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Iva gas caldaie: class action del Sunia

In Italia esiste un divario del 10% in termini di Iva applicata sul gas consumato per gli impianti centralizzati rispetto a quelli autonomi. Per l’impianto autonomo, infatti, si paga l’Iva ridotta al 10%, mentre per quello centralizzato scatta l’Iva al 20%; a mettere in evidenza questa disparità è il Sunia, Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, che al riguardo ha reso noto l’avvio di una class action contro l’Agenzia delle Entrate. Questo perché la differenza relativa all’applicazione dell’Iva non viene effettuata e valutata in funzione del consumo medio di gas da parte dell’utente finale, ma in relazione alla tipologia di impianto per la produzione di acqua calda. Per questo il Sunia, nel far presente come il riscaldamento per le famiglie italiane sia il più tassato del Vecchio Continente, con la class action punta a fare in modo che l’Agenzia delle Entrate provveda a modificare un orientamento che a carico degli utenti finali non solo è penalizzante, ma anche palesemente anomalo.

Il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, e l’associazione dei proprietari utenti (APU), hanno raccolto al riguardo numerose contestazioni da parte di inquilini e condomini colpiti da quella che risulta essere una tassazione iniqua che fa lievitare i costi ben oltre la media che si rileva negli altri Paesi dell’Unione Europea.

Basti pensare, in accordo con quanto recita nota emessa dal Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, che nel nostro Paese ci sono su un totale di 935 mila condomini ben 420 mila che hanno l’impianto di riscaldamento centralizzato e che pagano sul consumo di gas l’imposta sul valore aggiunto (Iva) al 20%. Grazie ad un Decreto legislativo, il numero 198 dello scorso anno, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, in materia di class action contro la pubblica amministrazione, ha così diffidato ufficialmente l’Agenzia delle Entrate a correggere il proprio orientamento entro un termine massimo di 90 giorni.