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Tasse e imposte: quelle indirette le più odiate dai contribuenti

Qual è per quest’anno la tassa più odiata dagli italiani? Ebbene, l’imposta meno gradita, ma anche la più chiacchierata, è quest’anno la Tarsu/Tia, ovverosia la tassa sui rifiuti per la quale, in merito all’applicazione dell’IVA, si è pronunciata anche la Corte Costituzionale dichiarandone l’illegittimità. La tassa rifiuti è la tassa più odiata dagli italiani in accordo con la consueta classifica annuale, una vera e propria “top ten“, stilata da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, avvalendosi dell’operato dello Sportello del Contribuente. L’indagine, in particolare, è stata effettuata lo scorso mese di settembre su un campione di italiani residenti nel nostro Paese, e maggiorenni, intervistati telefonicamente. Al secondo posto della “top ten” delle tasse più odiate c’è un altro tra i balzelli più chiacchierati delle ultime settimane.

Stiamo parlando del canone RAI che, per Legge, tutti i possessori di un televisore sono obbligati a pagare, ma che a quanto pare i contribuenti/abbonati ne farebbero volentieri a meno specie dopo le aspre polemiche sui palinsesti televisivi, sulla qualità del servizio offerto, ma anche in scia al passaggio al digitale terrestre che ha comportato per i cittadini l’assunzione di spese per l’acquisto del decoder o direttamente del televisore di nuova generazione. Sul podio, al terzo posto, ci sono le accise sulla benzina, energia elettrica e metano che contribuiscono a zavorrare la bolletta energetica delle famiglie e degli automobilisti alla pompa quando si recano presso un distributore di benzina.

Sul carburante, tra l’altro, lo Stato incassa tutta una serie di accise introdotte anni e anni fa, come quella per la quella guerra d’Abissinia che ancora gli automobilisti sono costretti a pagare. Al quarto posto della classifica delle tasse più odiate, secondo le rilevazioni di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, c’è il canone per il depuratore dell’acqua, e poi a seguire la tassa di possesso dell’auto, l’ICI, i ticket sanitari, l’IVA, l’IRAP e le imposte sui redditi, ovverosia Ires e Irpef.

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