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Tariffe acqua e spazzatura: un fardello per i cittadini

L’associazione artigiani Cgia di Mestre ha elencato le tariffe dei servizi erogati dalle amministrazioni locali o dallo Stato condannandole a cusa degli aumenti.

A fronte di un aumento medio dell’inflazione del 16% registrato dal 2002 al giugno 2009, la raccolta dei rifiuti è aumentata del 41,2%, le tariffe dell’acqua del 37,9%, del gas del 35,6%, dell’energia elettrica del 31,2%, dei pedaggi autostradali del 27%, dei trasporti ferroviari del 24,7%.

Si tratta di un vero e proprio boom. E i lavoratori autonomi sono stati i più colpiti – sottolinea il segretario degli artigiani di Mestre, Giuseppe Bortolussi -. Questi lavoratori le pagano due volte. Una come cittadini, in riferimento alla propria abitazione, e l’altra come gestori di piccoli negozi o botteghe artigianali.

Se per gas ed energia elettrica – continua Bertolussi – gli incrementi sono legati all’aumento dei prezzi petroliferi avvenuti in questi anni, è difficile giustificare le impennate registrate dalle tariffe dei rifiuti e dell’acqua. Di fronte al boom di questi costi alcuni enti locali dovrebbero fornire delle spiegazioni agli utenti e ai cittadini.

Nota meno negativa per le tariffe postali (+12,7%) e della telefonia (-8,8%). Addirittua per quanto riguarda la telefonia possiamo aspettarci buone nuove. Il ministero dello Sviluppo economico dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, Roberto Sambuco, ha avviato un’indagine che prevede la convocazione (per il 3 settembre) delle compagnie telefoniche Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3. La convocazione riguarda i costi degli Sms e la tariffazione delle chiamate in voce, che molte associazioni chiedono sia calcolata sugli effettivi secondi di conversazione e non in minuti. Secondo il ministro:

L’Italia è il Paese più competitivo nella telefonia mobile dopo il Giappone, ma il costo dei servizi per i clienti è superiore alla media.

In Italia le ricariche per i cellulari “partono” come i razzi, soprattutto in confronto ad altri paesi europei. Secondo un rapporto dell’Ocse, un italiano paga fino a tre volte di più di un utente olandese o finlandese.