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Tobin tax: c’è l’accordo di 11 paesi

La tassa sulle transazioni finanziarie a livello europeo fa un altro passo in avanti con l’approvazione di una mozione a maggioranza qualificata da parte di 11 paesi della comunità. La proposta non è stata promossa all’unanimità visto il parere contrario di alcuni Stati come Gran Bretagna, Irlanda e Lussemburgo. Nelle prossime settimane dovrebbe quindi essere presentato un decreto che raccoglie le novità in merito alla nuova tassa sulle transazioni. In particolare sono favorevoli all’introduzione della tobin tax Germania, Belgio, Austria, Slovenia, Grecia, Portogallo, Estonia, Slovacchia, Francia, Italia e Spagna. Anche l’Olanda ha espresso un parere potenzialmente favorevole anche se si aspetta il testo definitivo prima di avere una presa di posizione ufficiale.

Il commissario al fisco Semeta ha dichiarato che probabilmente entro la fine di Febbraio sarà adottato un’ipotesi di testo legislativo. La proposta riguarderà comunque i 27 Stati membri e non solo quelli aderenti e molto probabilmente sarà modulata sullo schema del precedente decreto. Inoltre occorrerà anche verificare le reali intenzioni degli 11 Stati membri, visto che anche all’interno di tali paesi esistono comunque delle divisioni. I contrasti riguardano la base imponibile e la destinazione del gettito. Su quest’ultimo punto ad esempio alcuni sono favorevoli destinarlo al bilancio nazionale, mentre altri preferirebbero che l’introito vada su di un bilancio europeo. Il gettito atteso dalla tassa applicata dagli 11 Stati membri dovrebbe aggirarsi intorno ai 35 miliardi di euro.

Altro punto di incertezza è quello inerente la data di entrata in vigore della nuova imposta, che dovrebbe essere introdotta a partire dal 1° gennaio 2014. Tuttavia molto dipenderà dell’esito del’iter del decreto, anche perché occorrerà sanare le varie divisioni. In particolare oltre a destinazione del gettito e base imponibile bisognerà verificare le reali intenzioni dei paesi europei in merito alla aliquota da applicare per derivati e azioni (la proposta iniziale prevedeva una aliquota dello 0,1 per cento su azioni e obbligazioni e dello 0,01 per cento sui derivati finanziari).