L’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad emanare in data odierna una Circolare, la numero 40/E, grazie alla quale, in ottemperanza tra l’altro a delle richieste avanzate dal Garante per la Privacy, cambiano alcune cose sulle modalità di deduzione e di detrazione fiscale dei farmaci acquistati dal contribuente. Attualmente, in particolare, è in vigore la norma che impone, ai fini della detrazione e della deduzione d’imposta sui farmaci la presenza dello scontrino parlante indicante sia il nome del farmaco, sia la quantità, sia il codice fiscale del contribuente; ebbene, nei mesi scorsi il Garante ha messo in evidenza come la presenza del nome del farmaco sullo “scontrino parlante” violasse la privacy del contribuente, visto che poi ogni anno, tra l’altro, le copie degli scontrini vengono consegnate ai CAF o al commercialista con la conseguenza che si viene gioco forza a sapere di quale patologia soffre il contribuente.
L’Ue vara un nuovo corso in e-learning per Fiscalis 2013
La Commissione Europea ha provveduto a sviluppare un corso in e-learning (la modalità telematica di apprendimento a distanza) che andrà a integrarsi col programma Fiscalis 2013: in sostanza si tratta di sei ore di formazione dal punto di vista teorico e pratico e di altri 14 moduli dedicati sempre al progetto dell’Unione Europea. Quali obiettivi si vogliono perseguire in tal senso? Anzitutto, l’intento principale è quello di agevolare i compiti e i lavori svolti dai funzionari delle varie amministrazioni finanziarie europee, ma non solo; infatti, il corso offre la possibilità, a tutti coloro che hanno intenzione di andare ad approfondire gli argomenti legati al Fisco, di avere una buona conoscenza di base per quel che riguarda la direttiva comunitaria 112 del 2006, meglio conosciuta come “direttiva Iva”. Quest’ultima ha revisionato la struttura normativa di una precedente direttiva del 1977 e, da circa due anni, rappresenta il punto di riferimento principale per tutta la legislazione europea in materia. Ma la prospettiva non è solo comunitaria, in quanto tale norma è anche la base fondamentale della legislazione nazionale sull’Imposta sul Valore Aggiunto. La direzione generale delle fiscalità insieme all’Unione doganale della stessa Commissione Europea hanno curato nel dettaglio la formazione che viene proposta nel corso.
Veneto: verso dimezzamento tassa acqua minerale
I leader di Pdl, Udc, Nuovo Psi e Lega hanno affermato:
La maggioranza di centrodestra e’ disponibile a rivedere il regime di tassazione attualmente vigente in Veneto, che risulta essere il piu’ alto nel panorama nazionale. Domani sera – ha aggiunto il capogruppo del Pdl Sernagiotto – concluse le votazioni sulla manovra di assestamento, chiedero’ all’aula che la legge sulle acque minerali sia discussa subito, prima di affrontare il provvedimento sulla caccia in deroga.
Il capogruppo però lega il voto a precise garanzie. I partiti chiederanno che sia posta salvaguardia dei livelli occupazionali, impegno a pagare la tassa per gli anni pregressi e chiusura del contenzioso con la Regione in merito agli 8 milioni di euro dovuti e non ancora pagati.
Arretrati e Tfr: come si calcola l’IRPEF
Sia gli arretrati da lavoro dipendente, sia le somme riscosse da trattamento di fine rapporto, sono soggette all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF); in entrambi i casi, applicando il metodo della cosiddetta “tassazione separata“, il calcolo viene effettuato in via preventiva dal datore di lavoro, in qualità di sostituto di imposta. Dopodiché, sarà l’Agenzia delle Entrate che, in funzione dei redditi percepiti e dichiarati dal contribuente negli anni precedenti, provvederà ad effettuare il calcolo definitivo. In particolare, per quanto riguarda il calcolo dell’imposta sugli arretrati da lavoro dipendente, la base da prendere in considerazione è quella relativa ai redditi medi percepiti dal contribuente nei due anni precedenti; pur tuttavia, se nei due anni precedenti non è stato percepito alcun reddito, sugli arretrati, in accordo con quanto riporta l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2009, sarà applicata l’aliquota IRPEF del 23%.
Francia, è boom per le dichiarazioni online: +30%
Il 2009 è stato l’anno dei record per le dichiarazioni dei redditi presentate via internet dai contribuenti francesi: il numero di tali documenti elettronici è salito fino a 9 milioni 700mila, vale a dire un aumento di più del 30% rispetto ai dati fatti riscontrare nel 2008. L’annuncio è arrivato tramite una conferenza stampa del ministro del bilancio e dei conti pubblici, Eric Woerth, il quale ha anche dichiarato che l’obiettivo delle oltre 8 milioni di dichiarazioni è stato superato in maniera netta. Quali sono i motivi di questo successo? I contribuenti transalpini sono stati conquistati soprattutto dalle numerose semplificazioni introdotte nell’ambito della presentazione delle dichiarazioni. L’iter procedurale è scandito da tempi e fasi ben precise. Tra aprile e maggio il soggetto che deve effettuare la dichiarazione riceve dal Fisco il modulo già compilato; si ha poi tempo fino al 30 giugno per inviare il modello dichiarativo o, se si usufruisce della modalità elettronica, per presentarlo telematicamente.
Rimborsi fiscali per i contribuenti della Regione Toscana
Anche nella Regione Toscana tanti contribuenti si apprestano a ricevere o hanno già ricevuto a mezzo posta le notifiche per i rimborsi fiscali; le persone fisiche interessate nella Regione ai rimborsi sono ben 50 mila per un ammontare complessivo di tasse restituite pari a ben 35 milioni di euro. L’importo medio di ogni istanza di rimborso è pari a 710 euro, e la Direzione regionale delle Entrate, a tal fine, ricorda ai contribuenti di stare molto ma molto attenti alle truffe via posta elettronica. Sono stati infatti rilevati messaggi e-mail truffa in cui si chiede ai contribuenti, per accedere ai rimborsi, di inviare i propri dati e le proprie coordinate bancarie; ma trattasi chiaramente di una frode bella e buona visto che l’Agenzia delle Entrate, e nessuna delle sue Direzioni regionali, richiede mai e poi mai informazioni e dati di qualsiasi tipo da inoltrare a mezzo posta elettronica.
Terremoto: rinviato pagamento tasse
Ulteriormente rinviato il pagamento delle tasse da parte dei terremotati in Abruzzo (finora era previsto che il pagamento arretrato delle tasse dovesse iniziare dal prossimo mese di gennaio), inoltre la rateizzazione degli arretrati verrà più che raddoppiata. Il rinvio é contenuto in un comunicato del Tesoro, dove si legge inoltre:
È stato concordato tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ed il sottosegretarioBertolaso che, con Ordinanza di protezione civile, l’inizio del recupero dei tributi e contributi finora sospesi, sarà rinviato; è stato inoltre deciso che la durata del periodo di rateizzazione verrà più che raddoppiata.
Cinque per mille: anche le erogazioni alle onlus valgono come beneficienza
Attraverso la risoluzione 192/E, l’Agenzia delle Entrate è tornata a parlare di cinque per mille e dei relativi regimi fiscali agevolati: secondo quanto emerge dal documento, anche quelle erogazioni che derivano dalle quote del cinque per mille, infatti, e da destinare a organismi senza scopo di lucro (le famose onlus) rappresentano una forma di attività di beneficienza e consentono di ottenere i benefici fiscali conseguenti, nel rispetto comunque di determinate e precise condizioni. La nozione e delimitazione del concetto di beneficienza sono attualmente inserite nell’articolo 30 del decreto anti-crisi: gli enti che possono mantenere la qualifica di onlus, e quindi usufruire del regime fiscale agevolato, sono, anzitutto gli enti che offrono erogazioni gratuite in denaro o natura direttamente ai più poveri, ma anche quei soggetti che concedono erogazioni in favore degli enti senza scopo di lucro e che operano, in particolare, in settori di utilità sociale. Come aveva già precisato una precedente circolare dell’Agenzia, gli enti destinatari di queste erogazioni devono essere senza scopo di lucro ed operare in particolari settori di assistenza sanitaria e sociale, dell’istruzione e sport dilettantistico.
Evadere il Fisco: più facile con i pagamenti in contanti
Per evadere il fisco non è necessario portare i capitali all’estero e/o creare società fittizie nei paradisi fiscali. Molto spesso basta semplicemente sfuggire alla tracciabilità dei pagamenti effettuando le transazioni in contanti; in passato, sopra una certa soglia, era obbligatorio in Italia saldare fatture, parcelle e prestazioni con bonifico bancario e/o con carta di credito, ma da un po’ di tempo tutto e tornato come prima e, di conseguenza, è facile “incappare” nel libero professionista che con la fattura vuole un determinato ammontare, mentre senza fattura c’è lo “sconto”. La conseguenza di tutto ciò è che il fenomeno dell’evasione fiscale, nonostante le indagini ed i controlli all’ordine del giorno da parte della Guardia di Finanza, non è così semplice da contrastare se, come riporta Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, nel nostro Paese è tornato il boom delle transazioni in contanti con una crescita che sfiora il 20%. L’Associazione stima che complessivamente l’imposta evasa ammonti a ben 126 miliardi, a conferma di come le misure anti-evasione fin qui messe a punto siano insufficienti nel contrastare un fenomeno a dir poco dilagante.
Tassa riserve auree: Bce boccia proposta del governo
La Bce non da’ l’ok all’emendamento al decreto anticrisi che avrebbe modificato la tassazione sull’oro non commerciale e cambiato il regime fiscale al quale sono soggette le riserve auree di Bankitalia. Secondo la Bce:
La proposta pregiudica l’indipendenza finanziaria della Banca d’Italia, favorendone una riduzione di risorse che non ha alcun rapporto con l’ammontare dei profitti realizzati.
Inoltre la Bce ha affermato che con il decreto viene pregiudicata «l’indipendenza istituzionale» di Via Nazionale, che è responsabile della detenzione e della gestione di riserve estere. Infine, come si legge in una nota della Bce:
Secondo la Consulta l’Irap non è un’imposta incostituzionale
L’Irap ha ottenuto un importante riconoscimento da parte della Corte Costituzionale: l’ordinanza della Consulta è giunta dopo due anni e mezzo di rinvii ed ha sancito la piena legittimità dell’imposta regionale sulle attività produttive. La decisione è arrivata dopo che nel corso degli anni erano giunte numerose censure da parte di molte commissioni tributarie (soprattutto quelle di Genova e Bologna), le quali avevano messo in discussione il fatto che l’Irap fosse indeducibile ai fini delle imposte dell’Erario, ragionando in un’ottica di proporzionalità del prelievo alla reale capacità contributiva. La situazione è stata, per così dire, sanata dalla recente messa a punto di alcune novità legislative, che hanno in parte modificato il quadro normativo in cui le stesse commissioni avevano messo in dubbio la correttezza costituzionale del tributo.
Cassetto fiscale: come funziona
Il cassetto fiscale è un utilissimo strumento telematico che “mette in contatto” l’Amministrazione Finanziaria con il contribuente, con quest’ultimo che può effettuare, nei confronti dell’Anagrafe tributaria, tutta una serie di interrogazioni che riguardano la propria posizione fiscale. Trattandosi di un servizio telematico, il contribuente può farne uso direttamente da casa, ed in tutta sicurezza, senza bisogno di recarsi, per acquisire le stesse informazioni, presso gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate magari facendo lunghe ed estenuanti file allo sportello. Il cassetto fiscale è uno strumento attivo tutti i giorni della settimana, in qualsiasi orario tranne che la mattina dalle ore 5 alle ore 6 per le attività di aggiornamento e di manutenzione. Per accedere al cassetto fiscale, in accordo con quanto fa presente l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2009, il diretto interessato, se è un utente di Fisconline, dovrà utilizzare per l’accesso il codice PIN in corrispondenza della pagina protetta telematici.agenziaentrate.gov.it, oppure nel caso in cui il soggetto sia un utente Entratel il dato da inserire è quello relativo al proprio codice personale.
L’ex socio che non comunica col Fisco rischia di pagare imposte e sanzioni
La comunicazione col Fisco è da sempre un elemento fondamentale e imprescindibile: tale fattore è ora stato ancor più evidenziato da una sentenza della Corte di Cassazione (la 11548 dello scorso 19 maggio), la quale ha espressamente disposto che un socio che esce da una compagine aziendale è tenuto a pagare imposte, interessi e sanzioni nel caso non abbia comunicato all’Amministrazione Finanziaria la propria uscita dalla società. In questo caso, poi, a tale soggetto non è nemmeno consentito effettuare una rivalsa nei confronti della stessa azienda che lo ha inserito nella dichiarazione dei redditi anche dopo l’allontanamento. La sentenza della Cassazione si riferiva al caso di una richiesta di risarcimento proposta da un agente assicurativo verso un suo ex socio. Non è stato dunque possibile accettare la domanda di risarcimento del danno per l’erronea comunicazione dei dati fiscali: il Fisco ha precisato di non essere a conoscenza della cessazione dell’attività del soggetto, ed ha quindi ritenuto non fedele la dichiarazione di quest’ultimo, che aveva dichiarato un reddito nettamente inferiore. L’onere di comunicare all’Amministrazione la conclusione del rapporto di lavoro spettava solamente al socio, insieme all’impugnazione dell’erroneo accertamento del Fisco.
Meno tasse per chi innova e più ammortizzatori sociali
Con la fiducia al “Decreto anticrisi“, la Camera dei Deputati ha dato il via libera a tutta una serie di proroghe e provvedimenti che, tra l’altro, riguardano il mondo del lavoro e delle imprese. Le società, in particolare, potranno far leva sulla detassazione degli utili reinvestiti se la destinazione è quella relativa all’acquisto di nuove apparecchiature e macchinari per l’esercizio dell’attività e per il miglioramento delle condizioni e della sicurezza sul luogo di lavoro. Usufruendo del bonus fiscale, pena la relativa decadenza, l’imprenditore che si avvale di tale beneficio non dovrà cedere a terzi le apparecchiature o i macchinari acquistati prima che sia scaduto il secondo periodo di imposta susseguente all’acquisto. Gli imprenditori, tra l’altro, possono investire non solo in innovazione per usufruire di agevolazioni, ma anche nel capitale d’impresa, visto che il “Decreto anticrisi” permette altresì di far leva su uno sgravio dell’imposta sui redditi delle società (IRES) pari al 3% per gli aumenti di capitale fino alla quota dei 500 mila euro.