Montecarlo: svolta fiscale sulle vendite immobiliari

Il Principato di Monaco tenta di voltare pagina dal punto di vista fiscale: l’amministrazione finanziaria di Montecarlo ha infatti deciso, non senza qualche sorpresa, di impedire quelle cessioni immobiliari che vengono poste in essere con delle società offshore. Molti ricchi si recano proprio qui alla ricerca della casa dei sogni, visto che il mercato di riferimento consente degli sgravi tributari imbattibili, nonostante le tariffe siano da tempo salite alle stelle (il prezzo minimo è di poco inferiore ai due milioni di euro). Il costo in questione spetta anche al fisco per l’appunto, il quale è in grado di far fruttare un prelievo del 6,5% su ogni singola compravendita, percentuale che cresce nell’ipotesi di un contratto di mutuo. Questo “tesoretto” pone però anche il problema delle società offshore, un accorgimento di molti contribuenti che in questo modo sono in grado di occultare i dati anagrafici dei contraenti e di acquistare con un versamento minimo di tasse e imposte, se non con pagamenti nulli.

Come mai questa marcia indietro così inattesa? Il fenomeno è fin troppo dilagante e gli abusi di qualunque tipo hanno finora avuto la meglio: in alcuni casi, poi, la criminalità organizzata è riuscita a fare affari tramite queste compravendite così particolari, una deriva che non poteva più essere tollerata. L’ultima novità riguarda un taglio piuttosto netto del carico fiscale esercitato dal principato sulle cessioni.

Quindi, non vi sarà più un’aliquota massima del 7,5%, bensì una più consona del 4,5%, inoltre, le compagnie offshore non saranno più tollerate, limitando le operazioni alle sole società che sono registrate nel territorio monegasco, oppure altre aziende su cui viene però esercitato un controllo. Il blocco riguarda quelle cessioni in cui una delle parti coinvolte è una impresa fittizia di un determinato centro finanziario; le identità precise saranno invece premiate con delle transazioni più redditizie e con sconti importanti.