Il fisco controllerà i telefoni degli Italiani? Si. Questa è l’ultima novità in fatto di evasione fiscale e tutto sommato l’idea non è male. Detta cosi potrebbe sembrare che l’Agenzia delle Entrate abbia deciso di ascoltare le chiamate degli italiani per cercare informazioni utili a trovare gli evasori, mentre invece si tratta di tutt’altro rispetto ad una violazione della privacy.
In tempi di crisi e di “stretta” sui consumi, una valutazione sui costi accessori delle famiglie italiane può aiutare il fisco a capire chi può permettersi il “lusso” di lunghe chiamate a pagamento e chi invece sbriga le faccende alla cornetta in maniera spedita.
L’agenzia delle Entrate ha spiegato che le utenze telefoniche dell’area business e dell’area domestica dovranno essere comunicate dagli operatori telefonici al fisco. Ma anche se le telefonate non vengono ascoltate e quindi non c’è una violazione della privacy in senso stretto, è giusto che il fisco abbia la possibilità di “farci i conti in tasca”? Per molti ovviamente no e la polemica non tarda a scoppiare sul web dove i commenti ancora una volta giudicano il provvedimento non all’altezza della situazione ed ai danni invece delle famiglie italiane, che si sentono sempre di più il “fiato sul collo”.
Tanto è costata allo Stato Italiano la maxi-frode scoperta dalla Guardia di Finanza messa a punto da Luciano Grasso. Tramite tredici aziende collegate tra di loro, tutte di proprietà dell’imprenditori, quest’ultimo è riuscito ad evadere completamente il fisco alzando un giro di 50 milioni di fatture false. L’iva evasa ammonta a 5.8 milioni di euro e la zona si estende tra Alessandria, Cuneo ed Asti. Il tribunale ha disposto la confisca di 780 mila euro (di cui buona parte provenienti da Montecarlo) oltre che di beni mobili ed immobili.
L’aumento della pressione fiscale in Italia costringe a rivedere i conti nelle famiglie più numerose e con reddito più basso, ma visto che ci troviamo in tempi di crisi è quasi d’obbligo accettare (quasi) tutto quello che viene proposto, visto che le casse dello Stato necessitano di una revisione totale dopo anni di politiche sbagliate che ci sono quasi costate un default (non ancora del tutto scongiurato).
Dal 2007 in poi il Mondo finanziario e poi quello economico ha dovuto far fronte a ben due crisi; la prima dei sub-prime in America, che ha avuto conseguenze estese fino in Europa viste le esposizioni dei nostri istituti di credito. La seconda, più recente, riguarda invece il Vecchio Continente e non ha avuto ripercussioni sul resto del mondo che in questo momento può solo stare “alla finestra”.