Iva al 10% per oli e grassi da usare come combustibili

Gli oli e i grassi, sia quelli che hanno un’origine animale che vegetale, possono essere sfruttati anche a fini energetici, vale a dire come combustibili per ottenere in vario modo energia elettrica. I tipici esempi sono i codici di nomenclatura della Tariffa doganale d’uso integrata che vanno dal 1507 al 1518 (ad esempio, l’olio di soia, quello di arachide, l’olio d’oliva, quello di palma e la margarina). Ebbene, quando si ha a che fare con tali prodotti e con una potenza energetica installata che supera un chilowatt, bisogna applicare l’aliquota ridotta dell’Imposta sul Valore Aggiunto, vale a dire il 10%.

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Meno Imu a Venezia con assunzioni a tempo indeterminato

Lavoratori dipendenti di età superiore ai cinquanta anni oppure inferiore ai trenta, ma tutti accomunati dal contratto a tempo indeterminato: sono questi i requisiti che il comune di Venezia ha deciso di fare propri per quel che concerne la considerazione delle aziende e del loro virtuosismo. In effetti, tutte quelle imprese che saranno protagoniste di assunzioni di tale tipo potranno beneficiare di un versamento dell’Imposta Municipale Unica (Imu) inferiore rispetto a quanto previsto.

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Importazioni: niente Iva ridotta per gli animali vivi

Una delle ultime controversie risolte dai giudici comunitari avrà valenza specifica in molti paesi, tra cui il nostro: in particolare, è stata coinvolta l’Imposta sul Valore Aggiunto e la direttiva 112 del 2006 (il sistema comune della tassa in questione). Più precisamente, il riferimento principale è andato a quegli articoli che contemplavano lo scambio di beni e servizi e le aliquote fiscali da applicare in tal senso. La questione, inoltre, ha visto contrapposte l’Unione Europea, da una parte, e la Germania, dall’altra. Come si sono svolti esattamente i fatti? Il pomo della discordia è stato rappresentato dall’interpretazione delle norme appena elencate da parte del governo di Berlino; in pratica, non si sono trovati punti di contatto per quel che riguarda l’importazione di animali da commercializzare per fini non alimentari, come possono esserlo, ad esempio, i cavalli. La Germania, infatti, aveva adottato un’aliquota Iva ridotta per queste importazioni, giustificando il suo atteggiamento con il principio di neutralità fiscale: secondo l’amministrazione finanziaria teutonica, l’agevolazione tributaria ha senso anche quando lo scopo dell’importazione è differente da quello consueto.

Iva gas metano al 10% per il condominio

Una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, la numero 108 del 2010, sancisce che per i primi 480 metri cubi di consumo di gas da parte di un singolo utente che è allacciato ad un impianto condominiale, ovverosia centralizzato, l’aliquota agevolata, ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (Iva), debba essere pari al 10%. A ribadirlo con un comunicato ufficiale è stato giovedì scorso, 11 novembre 2010, il Sunia, Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, dopo che proprio l’Agenzia delle Entrate ha accolto una recente class action presentata dal Sindacato. Ed in merito all’applicazione di tale risoluzione dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, il Sunia ricorda come l’applicabilità valga sia per le procedure di rimborso, sia per le nuove fatturazioni sul gas metano; il tutto dopo che alcuni amministratori di condominio, in accordo con le segnalazioni acquisite dal Sunia – Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, hanno lamentato proprio a carico degli utenti del gas delle interpretazioni sia restrittive, sia penalizzanti nonostante quello dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) agevolata al 10% sia per il consumatore allacciato alla rete del gas un diritto.

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Condomini e cooperative, Iva al 10% sui consumi di metano

È un’aliquota piuttosto leggera quella che si prospetta per il consumo di gas metano, in particolare il suo utilizzo civile: la risoluzione 108/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare proprio ieri stabilisce, infatti, il trattamento fiscale che deve essere riservato agli impianti di riscaldamento centralizzato e collettivo, dunque il riferimento principale va a coloro che abitano nie condomini e nelle cooperative. In questo caso, l’Imposta sul Valore Aggiunto è pari al 10%, ma bisogna sottolineare anche che esiste un limite massimo, ovvero 480 metri cubi all’anno. Ma il documento della nostra amministrazione finanziaria è andato oltre questi chiarimenti: in effetti, sono state elencate perfino delle modalità per ottenere il rimborso totale dell’Iva che è stata versata in eccesso, a seconda che si tratti di utenti o di gestori.