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Evasione fiscale: Emilia-Romagna, nuova “stretta” sulle compensazioni indebite

Continua a tutto campo e da tutti i fronti l’attività di contrasto del Fisco all’evasione ed all’elusione fiscale. Dopo i recenti “blitz” presso le filiali di banche estere presenti nel nostro Paese, e dopo aver annunciato una raffica di controlli, finalizzati all’accertamento, su chi quest’anno non ha pagato le tasse rispetto agli anni scorsi, o ha pagato importi “sospetti” in quanto troppo bassi, sul territorio regionale continua la caccia, mirata, a chi evade le tasse nascondendo al Fisco proprietà immobiliari e macchine di lusso nonostante un reddito nella media, ovverosia sul livello dei 20 mila euro l’anno. Ebbene, in Emilia Romagna negli ultimi giorni c’è stata una nuova “stretta”, stavolta sulle compensazioni indebite, che ha portato nei settori del manifatturiero e dell’edilizia a scovare ben 13 milioni di euro di compensazioni fiscali “fittizie” su un totale di quindici soggetti.

Ad occuparsi in Emilia-Romagna delle compensazioni indebite è una task force istituita ad hoc, la quale sui quindici soggetti pescati nell’illecito è stata rilevata la compensazione di crediti fiscali inesistenti attraverso l’emissione di fatture per operazioni altrettanto inesistenti avvalendosi, tra l’altro, di società d’appoggio fittizie a tutti gli effetti. Al riguardo, la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna ha messo in evidenza come il fenomeno delle compensazioni indebite non si presenti solamente nei casi più complessi, ovverosia con false fatturazioni e presenza di società fittizie, ma è molto spesso frutto di comportamenti individuali che possono avere il carattere o meno dell’occasionalità.

Non a caso, per il periodo dal 2003 al 2005 sono stati emessi quasi 500 atti di recupero a carico di chi, in Emilia-Romagna, avvalendosi del modello F24, aveva portato in compensazione dei crediti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) senza aver però clamorosamente mai presentato la relativa e corrispondente dichiarazione IVA a valere sull’anno di imposta. In ogni caso, chi porta in compensazione crediti inesistenti rischia oramai sanzioni molto pesanti, visto che con il Decreto Legge 185/2008 la sanzione non è più del 30%, ma balza da un minimo del 100% ad un massimo del 200% nel caso in cui nell’anno solare gli importi indebitamente portati a compensazione superino i 50 mila euro.