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L’evasione fiscale degli stabilimenti romagnoli

Ferragosto, Fisco mio non ti conosco: potrebbe essere riadattato in questa maniera il celebre proverbio se si vuole far riferimento a quanto accertato dalla Guardia di Finanza in Romagna, più precisamente nei principali stabilimenti balneari che rendono la zona così gettonata. In pratica, un bagnino su due ha evaso le tasse, chi in maniera vistosa, chi con sotterfugi più raffinati. Sono stati soprattutto gli studi di settore a consentire di capire quanti furbetti avevano tentato di farla franca, con cento proprietari di questi stabilimenti che hanno provveduto a dichiarare non oltre ventiduemila euro.

Lo scorso 15 agosto, le Fiamme Gialle hanno dato il via a dei controlli serrati, i quali hanno coinvolto ben 274 soggetti. Ebbene, in 161 occasioni vi sono state evidenti violazioni dal punto di vista tributario. I dati in questione non fanno ben sperare nella lotta all’evasione fiscale, il fenomeno non è stato stroncato e sono ancora moltissimi i contribuenti che non vogliono rimpinguare le casse dello Stato. Neanche gli anni precedenti erano stati positivi da questo punto di vista. Ad esempio, nel 2010 più della metà degli stabilimenti presi in esame nella provincia di Rimini non hanno dichiarato assolutamente nulla, segno che c’è sempre stato qualcosa che non va.

Gli studi di settore hanno riservato queste pessime sorprese e ora non sarà semplice risollevare l’immagine della riviera romagnola. Altri dati dello stesso tenore erano stati diffusi non molto tempo fa anche in relazione agli albergatori della zona. Secondo la Cooperativa Operatori di spiaggia Rimini Sud, i controlli a Ferragosto, proprio quando c’è la maggior mole di lavoro per tali impianti, non potevano che avere questi risultati; la stessa associazione ha voluto anche ricordare come l’evasione maggiore sia quella di altri soggetti e per importi decisamente superiori. Per quel che concerne, infine, gli scontrini fiscali, l’emissione è stata irregolare in ben quindici stabilimenti su trentasei.