Il Congo ha deciso di essere piuttosto drastico per quel che concerne il proprio versante tributario: in effetti, il ministero delle Finanze della Repubblica Democratica ha appena varato un provvedimento che prevede una vera e propria revisione fiscale in relazione alle importazioni di prodotti alimentari. Nel dettaglio, il paese africano applicherà dei tagli compresi tra il 5% e l’8% su una lunga serie di beni, così come ha anche precisato il titolare di questo dicastero, Jean Marie Bulambo, il quale ha individuato nella farina, nel latte e nell’olio i tre cibi su cui intervenire con maggiore urgenza da tale punto di vista. Quali obiettivi intende perseguire il governo di Kinshasa? Le tariffe alimentari necessitano di un calo importante, in particolare si è compreso che questo traguardo può essere conseguito in maniera più rapida ed efficace grazie all’eliminazione di alcune imposte sull’import in questione.
Redazione
Modello F24: due codici tributo per i Monopoli di Stato
Il modello F24 si arricchisce di due nuovi codici tributo che andranno a completare le principali dichiarazioni fiscali: si tratta dei codici 2848 e 2849, i quali sono stati introdotti dalla nostra amministrazione finanziaria per il versamento di importi determinati. In effetti, queste novità si riferiscono nello specifico a quelle somme che devono essere pagate in relazione ai diritti di scritturazione delle rivendite di generi monopolistici, oltre alle ricevitorie attive nel lotto. Quindi, l’obbligo viene posto in essere nei confronti dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. I codici in questione sono facilmente rilevabili dall’ultimo documento pubblicato dall’Agenzia delle Entrate, vale a dire la risoluzione 60/E, resa pubblica proprio nel corso della giornata di ieri. Appunto, la pubblicazione è recentissima e fresca, ma in realtà tutto è nato lo scorso 6 aprile, quando l’organo del ministero delle Finanze e le Entrate stesse si accordarono in tal senso, per ottenere un ambito tributario più chiaro possibile.
Svizzera: la fiscalità agevolata del cantone Uri
La lista di paradisi fiscali e centri offshore presenti a livello internazionale è davvero sconfinata: se poi si pensa che in paesi famosi per i segreti bancari e le difficoltà della trasparenza tributaria vi sono delle zone che “brillano” per la fiscalità agevolata fa davvero riflettere. È il caso del cantone Uri, nella Svizzera Centrale, il più appetibile da questo punto di vista. Questa constatazione giunge direttamente da un’analisi piuttosto approfondita da parte di Credit Suisse: che cosa è emerso con esattezza? Il Waldstätte in questione, celebre soprattutto per le proprie attrattive turistiche, è il luogo più giusto per trasferire i risparmi ed essere al riparo dalle grinfie del fisco; l’istituto creditizio elvetico ha stilato un’apposita classifica, la quale riporta quelli che sono i posti in cui il reddito è disponibile in maniera libera, vale a dire a disposizione dopo la deduzione dei carichi fiscali e dei costi fissi e non è un caso se Uri è leader indiscusso di questo elenco.
Cgia Mestre: gli scontrini sono inutili e superati
Gli scontrini e le ricevute fiscali non destano più l’interesse degli artigiani della Cgia di Mestre: la richiesta della confederazione è stata esplicita, questi mezzi tributari vengono ritenuti inutili, in particolare quando si tratta di contrastare l’evasione del fisco. Come ha spiegato il numero uno della stessa associazione, Giuseppe Bortolussi, nei sette anni compresi tra il 2001 e il 2007 i controlli messi in atto dalla Finanza sono stati quasi totalmente negativi. Ciò vuol dire che la categoria in questione, rappresentata idealmente da baristi, falegnami, commercianti e molti altri lavoratori, emettono in larga parte dei casi scontrini o ricevute, mentre soltanto il 20% degli esercenti ha dovuto far fronte a delle sanzioni per questo motivo. Quale alternativa c’è allora? La Cgia ha parlato espressamente di una netta preferenza in favore degli studi di settore, i quali sono peraltro già utilizzati in questo campo e rendono quindi gli stessi scontrini uno strumento obsoleto e insensato, visto che ormai le tasse relative al versamento vengono fissate dall’Agenzia delle Entrate.
Australia: la Business Council rispolvera la Carbon Tax
La Carbon Tax torna nuovamente di moda, almeno nel continente oceaniano: la Business Council of Australia, l’organismo che rappresenta i cento amministratori delle più importanti compagnie del paese, ha fatto sapere di voler introdurre e implementare questa imposta in maniera graduale, a partire da una quota di dieci dollari australiani per ogni tonnellata equivalente, in modo da limitare l’impatto finanziario sulle famiglie e sulle imprese. Il gruppo in questione, il quale ricomprende anche colossi come Bhp Billiton e Rio Tinto Limited, è convinto che le compagnie dovrebbero inizialmente ricevere una compensazione totale per quel che concerne il tributo, così da assicurare alla politica australiana di prezzare le emissioni di gas e impedire a queste ultime di influenzare negativamente il commercio e gli investimenti. La proposta è già stata presentata al governo di Canberra e ora si dovrà attendere un’approvazione formale.
Iva: seconda edizione per la guida alla territorialità
I principali problemi relativi alla territorialità dell’Iva potranno forse essere risolti in maniera più concreta grazie alla guida pubblicata dalla nostra amministrazione finanziaria: nel dettaglio, si tratta della seconda edizione della pubblicazione di cui si è resa protagonista la Direzione Regionale della Liguria, la quale si è avvalsa della preziosa collaborazione di Spediporto, la maggiore associazione italiana attiva in ambito portuale nel campo delle spedizioni, e della Camera di Commercio di Genova. Che cosa contiene esattamente questa guida? Quest’ultima vuole essere di aiuto agli operatori economici, in primis i cosiddetti spedizionieri, che hanno a che fare con l’Imposta sul Valore Aggiunto, soprattutto nelle applicazioni di tutti i giorni.
Consulenti del lavoro: il Durc ostacola le attività imprenditoriali
I consulenti del lavoro non hanno usato mezzi termini per definire il Durc: a loro parere, infatti, il Documento Unico di Regolarità Contributiva non è altro che un vero e proprio ostacolo alla libertà di iniziativa delle imprese, soprattutto in questo momento che può essere considerato ragionevolmente critico dal punto di vista economico. Come è noto, si tratta dell’attestazione che una determinata impresa ha assolto i propri obblighi contrattuali e legislativi, ma a quanto pare il livello di celebrità ha raggiunto i minimi storici. Risalgono infatti a due giorni fa queste osservazioni piuttosto “pepate”, le quali si riferiscono al Consiglio Nazionale degli stessi consulenti. A questo punto, non si può che attendere una richiesta di modifica dal punto di vista legislativo, la struttura attuale non viene più vista come idonea. I consulenti hanno poi rimarcato come il ruolo fiscale e sociale del Durc sia importante in questo preciso momento storico e questo per due motivi: la partecipazione alle gare pubbliche d’appalto e lo svolgimento dell’attività imprenditoriale da parte dei committenti privati sono le giustificazioni in questione, ma a fronte di tale constatazione bisogna andare un po’ oltre.
La Russia aumenta le tasse sull’export di benzina
L’inflazione russa è senza dubbio una delle più alte d’Europa in questo preciso momento storico: è proprio per questo motivo che il governo di Mosca sta tentando in tutti i modi di contenere il livello dei prezzi al consumo, ad esempio con l’applicazione di tetti alle tariffe di determinati beni, soprattutto alimentari, ma in questi ultimi giorni è il versante fiscale a prendere sempre più piede. In effetti, la benzina per autotrazione rappresenta il prodotto su cui ci sta focalizzando maggiormente. La situazione è comunque altalenante: i prezzi di riferimento sono sì scesi, ma poi i produttori si sono visti costretti a vendere all’estero, provocando quindi un deficit di non poco conto per la vasta nazione dell’Europa orientale. Tra l’altro, le esportazioni in questione hanno assunto un nuovo appeal per i continui rialzi del petrolio in tutto il mondo. La produzione complessiva risulta però inalterata, molto vicina ai nove milioni di tonnellate.
Lavoro in nero: i compensi vanno dichiarati al Fisco
La retribuzione che viene percepita in nero non è immune dagli adempimenti fiscali: è questa, in sintesi, la conclusione a cui è giunta la Corte di Cassazione con una recente sentenza, la quale ha chiarito una volta per tutte quali sono gli obblighi di questa casistica. Questi doveri tributari, comunque, non riguardano soltanto i lavoratori, ma anche i datori di lavoro. In pratica, il contribuente in questione deve versare al Fisco le imposte sui propri incassi, dichiarando di conseguenza i relativi imponibili; Piazza Cavour si era trovata a giudicare un caso in cui una dipendente non aveva provveduto alla compilazione della propria dichiarazione dei redditi in relazione proprio a tale tipo di compensi. In realtà, è stata appurata la buona fede, spettava infatti al datore di lavoro far sapere che le imposte dovute non erano state trattenute.
Federalberghi: serve un regolamento per la tassa di soggiorno
Federalberghi, la federazione che raggruppa le catene alberghiere del nostro paese, ha deciso di esprimere la propria opinione in merito alla ormai celebre tassa di soggiorno: il giudizio proviene direttamente dal presidente dell’associazione, Bernabò Bocca, il quale non ha usato mezzi termini per definire questa misura fiscale come insufficiente e inopportuna nella sua conformazione attuale. Secondo Bocca, il governo avrebbe già dovuto provvedere a introdurre una serie di regole per una più corretta e comprensibile applicazione. In effetti, l’esecutivo poteva convocare le associazioni di settore e gli enti locali negli scorsi due mesi, ma il passaggio in questione è stato completamente saltato. La mancanza del regolamento sta provocando, come principale conseguenza, un’autonomia totale da parte dei Comuni, i quali sono chiamati a decidere praticamente da soli su come agire in tal senso: sarebbe dunque stato sufficiente indicare con precisione quali finalità si pone il gettito, come deve essere riscossa tale tassa e, in particolare, fissare un tributo uguale per tutti i casi e le realtà.
VIES: nuovi controlli sulle operazioni intracomunitarie
L’Iva intracomunitaria potrà beneficiare quest’anno di una novità di sicuro interesse, una innovazione che andrà a riguardare il cosiddetto sistema Vies: l’acronimo in questione identifica il Vat Information Exchange System e prevede uno scambio automatico di informazioni tra le amministrazioni finanziarie dei paesi membri dell’Unione Europea. Ebbene, una recente circolare dell’Agenzia delle Entrate (per la precisione la 21/E dello scorso 18 maggio) prevede nuovi profili per questo settore, in particolare per quel che concerne la prestazione dei servizi e il sistema comune contro le frodi intracomunitarie. Volendo essere più precisi, bisogna spostare l’orizzonte temporale al periodo d’imposta 2010. In effetti, è dall’anno appena menzionato che i contribuenti coinvolti da tale disciplina devono presentare gli elenchi intracomunitari che riepilogano i servizi che sono prestati e quelli acquisiti da soggetti passivi Iva: in aggiunta, sono state apportate delle opportune integrazioni, le quali vengono poste in essere proprio grazie ai dati del Vies.
Ocse: il Global Forum fiscale si terrà alle Bermuda
La due giorni a cavallo tra questo mese e quello di giugno è attesa da molti come una delle più importanti dal punto di vista della trasparenza fiscale. Il 31 maggio e il 1° giugno prossimi sono infatti i due giorni che sono stati scelti come cardini del Global Forum che si terrà alle Bermuda: si tratta della terza edizione di questo evento così importante promosso dall’Ocse, la quale ha scelto non a caso il piccolo arcipelago dell’Atlantico, un tipico paradiso fiscale. La capitale Hamilton vedrà dunque discutere della trasparenza in fatto di tasse e imposte e del relativo scambio di informazioni a fini tributari. In particolare, bisognerà fare il punto sulla situazione attuale della lotta all’evasione, un tema molto caro all’organizzazione parigina, intenzionata anche a coinvolgere in maniera più diretta i paesi in via di sviluppo. Tra l’altro, il Global Forum ha ottenuto un successo dopo l’altro negli ultimi anni, con nuove adesioni che confermano la volontà degli stati di migliorare le condizioni del fisco.
Equitalia: le maggiori riscossioni in Lombardia e nel Lazio
I contribuenti lombardi e laziali possono ragionevolmente sentirsi i più vessati d’Italia: in effetti, come è emerso da una recente indagine della Cgia di Mestre (la confederazione che raggruppa gli artigiani e le piccole imprese), Equitalia si scaglia soprattutto contro queste due regioni, ma il risultato deve essere contestualizzato in maniera migliore. La spa romana, partecipata al 51% dalla nostra amministrazione finanziaria e per il restante 49% dall’Inps, opera come è noto nell’ambito della riscossione dei tributi, ma il fatto che sia più attiva in alcune zone piuttosto che in altre dipende da diversi fattori. Ad esempio, bisogna considerare che la Lombardia vanta il maggior numero di abitanti nel nostro paese: questo vuol dire che vi sono molti più contribuenti che altrove, i quali tra l’altro percepiscono i salari migliori dello stivale, e pertanto non ci si deve stupire più di tanto se il gettito tributario in questione è molto vicino ai due miliardi di euro (per la precisione, 1,8 miliardi).
Il Gafi illustra i rischi moderni delle frodi fiscali
Che cosa ne pensa il Gafi dell’attuale situazione del riciclaggio e delle frodi fiscali a livello globale? Il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale, l’organismo intergovernativo attivo da sempre in questo campo, ha espresso di recente la propria opinione in merito alla pericolosa diffusione delle cosiddette “free trade zones”, le zone di libero commercio in cui il fenomeno sembra essere molto più sviluppato. In particolare, pur riconoscendo gli stimoli economici che vengono impressi da tali aree ai paesi meno sviluppati, il gruppo di Berna ha messo anche in luce come vi sia troppa vulnerabilità nei confronti del traffico illecito. Le frodi al fisco, ma non solo, sono dunque fiorenti e alla ricerca di opportunità sempre nuove. Tra l’altro, è stato condotto un apposito questionario, in modo da conoscere tutti i dettagli delle vicende in questione: oltre al contrabbando vero e proprio, in particolare quello di alcool e sigarette, si verificano troppo spesso eventi illeciti come il narcotraffico, le truffe fiscal-finanziarie e le contraffazioni di banconote.