Home » Imposte » La Russia aumenta le tasse sull’export di benzina

La Russia aumenta le tasse sull’export di benzina

L’inflazione russa è senza dubbio una delle più alte d’Europa in questo preciso momento storico: è proprio per questo motivo che il governo di Mosca sta tentando in tutti i modi di contenere il livello dei prezzi al consumo, ad esempio con l’applicazione di tetti alle tariffe di determinati beni, soprattutto alimentari, ma in questi ultimi giorni è il versante fiscale a prendere sempre più piede. In effetti, la benzina per autotrazione rappresenta il prodotto su cui ci sta focalizzando maggiormente. La situazione è comunque altalenante: i prezzi di riferimento sono sì scesi, ma poi i produttori si sono visti costretti a vendere all’estero, provocando quindi un deficit di non poco conto per la vasta nazione dell’Europa orientale. Tra l’altro, le esportazioni in questione hanno assunto un nuovo appeal per i continui rialzi del petrolio in tutto il mondo. La produzione complessiva risulta però inalterata, molto vicina ai nove milioni di tonnellate.


Dopo un attento monitoraggio, si è infine arrivati alla scelta definitiva: il Cremlino ha provveduto a innalzare le imposte e i tributi che già gravavano sulle esportazioni dei carburanti, con un aumento medio quasi doppio rispetto a quanto si era abituati. In particolare, sono stati colpiti soprattutto coloro che avevano puntato sui paesi stranieri per ottenere maggiori ricavi. In termini quantitativi, questo provvedimento può essere riassunto in cifre, vale a dire si è passati dai precedenti 283,90 dollari per ogni singola tonnellata cubica fino agli attuali 408,30 dollari, oltre 124 dollari in più.

Sarà possibile avere un riequilibrio perfetto in questo modo? La speranza dell’esecutivo russo è ovviamente positiva, ma in tale maniera gli effetti negativi andranno a ripercuotersi inevitabilmente sugli automobilisti di tutta Europa, già alle prese con tariffe non molto incoraggianti. Secondo il premier Vladimir Putin, le maggiori ripercussioni dell’inasprimento fiscale saranno quelle delle compagnie petrolifere, ragione per la quale si attenderà ancora per introdurre nuovi standard di carburante.