Home » Tasse » Tassa.li: l’app smartphone per segnalare gli evasori

Tassa.li: l’app smartphone per segnalare gli evasori

Evasori fiscali? Adesso basterà un’applicazione per smascherarli. O almeno ci proverà. Che il problema dell’evasione possa essere risolto con un cellulare forse potrebbe sembrare un’utopia, ma non si sa mai e tutto potrebbe essere. Anche perchè chi ci ha lavorato non propriamente il primo sprovveduto: Edoardo Serra, laureato del Politecnico di Torino ha sviluppato una app per iPhone e Android, denominata Tassa.li per segnalare le attività commerciali che non rilasciamo lo scontrino fiscale oppure la fattura. Il funzionamento dell’applicazione è semplice: dopo il nostro acquisto presso un rivenditore furbetto che non ci lascia fattura, su una mappa possiamo registrare il luogo dove è collocato il negozio “evasore”, indicando anche la categoria commerciale nonché l’importo speso. La segnalazione sarà quindi geo-localizzata e anonima: il servizio infatti non permette che siano specificati nè il nome dell’attività commerciale né tantomeno quello nostro.

A cosa servirà quindi questa applicazione? Non tanto a sventare gli evasori singolarmente, quanto a creare una mappa dell’evasione gratuitamente accessibile a chiunque sul sito Tassa.Li. Non credete possa funzionare? Finora sono state inviate oltre 2mila segnalazioni, pari ad oltre 39 milioni di evasione fiscale. La segnalazioni rimane anonima così come il nome dell’attività commerciale che non ha messo scontrino, per cui nessuna lesione di privacy per nessuno. Nei prossimi mesi il sito renderà pubbliche  le info trasmesse dagli utenti e avremo finalmente a disposizione la nostra mappa.

Come previsto dalla Legge Italiana, l’emissione dello scontrino o della ricevuta fiscale a fronte dell’incasso di un pagamento per la cessione di beni o la prestazione di servizi è parte degli obblighi fiscali dei commercianti e di chi fornisce servizi al pubblico – si legge sul sito di Tassa.li – . La ricevuta fiscale va rilasciata al momento del pagamento totale o parziale del corrispettivo. Ciò nonostante, il pagamento “in nero” è una prassi piuttosto consolidata. Il vantaggio del fornitore del bene/servizio sta ovviamente nel non dover dichiarare quanto incassato, quello dell’acquirente nel fatto che, ogni tanto, si vede riconoscere uno “sconto” sul prezzo che dovrebbe pagare. Per quanto motivo di ridotto beneficio individuale, questi eventi danneggiano in misura importante il sistema fiscale e la collettività.