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Bollo auto dal tabaccaio? 32 centesimi in più per l’operazione

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che provvede a rimodulare il compenso per la riscossione del bollo auto: dal prossimo 1° aprile infatti, il bollo che verrà pagato presso le tabaccherie verrà a costare 32 centesimi di euro in più. Il testo normativo a cui si faceva riferimento prima è il Dpcm 186 del 2009, secondo il quale il compenso per ogni operazione relativa alla riscossione passa dal precedente importo di 3.000 lire (quindi 1,55 euro) a un euro e 87 centesimi. Si tratta di una importante novità, se si tiene conto del fatto che la vecchia cifra relativa al versamento era ancora stabilita in lire: essa era stata stabilita in seguito all’espressa autorizzazione a riscuotere le tasse automobilistiche anche da parte degli esercenti dei negozi di tabacchi ed era inoltre stazionaria da ben dodici anni.

 

A cosa è dovuto questo aumento dell’imposta? Anzitutto, esso è stato reso possibile soprattutto perché i diritti a cui ci stiamo riferendo non fanno parte della categoria di quelli che sono sottoposti al cosiddetto “blocco” dell’articolo 3 del Decreto Anticrisi (il Decreto legge 185 del 2008): in effetti, il decreto, ponendosi lo specifico obiettivo di programmare la strategia per il contenimento degli effetti sulle economie domestiche della crisi economica, ha reso possibile la sospensione dell’adeguamento delle tariffe, dei contributi e dei diritti da parte degli organi dello Stato. In tal caso, si sta parlando di somme che devono essere attribuite agli enti territoriali (le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano).

 

Per esse, l’articolo 3, già citato in precedenza, contiene una deroga che, nella sostanza, in relazione agli adeguamenti che sono giustificati dall’esigenza del recupero esclusivo degli oneri effettivamente sostenuti, provvede a rinviare all’autonoma decisione degli organi competenti di governo. In proposito, il Dpcm è stato emanato proprio in seguito al confronto con la Conferenza permanente per i rapporti fra Stato, regioni e provincie autonome.