Fisco d’estate: ispettori all’opera sulle spiagge e nelle discoteche

 Quest’anno per gli “evasori estivi” la stagione si fa sempre più “complicata”. E’ in corso già da qualche settimana, da parte degli ispettori del Fisco, una raffica di controlli su tutte le coste ed i litorali del nostro Paese al fine di accertare eventuali posizioni evasive da parte degli operatori economici che, in questo periodo, fanno buoni affari. Trattasi, nello specifico, degli stabilimenti balneari, ristoranti che operano nelle località turistiche e nelle città d’arte, ma anche società di noleggio, parcheggi e proprietari di beni di lusso a partire dalle barche. Nei giorni scorsi, ad esempio, è stata scovata nel Lazio una maxi-evasione, nel settore del noleggio con conducente, riguardante la cessione delle autorizzazioni senza effettuare alcuna dichiarazione al Fisco. Ma nel mirino delle Entrate ci sono anche i night club, le discoteche ed i “party estivi” spesso organizzati senza le necessarie autorizzazioni e senza alcuna dichiarazione degli introiti della serata al Fisco.

La nuova legge svedese eviterà la doppia imposizione fiscale sui redditi

 Sono ormai passati due mesi da quando il governo svedese ha presentato una proposta di legge molto interessante dal punto di vista fiscale: se infatti vi sarà l’approvazione, tale legge andrà a introdurre i cosiddetti Apa, acronimo che sta per Advance Princing Agreements nell’ordinamento tributario del paese scandinavo. Si tratta di una novità rilevante, in quanto fino ad oggi i contribuenti svedesi hanno dovuto anzitutto provveduto a determinare il metodo di calcolo dei prezzi di trasferimento transnazionali, al fine di evitare la doppia imposizione economica sui loro redditi. In questo caso, si è fatto riferimento al modello Ocse di convenzione fiscale dedicato alla Mutual Agreement Procedure, già presente in molti altri trattati sottoscritti dalla stessa Svezia. Cosa si intende per Apa? Sostanzialmente, si tratta di un’intesa tra il contribuente e il fisco, la quale consente di fissare il metodo di determinazione del prezzo di libera concorrenza in relazione alle transazioni oggetto dell’accordo.

 

Dichiarazione redditi: 5xmille all’Unicef, ma su 10 euro solo 6 ai poveri

 Quante volte al supermercato troviamo dinanzi a noi giovani studenti che chiedono un contributo per associazioni ummanitarie: la fame nel mondo, l’Aids, sclerosi multipla, sono solo alcuni dei mali che attanagliano il pianeta in questo secolo.

Piccoli gesti, pochi euro che possono fare qualcosa, se siamo in tanti a contribuire. Per dovere di cronaca dobbiamo però dire che non tutto il denaro che doniamo va realmente ai bambini poveri. L’Unicef per esempio si avvale di quasi un milione di euro di consulenze in Italia e 16 milioni di dollari di altre collaborazioni esterne a New York, 956mila euro di spedizioni postali a Roma e 74 milioni di dollari investiti dall’ufficio centrale negli Stati Uniti per la comunicazione interna e istituzionale.

Ci sono quindi parecchi costi da sostenere. Sono inoltre da aggiungere l’affitto delle sedi e l’acquisto di beni per la raccolta dei fondi: quasi un miliardo di dollari di gestione generale.

Contributi previdenziali: quelli obbligatori sono deducibili senza limiti

 I contributi, sia assistenziali, sia previdenziali, il cui pagamento risulta essere obbligatorio così come previsto dalla Legge, sono integralmente deducibili dal reddito, ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) senza alcun tetto o massimale di importo. Lo stesso, inoltre, dicasi anche per quei contributi che, pur non essendo obbligatori, sono versati in via facoltativa dall’assicurato all’ente pensionistico obbligatorio cui appartiene. A ricordarlo nell’Annuario del Contribuente 2009 è l’Agenzia delle Entrate, precisando altresì come, di conseguenza, siano integralmente deducibili dal reddito senza limiti, ad esempio, anche i contributi previdenziali versati sia per il riscatto degli anni di durata legale dei corsi di laurea, sia per quelli che l’assicurato versa ai fini del ricongiungimento dei propri periodi assicurativi.

Inps: nuova procedura invalidità civile

 Dal 1° gennaio 2010 cambierà la disciplina sull’invalidità civile in modo che a tutti i cittadini sia assicurata trasparenza ed equità nel trattamento. Ma non solo. Saranno intensificati i controlli per stabilire chi ha veramente bisogno della pensione ed evitare quindi che invalidi fasulli percepiscano redditi che spetterebbero ad altri. Si cercherà in oigni modo di evitare qualsiasi forma di frode.

L’incremento costante sia del numero dei beneficiari, che dai circa 2,5 milioni del 2008 arriverà nel 2009 a sfiorare i 3 milioni – afferma il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua – sia della spesa, che crescerà dai circa 15 miliardi di euro pagati nel 2008 ai 16,2 miliardi di euro previsti per il 2009, ha suggerito all’Istituto di farsi promotore di una iniziativa nei confronti del governo, che è stata recepita con l’emanazione della nuova disciplina contenuta nell’art. 20 della legge 102 del 3 agosto 2009, il cosiddetto “decreto anticrisi”.

Arte libraria: la pubblicazione sconta l’Iva al 4%

 La risoluzione 223/E dell’Agenzia delle Entrate è entrata nel merito della possibilità di applicazione dell’aliquota ridotta dell’Iva del 4% a quelle pubblicazioni editoriali che possono essere ricondotte alla categoria dei “libri”. Quali caratteristiche deve avere il libro in questo senso? Anzitutto, deve essere un prodotto stampato e possedere un evidente carattere informativo; è proprio grazie alle sue funzioni divulgative e scientifiche che una pubblicazione di questo tipo può essere ricollegata all’aliquota ridotta dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Le categorie citate dal documento delle Entrate sono molteplici: si tratta essenzialmente di servizi che consistono nella composizione, montaggio, duplicazione e stampa di libri, giornali e periodici. La pubblicazione di questa importanze risoluzione dell’Agenzia si è resa necessaria a seguito dell’interpello circa l’affidamento a una tipografia dei servizi di consegna e confezionamento dei materiali per una raccolta normativa.

 

Rimborsi fiscali su richiesta: attenzione ai termini di decadenza

 Nel caso in cui un contribuente, per qualsiasi ragione, provveda ad effettuare dei versamenti di imposte che sono o non dovute, oppure versate in eccesso rispetto all’importo effettivo da pagare, il rimborso fiscale non è automatico ma sarà eseguito solo ed esclusivamente su esplicita richiesta. A ricordarlo è l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2009, precisando altresì come esistano dei termini di decadenza, per la presentazione della domanda di rimborso, oltre i quali le somme pagate ma non dovute, oppure in eccesso, non potranno più essere recuperate. Nel dettaglio, il contribuente è chiamato a presentare all’Amministrazione finanziaria un’apposita istanza, entro 36 mesi dalla data di versamento, per le imposte indirette versate in eccesso o non dovute alle Entrate; stiamo parlando, per rendere l’idea, di imposte come quelle di registro, l’Invim, le imposte di bollo e quelle per le successioni e le donazioni.

Controlli fiscali Roma: giro di vite sul settore noleggio con conducente

 A Roma da qualche giorno è scattato il giro di vite sul settore dei servizi di noleggio con conducente, ed in particolare sulla cessione dell’autorizzazione dell’esercizio dell’attività ad altri soggetti. L’operazione, secondo quanto ha reso noto la Direzione Regionale Lazio dell’Agenzia delle Entrate, ha già portato all’immediata riscossione di oltre 750 mila euro, e la contestuale notifica di 3,2 milioni di euro derivanti dall’attività di accertamento. Nello specifico, grazie a dei controlli mirati, ed all’acquisizione, in virtù della collaborazione del Comune di Roma, dell’elenco dei titolari delle autorizzazioni per attività di noleggio con conducente, sono state già scoperte ben duecento operazioni di cessione delle autorizzazioni senza che sia stata effettuata la regolare comunicazione al Fisco. Le indagini effettuate e quelle in corso vengono coordinate dalla divisione Accertamento dell’Agenzia delle Entrate, Direzione Regionale Lazio, con il coinvolgimento di ben sedici uffici regionali delle Entrate.

Rallenta trend negativo entrate fiscali, lotta all’evasione continua

 Il fisco italiano ha una boccata d’aria: le entrate non continuano a calare ed anche il debito pubblico é in miglioramento. Gli incassi da lotta all’evasione fiscale stanno dando i loro risultati. Il debito diminuisce di un miliardo di euro a giugno rispetto a maggio, le entrate sono sempre negative ma il trend negativo rallenta.

Secondo i dati di Bankitalia in giugno le entrate tributarie sono state di 45,058 miliardi di euro da 46,648 miliardi un anno prima causato però solo dallo slittamento delle scadenze fissate per il versamento delle imposte per i contribuenti soggetti agli studi di settore. Difatti le Finanze registrano un aumento dell’1,7% delle imposte su patrimonio e reddito e una riduzione del 10,2% di quelle sugli affari e del 6,3% per le imposte indirette.

I papers del Fmi: effetti e soluzioni fiscali legati alla crisi

 I papers pubblicati di recente dal Fondo Monetario Internazionale hanno inteso mettere in luce quelli che sono stati gli effetti prodotti dalla crisi finanziaria sulle entrate delle amministrazioni fiscali, ma anche i metodi da utilizzare per porre un freno alle operazioni maggiormente elusive. Come ha sottolineato lo stesso Fondo, con la congiuntura economica negativa e il peggioramento delle condizioni finanziarie, le agenzie del fisco sparse in molti paesi hanno dovuto affrontare nuove sfide, legate soprattutto alla crescita del rischio di compliance (il quale ha coinvolto molte questioni tributarie) e le perdite riportate dalle imprese. Questo paper è stato intitolato “Collecting Taxes during an economic Crisis: challenges and policy options”. Il suo obiettivo è quello di esaminare molte tematiche di rilievo internazionale, tra cui la riscossione delle imposte durante la crisi, gli strumenti a disposizione del fisco per contrastare la stessa crisi e i rischi per il settore finanziario. Riguardo, poi, alla questione delle operazioni potenzialmente elusive ed evasive, il paper dell’Fmi ha concentrato la propria attenzione soprattutto sulla disciplina del riporto delle perdite e delle operazioni cross-border.

 

Il Belgio propone agevolazioni fiscali anche per i non residenti

 Il Belgio sta per offrire delle nuove opportunità fiscali per i cittadini non residenti: infatti, anche coloro che non risiedono nello Stato dal punto di vista del Fisco, ma che comunque svolgono attività d’impresa potranno beneficiare della deduzione sui redditi derivanti da brevetti. L’interessante sconto fiscale si presta però a manovre artificiose, relative soprattutto alla quantificazione dei prezzi di trasferimento infragruppo. È proprio per tale motivo che le disposizioni sono state pensate anche per scongiurare questo rischio; i redditi che si riferiscono a soggetti esteri non sottoposti a tassazione in Belgio, non possono essere ammessi allo stesso modo all’agevolazione in questione. La normativa belga prevede, in effetti, una deduzione sui redditi che derivano dall’uso di brevetti, vale a dire i diritti di sfruttamento delle nuove invenzioni che possono essere applicate nel settore industriale.

 

Evasione fiscale: l’Italia “primeggia” in Europa

 Quello dell’evasione fiscale nel nostro Paese è diventato negli anni un vero e proprio “sport nazionale”, al punto che tale modello viene esportato ed è frutto di imitazioni all’estero. Non a caso, secondo quanto emerge da un’indagine effettuata da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, il nostro Paese è primo nella speciale classifica europea del maggior reddito in termini percentuali non dichiarato; il tasso di imponibile non dichiarato, secondo quanto emerso dai dati a cura delle Polizie tributarie dell’UE, è in Italia pari al 51%, ben più alto della Romania che, con il 42,7%, è al secondo posto; al terzo, al quarto ed al quinto posto ci sono la Bulgaria, l’Estonia e la Slovacchia. Insomma, in materia di evasione fiscale l’Italia batte in solitario i Paesi dell’Est Europa, ma quali sono le categorie economiche ed i soggetti che più di tutti evadono il fisco?

La Tia è una tassa non una tariffa

 La TIA sostituisce la vecchia TARSU (tassa smaltimento rifiuti) e stabilisce l’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di applicare ai contribuenti una forma di esborso per la gestione dei rifiuti proporzionale al reale utilizzo del servizio. La vecchia tassa TARSU era infatti commisurata unicamente sulla quantità di superficie occupata e non sulla produzione dei rifiuti: chi aveva una casa più grande pagava di più anche se in quella casa abitava una sola persona, quindi indipendentemente dall’effettivo o presumibile conferimento di rifiuti.

E’ stata dichiarata illegittima l’imposta sul valore aggiunto applicata alla Tia. Lo ha stabilito una sentenza della Corte Costituzionale: la Tia é un tributo e quindi non é soggetta ad IVA, si tratta per cui di una tassa e non di una tariffa.

Fisco britannico: le novità in materia di transfer pricing

 Lo scorso 23 aprile lo Special Commissioner of Income Tax, il primo grado della giustizia tributaria britannica, aveva pubblicato una storica sentenza circa il transfer pricing, anche se, bisogna sottolinearlo, l’interesse valica i confini dello stesso Regno Unito. Si tratta di una questione fondamentale, che concerne la determinazione dei prezzi di trasferimento infragruppo e dei cosiddetti prezzi “comparables. Quale caso è stato al centro di questo confronto? La Dsg Retail Ltd, tra i maggiori distributori britannici per quel che riguarda i beni di largo consumo e i prodotti elettronici, era finita sotto l’attenzione del fisco del Regno Unito per i premi pagati tra il 1996 e il 2004 ad entità residenti nell’Isola di Man; in particolare, come già accennato in precedenza, la questione rilevante si riferiva alla determinazione dei prezzi di trasferimento.