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Quando il Fisco non è efficace: cancellato il codice tributo PIEM

Il 23 aprile del 2007 il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato una fondamentale legge regionale, vale a dire la numero 9 proprio di quell’anno: un testo normativo fondamentale perché, di fatto, si è trattato della legge finanziaria per l’anno 2007 con le varie disposizioni e interventi in materia di bilancio. Ebbene, proprio in relazione a questa legge doveva essere anche usato un apposito codice tributo (PIEM), al fine di usufruire in maniera corretta del credito d’imposta contenuto nei vari articoli della novella. Ora, quello stesso codice PIEM non ha più ragione di esistere, visto che, in forza della risoluzione 102/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare due giorni fa, esso è stato eliminato e soppresso in modo definitivo. Quali ragioni hanno portato a una decisione fiscale così perentoria?


Anzitutto, c’è da ricordare che la legge 9 del 2007 prevedeva la possibilità per tutte quelle imprese che avevano beneficiato del contributo introdotto da un altro testo, la legge 365 del 2000 (recante gli “Interventi urgenti a favore delle zone danneggiate dalle calamità idrogeologiche dell’ottobre e novembre 2000”), di recuperare la quota di Irap, una operazione da porre in essere mediante il riconoscimento del credito di imposta in compensazione. Quest’ultima spesa però è venuta meno, ma non ci sono stati ostacoli o difficoltà di applicazione, semplicemente i motivi sono legati alla tempistica.

In effetti, l’iter procedurale è stato seguito nel dettaglio, subito dopo la promulgazione della legge piemontese, già nel settembre del 2008 (quindi un anno e mezzo dopo), la regione settentrionale e la nostra amministrazione finanziaria hanno posto in essere una convenzione; in essa era contenuta la disciplina delle attività connesse alla fruizione del credito, mentre la risoluzione 360/E ha sancito la nascita del sopracitato codice tributo PIEM, il quale doveva essere sfruttato attraverso il modello F24. L’accordo aveva però una durata di due anni e, visto che la scadenza risale allo scorso 23 settembre, il codice è stato accantonato.