Home » Agenzia delle Entrate » Condomini e cooperative, Iva al 10% sui consumi di metano

Condomini e cooperative, Iva al 10% sui consumi di metano

È un’aliquota piuttosto leggera quella che si prospetta per il consumo di gas metano, in particolare il suo utilizzo civile: la risoluzione 108/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare proprio ieri stabilisce, infatti, il trattamento fiscale che deve essere riservato agli impianti di riscaldamento centralizzato e collettivo, dunque il riferimento principale va a coloro che abitano nie condomini e nelle cooperative. In questo caso, l’Imposta sul Valore Aggiunto è pari al 10%, ma bisogna sottolineare anche che esiste un limite massimo, ovvero 480 metri cubi all’anno. Ma il documento della nostra amministrazione finanziaria è andato oltre questi chiarimenti: in effetti, sono state elencate perfino delle modalità per ottenere il rimborso totale dell’Iva che è stata versata in eccesso, a seconda che si tratti di utenti o di gestori.


Per quel che concerne gli utenti, essi hanno la possibilità di richiedere la restituzione delle somme in questione al gestore del servizio, presentando le bollette con i relativi consumi, mentre gli stessi gestori recupereranno l’imposta versandola all’Erario. Il fatto che le Entrate parlino espressamente di cooperative e condomini, vuol dire che non si vanno a considerare i consumi di metano di tutto l’edificio, bensì quelli di ogni singola utenza; ovviamente, lo sfruttamento civile del gas è quello che comprende il riscaldamento dell’abitazione, l’acqua calda e la preparazione dei cibi.

Nel caso in cui, invece, le dimensioni siano superiori ai 480 metri cubi sopracitati, allora l’aliquota dell’Iva sarà quella consueta (20%), in base ai criteri di tassazione dei prodotti legati all’energia. Tra l’altro, occorre ricordare che l’Agenzia può intervenire solamente nell’ambito del recupero dell’imposta, mentre i rapporti tra clienti e imprese vengono disciplinati dal codice civile. Questa stessa restituzione entro due anni dalla data del relativo pagamento, ma si punta soprattutto a scongiurare le appropriazioni indebite da parte delle società e un tributo che sia poco neutrale nelle sue garanzie.