo creato un kit che distribuiamo a tutte le scuole, c’e’ un dvd con un cartone animato per i bambini dove si spiega perchè bisogna pagare le imposte. Cominciamo a dare queste informazioni fin da quando si ha il primo impatto con la scuola. Cio’ significa, forse, ridurre l’influenza di quel dna che noi italiani ci portiamo dietro e che ci induce a non pagare le tasse.

Cartelle pazze: anche i defunti non hanno pace

Il recapito delle cartelle di pagamento ai contribuenti è uno dei problemi più grossi ed irrisolti nel nostro sistema fiscale, visto che buona parte di queste sono spesso incomplete, errate o addirittura “pazze“. E se già la ricezione di una cartella di pagamento per il contribuente non è di certo una cosa piacevole, tutto diventa frustrante quando magari nella cartella sono indicate cifre molto alte che il cittadino ritiene che non debba pagare; ma, al fine di evitare pignoramenti ed altre procedure esecutive, spetta purtroppo al contribuente andare a dimostrare che la cartella è errata con conseguente perdita di tempo e, spesso, anche di denaro. Le cartelle pazze, tra l’altro, nel nostro Paese arrivano ad “ondate”, con la conseguenza che i contribuenti in massa si recano presso gli uffici delle Entrate a fare lunghe file spesso inutili in quanto magari i computer dell’ufficio sono andati in tilt, e magari dopo aver cercato, invano, di poter fissare in Agenzia un appuntamento utilizzando il telefono oppure la rete Internet.