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Rinascono i consigli tributari: ecco i dubbi dei Comuni

Mancano pochi giorni ormai alla vera e propria rinascita dei Consigli Tributari: ma di cosa si tratta esattamente? I Comuni italiani si affidano con grande fiducia al loro operato, soprattutto in vista di una più intensa lotta all’evasione fiscale e dell’Erario, ma in molti nutrono dubbi circa la struttura e la reale efficacia. Bisogna subito precisare che questi specifici organismi esistevano già qualche tempo fa, più precisamente nel corso degli anni Settanta, quando vi furono delle esperienze non troppo felici in tal senso; ora, con l’introduzione della cosiddetta manovra correttiva, si vuole provvedere a rendere più solida la collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza e l’Inps. L’obiettivo principale, piuttosto utopistico, sarebbe quello di reintrodurre i consigli entro la fine di questo mese, in modo da aumentare il premio per gli stessi comuni, ma non si comprende ancora bene la vera utilità di questi enti.


Anzi, ci sono anche moltissimi sindaci che non hanno espresso parole così lusinghiere nei loro confronti, dichiarando tutta la perplessità e la diffidenza possibile. In particolare, i comuni di dimensioni più piccole hanno parlato espressamente di troppi problemi legati alla tempistica e all’organizzazione, precisando che la norma in questione parte subito come difettosa, visto che la soluzione prospettata in questo caso è una sorta di consorzio. Uno degli adempimenti più discussi in proposito riguarda i sessanta giorni che sono stati prefissati per quel che concerne la risposta alle richieste di verifica avanzate dalla nostra amministrazione finanziaria.

Il riferimento è quello degli accertamenti di tipo sintetico, che si sta tentando di risolvere con molte attività di formazione del personale specializzato. Torino è la città che sta investendo da più tempo su questi consigli tributari, ma occorre maggiore precisione in relazione alle riscossioni dall’Agenzia delle Entrate. Inoltre, con il premio del 33%, anche un piccolo comune di circa duecentomila abitanti potrebbe anche permettersi di pagare un funzionario in più.