Le Bermuda lasciano la “lista grigia” e siglano un nuovo accordo fiscale

La lista grigia dei paradisi fiscali continua ad assottigliarsi sempre più: l’ultimo accordo siglato tra l’Olanda e le Isole Bermuda consentirà alla colonia britannica di dire addio ai lidi offshore. L’intento delle Bermuda è chiaro, in quanto risponde alla necessità di entrare a far parte del novero degli stati fiscalmente corretti e conformi agli standard dettati in proposito dall’Ocse. La lista grigia rappresenta l’elenco delle trentuno giurisdizioni che ancora non avevano messo a punto le disposizioni fiscali dettate proprio dall’Organizzazione. Non si tratta dell’unico passo in avanti verso una fiscalità più virtuosa, perché ancora prima delle Bermuda, altri famosi regni dell’offshore, come ad esempio le Isole Vergini e il Guernesey, si erano accordati per ottenere il nuovo status di “paese virtuoso in materia di Fisco”. Per raggiungere questo obiettivo è necessario stipulare dodici trattati bilaterali. Non è stato facile raggiungere un risultato così prestigioso per quel che riguarda le Bermuda.

 

Spazio economico europeo: uguali diritti anche in ambito fiscale

I giudici europei si sono pronunciati in merito ad una norma che era stata ritenuta discriminatoria, per la precisione quella promulgata dai Paesi Bassi sui dividendi. La controversia era nata da un ricorso portato avanti dalla Commissione Europea: il punto di maggior contrasto riguardava i dividendi pagati da una società olandese ad un’altra azienda stabilita in uno Stato membro dell’Ue o al di fuori di essa, i quali, in base alla legge già menzionata, erano esentati dalla ritenuta alla fonte dell’imposta sui dividendi a carico della prima società. Questa discriminazione, a detta della Commissione, rappresenterebbe una evidente violazione del principio che sancisce la libera circolazione di capitali. Il ricorso alla Corte di Giustizia ha  avuto proprio il preciso intento di far accertare che, non esonerando i dividendi pagati alle società stabilite in paesi come Islanda e Norvegia (i più discriminati dalla normativa) dalla ritenuta alla fonte dell’imposta sui dividendi, l’Olanda è venuta meno alle disposizioni relative all’accordo sullo Spazio Economico Europeo.

 

Il Liechtenstein e la crisi: 34 miliardi in meno nei conti del principato

Sono dunque ben 34 miliardi gli euro di differenza nei capitali gestiti sulla piazza finanziaria dal piccolo principato del Liechtenstein: è la conferma che la crisi colpisce anche i paradisi fiscali più “gettonati” dai contribuenti, anche se ora si deve parlare di questo stato come una ex giurisdizione non cooperativa, dato che è stato promosso a “entità che aspira alla cooperazione fiscale”. Questo buco di bilancio si riferisce sostanzialmente ai flussi di risorse e patrimoni che circolano nel principato, i quali sono gestiti da banche, fondi pensione e intermediari finanziari: la somma totale di tutti questi movimenti ammontava a circa 182 miliardi di euro nel 2007, mentre per quel che riguarda il 2008 tale cifra è scesa a 148 miliardi (-19%). Quali fattori hanno influito maggiormente su questo declino che non veniva registrato da decenni? Sono molte le opinioni al riguardo e alcune anche contrastanti. Secondo alcuni analisti, la principale responsabile del declino è, senza ombra di dubbio, la crisi economica e finanziaria che si è scatenata a livello globale. Per altri, invece, la giustificazione va cercata nell’impatto combinato provocato dalle mosse di diversi governi (come è successo in Germania), i quali sono intervenuti in maniera decisa sull’evasione fiscale offshore.

 

Al via il progetto dell’archivio informatico per le procedure d’infrazione

È passato quasi un mese da quando a Bruxelles è stato presentato l’archivio informatico nazionale, il quale avrà il compito di raccogliere le varie procedure d’infrazione: la presentazione, curata dal dipartimento delle Politiche comunitarie dell’Unione Europea, ha avuto luogo nel corso della terza conferenza del Gruppo di esperti in materia di diritto comunitario. Tale gruppo può contare sull’attiva partecipazione dei paesi membri dell’Ue, al fine di favorire il processo di recepimento della normativa comunitaria, anche attraverso la presentazione di vari progetti informatici che vengono usati nelle diverse nazioni aderenti. Il nuovo progetto europeo prevede sostanzialmente l’inserimento nel web della specifica direttiva comunitaria, dal momento in cui viene elaborata in fase in di bozza la proposta: sarà dunque seguito passo dopo passo il percorso tracciato dalla norma, fino alla sua adozione, alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e al recepimento successivo nel nostro ordinamento.

 

Agenzia delle Entrate e Gdf hanno spiegato i dettagli dell’indagine “Scacco alla torre”

Si è tenuta nei giorni scorsi la conferenza stampa che ha illustrato i risultati di una complessa e vasta indagine condotta in maniera congiunta dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza. Si tratta del cosiddetto “caso Mythos”, un’operazione che prende il nome da una società di consulenza finanziaria milanese, Mythos Arkè, e dalle sue attività illecite. L’operazione, definita anche come “Scacco alla torre”, ha avuto un buon esito grazie soprattutto, come è stato sottolineato nella stessa conferenza stampa, all’Amministrazione finanziaria lombarda, costituita sia da delle strutture dell’Agenzia che da quelle della Finanza. Grazie a questo operato perfettamente sincronizzato, si è riusciti a mettere in luce le attività di un gruppo molto vasto di società (il numero è superiore alle 1.200 unità), il quale aveva messo a punto un vero e proprio laboratorio di ingegneria dell’evasione fiscale; si è calcolato che i danni arrecati alle casse dello Stato avrebbero potuto assumere dimensioni illimitate.

 

Terzo “compleanno” per Europe Direct, la rete europea di informazione fiscale

La rete Enterprise Europe ha recentemente festeggiato il suo terzo compleanno e si può affermare a ragione che si tratta di un compleanno allietato dal successo che ha caratterizzato nel corso del tempo l’iniziativa della Commissione Europea. L’obiettivo principe di questa rete di informazione fiscale, ma non solo, è quello di potenziare l’efficacia dei centri sul territorio e favorire la sinergia tra gli stessi. Si tratta ormai di una realtà consolidata e sono i dati a confermarlo: i 500 punti di contatto e i 4.000 esperti rappresentano infatti la più vasta rete europea di servizi per le imprese. Le tematiche di maggior interesse per i cittadini europei che vengono affrontate dalla rete riguardano ovviamente anche il settore fiscale e tributario. I 27 stati dell’Unione Europea possono ora beneficiare di una struttura di antenne locali, la cosiddetta “rete di informazione Europe Direct”, la quale ha il compito di diffondere in maniera capillare fatti e cifre relativi alle politiche dell’Europa, anche attraverso l’importante contributo delle università più importanti. Per quel che concerne l’Italia, informazioni a carattere fiscale riguardanti le politiche dell’Ue possono essere apprese nei 46 centri informativi dislocati nelle varie zone del paese.

 

Tassa affitti unica: lotta all’evasione

Oggi é difficile acquistare una casa, eppure i benestanti che hanno più di un appartamento ci sono. Chi incassa l’affitto deve pagare le tasse e se il proprio reddito supera i 75mila euro annui, si paga sull’affitto incassato il 43 per cento. Si tratta della cosiddetta aliquota marginale che spinge in realtà molti proprietari ad affittare in nero. Eppure qualcosa potrebbbe cambiare. In questi giorni il governo sta preparando un decreto legge annunciato Calderoli, Ministro per la Semplificazione legislativa. La nuova norma mira a far pagare un’aliquota fissa sugli affitti pari al 20 – 22 per cento.

La nuova aliquota si chiama “cedolare secca” e sembra un’ottima idea dato che il governo pensa in questo modo di vincere l’evasione (essendo la tassa più bassa tutti dovrebbero essere incoraggiati a pagarla): pagare meno e pagare tutti. La copertura sarà quindi garantita dall’emersione del nero. L’opposizione in questo caso non si oppone:

La Svizzera propone l’amnistia fiscale per superare la crisi

L’ultima proposta avanzata dal governo svizzero conferma la gravità della crisi economica: anche la nazione europea , infatti, uno dei principali paradisi fiscali, sta assistendo al rallentamento della propria economia e delle entrate fiscali, oltre che a una leggera crescita del tasso di disoccupazione. La ricetta dello Stato elvetico per fronteggiare questa situazione è presto detta: il governo di Berna intende varare un’amnistia fiscale generale, al fine di favorire l’emersione di ben 141 miliardi di euro, i quali non sarebbero mai stati dichiarati al fisco svizzero. Si tratta dunque di una sorta di “perdono tributario” e, secondo le stime degli analisti, si potrebbe concludere con il ritorno nelle casse dell’erario di una somma compresa tra i 7 e i 14 miliardi di euro. I politici svizzeri sono infatti convinti che in tal modo il denaro verrebbe riversato sul mercato nazionale, con l’importante conseguenza di contenere gli squilibri prodotti dalla crisi e favorendo la ripresa economica.

 

Il Fisco tedesco è ormai destinato a un rapido ridimensionamento

La crisi economica si sta scatenando in tutta la sua potenza sulla Germania: le difficoltà del deficit e del prodotto interno lordo, le quali dovrebbero portare l’economia teutonica a un consistente calo di oltre sei punti percentuali, sono ormai un dato di fatto. Un effetto evidente di questa situazione lo possiamo ritrovare senza dubbio nel cambiamento subito dalle entrate fiscali e dai volumi di spesa. Il gettito delle imposte e tasse tedesche è ormai entrato nel tunnel del ridimensionamento, dopo i buoni risultati conseguiti invece nel 2008: un dato su tutti conferma ciò, vale a dire il cambiamento delle stime di novembre, secondo cui le entrate fiscali erano state fissate in un tetto di 572 miliardi di euro, ridotto invece ora a 530 miliardi. La più ovvia motivazione di questa riduzione consiste nel fatto che mancano e scarseggiano le risorse, tanto che i conti pubblici stanno sempre più tendendo verso il rosso. Il debito pubblico è destinato a raggiungere velocemente la quota record di 1.500 miliardi di euro.

 

La Cia boccia il progetto del telelavoro promosso dal Fisco statunitense

Il Fisco statunitense è ormai sempre più convinto di aver trovato la ricetta giusta per sconfiggere la crisi: una ricetta da mettere in pratica in maniera immediata, senza alcun ripensamento di tipo finanziario e riflessioni contabili. Una soluzione molto interessante soprattutto dal punto di vista economico, dato che permetterebbe di ottenere un risparmio netto di spesa pari a 14 miliardi di dollari ogni anno: una somma che potrebbe poi estendersi col tempo e arrivare fino ai 100 miliardi l’anno di minori uscite. Tutto è stato pensato in previsione degli investimenti da effettuare nel 2010, in quanto queste ingenti somme sarebbero proprio destinate ai finanziamenti dei servizi sociali, della sanità e del settore della ricerca e sviluppo. Ma l’annuncio di questi grandi risparmi non è riuscito a convincere i capi dell’Intelligence americana. La domanda sorge spontanea: cosa c’è che non va? E inoltre: che rapporti ci sono tra Fisco e Cia? L’Intelligence ha bocciato senza appello la proposta, adducendo le motivazioni più disparate per questo diniego, come ad esempio quella secondo cui la linea di contatto comune è rappresentata dal principio della tutela della sicurezza nazionale.

 

Attivato a Napoli il nuovo sportello di Equitalia Polis

Ha cominciato a funzionare nella giornata di oggi il nuovo sportello di Equitalia Polis di Napoli, presso l’ufficio di Napoli 1 in via Diaz: Equitalia Polis spa è l’ente che si propone in affiancamento a Comuni, Regioni, Province e altri enti locali nelle attività di riscossione delle entrate tributarie locali, grazie a importanti servizi di assistenza e consulenza. I contribuenti napoletani potranno ora beneficiare di questo nuovo punto operativo, il quale consentirà di richiedere informazioni, di porre in essere le operazioni di pagamento cosiddetto “no-cash”, ma anche di avere la possibilità di pagare attraverso la modalità rateale gli importi. In questo caso, si tratta dell’avvio di un’iniziativa che vedrà l’operato congiunto di Agenzia delle Entrate ed Equitalia, con la conseguente nascita in gran parte dei capoluoghi della Campania di questo tipo di sportelli.

 

La Consulta dice la sua sulla tariffa di igiene ambientale

È arrivato finalmente il turno della Corte Costituzionale nell’ambito della questione giuridica riguardante la Tia (Tariffa di igiene ambientale): la Consulta dovrà infatti pronunciarsi sul decreto 546/1992, il quale all’articolo 2 devolve alle commissioni tributarie la competenza per dirimere le controversie concernenti il canone per lo smaltimento dei rifiuti urbani. È proprio questa norma a rappresentare la vera chiave interpretativa di questa particolare tariffa, che, ad esempio, non viene richiamata in alcun modo da altre leggi come il famoso “decreto Ronchi” (22/1997): la Suprema corte ha basato le proprie convinzioni in materia facendo riferimento a questo specifico articolo. Ma nel 2008 la Corte Costituzionale è andata contro questa interpretazione, riconoscendo l’illegittimità ai principi della Costituzione da parte norma in due punti, nello specifico la devoluzione alle commissioni tributarie delle controversie sul canone e le sanzioni degli uffici finanziari anche nei casi in cui esse stesse siano una conseguenza di violazioni di disposizioni non tributarie.

 

La “lista nera” dei paradisi fiscali perde ancora i pezzi

Si svuota progressivamente la cosiddetta “black list”, la lista nera che elenca i paradisi fiscali nel mondo: altri quattro stati hanno abbandonato questa lista, per la precisione si tratta di Uruguay, Costa Rica, Malesia e Filippine. Questi paesi, infatti, hanno ottenuto una sorta di riabilitazione da parte del segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, e sono stati inseriti in un’altra lista, quella grigia, che contraddistingue le nazioni che sono disposte a prestare la loro collaborazione, allineandosi agli standard internazionali per quel che riguarda lo scambio di informazioni fiscali. L’annuncio di questa importante notizia è arrivato a margine di un incontro che si è tenuto a Parigi tra lo stesso Gurria e il commissario europeo per la tassazione e unione doganale dell’Unione Europea, Laszlo Kovacs.

 

Il fisco di Singapore rinnova la disciplina dei servizi infragruppo transfrontalieri

Risale allo scorso mese di febbraio la decisione da parte del fisco nazionale di Singapore di applicare l’Arm’s lenght principle ai prestiti e servizi infragruppo transfrontalieri tra le parti correlate: l’Inlnad Revenue of Singapore (Iras) ha in tal modo integrato una precedente circolare che disciplinava sempre questo settore, ma che risaliva al 2006. Nell’ambito di applicazione del principio rientrano i finanziamenti veri e propri e i crediti o debiti commerciali che non sono stati sottoposti a riscossione in un periodo che un soggetto creditore terzo indipendente potrebbe concedere. L’Arm’s lenght principle, che solitamente viene tradotto in Italia come principio di commisurabilità, rappresenta la condizione secondo cui due parti di una determinata transazione sono dipendenti e partono da una base equa nel loro accordo.