Riforma fiscale: Confapi, passare dalle promesse ai fatti

In questi ultimi giorni a tenere banco a livello politico è l’apertura del Ministro all’Economia, Giulio Tremonti, alla messa a punto della riforma fiscale. In particolare, l’intento dell’attuale Governo di centrodestra è quello di andare a ridurre le aliquote Irpef da cinque a tre a fronte di una contestuale sforbiciata alle agevolazioni fiscali. Siamo ancora però alle ipotesi, anzi alle parole! E non a caso il presidente della Confapi, Paolo Galassi, nel considerare la riforma fiscale come necessaria, ha colto l’occasione per sottolineare come ora finalmente si debba passare dalle promesse ai fatti. Per il presidente della Confederazione italiana della piccola e media industria privata, infatti, serve con urgenza, quindi in tempi rapidi, che il Governo attui una riforma del Fisco al fine di renderlo più equo e quindi instaurare in tutto e per tutto un nuovo rapporto sia con i cittadini, sia con le imprese.

Iva gas caldaie: class action del Sunia

In Italia esiste un divario del 10% in termini di Iva applicata sul gas consumato per gli impianti centralizzati rispetto a quelli autonomi. Per l’impianto autonomo, infatti, si paga l’Iva ridotta al 10%, mentre per quello centralizzato scatta l’Iva al 20%; a mettere in evidenza questa disparità è il Sunia, Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, che al riguardo ha reso noto l’avvio di una class action contro l’Agenzia delle Entrate. Questo perché la differenza relativa all’applicazione dell’Iva non viene effettuata e valutata in funzione del consumo medio di gas da parte dell’utente finale, ma in relazione alla tipologia di impianto per la produzione di acqua calda. Per questo il Sunia, nel far presente come il riscaldamento per le famiglie italiane sia il più tassato del Vecchio Continente, con la class action punta a fare in modo che l’Agenzia delle Entrate provveda a modificare un orientamento che a carico degli utenti finali non solo è penalizzante, ma anche palesemente anomalo.

Nuova Zelanda: le principali misure della nuova manovra fiscale

La manovra 2010 introdotta dal governo della Nuova Zelanda è davvero ricca di novità in fatto di tematiche fiscali. Da Wellington sono infatti giunte disposizioni interessanti dal Taxation Budget Measures Bill: di cosa si tratta esattamente? La nuova legge della nazione oceaniana prevede una serie di misure fiscali di assoluto rilievo: anzitutto, le aliquote tributarie non saranno più le stesse, con quelle sui redditi societari che sono state ridotte di due punti percentuali, passando dal 30% al 28%. Questo provvedimento, inoltre, sarà valido anche per i Portfolio Investment Entity, mentre le società beneficeranno delle agevolazioni a partire dal 2011. Un altro elemento estremamente fondamentale è anche la cosiddetta “thin capitalization”, vale a dire la sottocapitalizzazione; in questo caso, in Nuova Zelanda è fatto assoluto divieto circa la deducibilità degli interessi passivi per quel che concerne la soglia del 75% del rapporto tra debito e assets finanziari (base consolidata), e quella che va oltre il limite del 110% in relazione allo stesso rapporto del gruppo multinazionale a cui la società appartiene.