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La novità fiscale dell’Hamburger Tax

Chi poteva immaginare che perfino il cibo spazzatura divenisse oggetto dell’imposizione fiscale? La realtà ha invece superato la fantasia e ancora una volta l’Ungheria si è segnalata per questa novità: a conti fatti, però, sono in molti che storcono il naso al solo pensiero di una tassa simile, la quale andrebbe a coinvolgere diversi cibi, come ad esempio, il caffè, i formaggi e le bevande, ma soprattutto due tipici alimenti spazzatura, vale a dire gli hamburger e le patatine fritte. Vita dura per i più golosi? La cosiddetta “hamburger tax” potrebbe trovare terreno fertile a Budapest e dintorni già nei prossimi giorni, una sorta di compensazione nei confronti di tutto quel denaro che viene stanziato per le cure sanitarie di malattie collegabili al cibo: diabete e obesità sono dunque visti come troppo costosi e il nuovo tributo non è altro che la soluzione finale. Tra l’altro, la produzione in questione comporta sprechi eccessivi di acqua e allevamenti fin troppo intensivi.


In terra magiara il messaggio lanciato è chiaro, chi consuma le maggiori quantità di tali alimenti deve al fisco somme più alte. Non si tratta, comunque, di una novità assoluta, dato che in un passato non troppo lontano anche la Francia, la Germania e la Romania avevano seguito la stessa strada: qual è stato il risultato in quei casi?

A dire il vero, i precedenti non sono affatto incoraggianti, il governo di Bucarest ha lanciato a più riprese questa iniziativa fiscale, per poi fare marcia indietro immediatamente dopo, mentre a Parigi e a Berlino hanno trionfato i colossi del settore e le lobby, non bisogna dimenticare che multinazionali come McDonald’s e Burger King sono molto potenti dal punto di vista finanziario. L’unica certezza, in conclusione, è che nel caso di un’approvazione definitiva da parte del Parlamento, l’esperienza ungherese relativa alla Hamburger Tax sarebbe la prima in assoluto a livello mondiale.

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