Sei anziano? A Pescara una tassa ad hoc

Si parla tanto di pensioni minime, di anziani che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, di famiglie i cui risparmi vengono alienati dalla crisi crescente. Gli anziani, che spesso vediamo nei centri di ritrovo, nei circoli, a chiacchierare sull’ultima riforma finanziaria con il ciglio di chi di vita ne ha vissuta tanta o a giocare a carte se preferisce un momento di puro svago, d’ora in poi dovrò pagare cara la sua partita a tresette. Anche se sono solo 25 euro all’anno, come ha sottolineato l’assessore alle politiche sociali del Comune Guido Cerolini.

Per l’agenzia delle entrate l’evasore é un parassita

«Stop a chi vive a spese d’altri» oppure, detta in altro modo «Chi evade le tasse è un parassita sociale». Due affermazioni abbastanza significative se collocate all’interno della questione evasione fiscale. Due spot televisivi, e due comunicati radio ed in più le affissioni nelle principali stazioni ferroviarie del Paese e negli aeroporti di Milano e Roma. È la campagna organizzata dalla Agenzia delle Entrate e dal Ministero dell’Economia contro chi si rifiuta di pagare le tasse. La campagna partirà domani 9 agosto e proseguirà per tutto il mese di settembre.

I Lombardi sono disposti a pagare più tasse

Ebbene sì, mentre sindaci ed enti governativi passano le giornate a cervellarsi per trovare un metodo che consenta di far quadrare conti e bilanci senza toccare i portafogli dei cittadini, arriva la risposta di un sondaggio di Ipsos: il 56% è disponibile a nuovi sacrifici per mantenere l’offerta dei Comuni. Secondo il sondaggio condotto da Ipsos per conto di Anci Lombardia, i cittadini sarebbero disposti a pagare anche più tasse pur di avere i servizi garantiti. Poco più della metà dei lombardi, il 56%, dichiara che preferirebbe pagare tariffe più alte e vedere però che il livello dei servizi aumenta piuttosto che vedersi tagliare i servizi essenziali offerti dalla loro città: come il trasporto pubblico, l’assistenza sociale, gli asili nido o la pulizia delle strade.

Agenzia Entrate Emilia-Romagna: semplificazione rapporto fisco – contribuente

Anche nella Regione Emilia-Romagna gli ultimissimi dati forniti dall’Agenzia delle Entrate indicano che il rapporto tra il Fisco ed il contribuente si sta sempre di più sviluppando sul territorio sulla via della semplificazione. Nei primi sei mesi di quest’anno, infatti, in accordo con quanto ha comunicato la Direzione regionale delle Entrate dell’Emilia-Romagna, sono stati erogati quasi mezzo milione di servizi; di questi, ben 84.225 hanno riguardato nel semestre gli interventi in materia di comunicazioni e di cartelle di pagamento, con un rialzo pari a quasi il 20% rispetto ai 71.708 interventi dei primi sei mesi del 2009. Luce verde, con un’ascesa del 7%, anche per gli interventi riguardanti le registrazioni di denunce di successione e di atti con ben 150 mila richieste, mentre gli interventi sulle partite Iva, in materia di cessazioni, rilascio e variazioni, sono più che raddoppiati passando da quota 18.155 del primo semestre 2009 ai 38.484 del periodo gennaio – giugno 2010.

Agenzia delle Entrate: aumentano i servizi erogati dal Fisco

Nei primi sei mesi di quest’anno, in materia di servizi ai contribuenti, il Fisco ha messo a segno un’altra accelerazione. In data odierna, martedì 3 agosto 2010, l’Agenzia delle Entrate ha infatti reso noto che nei primi sei mesi dell’anno sono stati erogati oltre 5 milioni di servizi con un incremento del 5,8% rispetto al 2009. A contribuire a questa crescita sono stati soprattutto i servizi legati all’assistenza ai contribuenti, a partire da quelli relativi alle comunicazioni ed alle cartelle di pagamento con quasi 940 mila interventi, con un rialzo superiore al 17% rispetto agli 800 mila circa interventi dell’anno 2009. Mettono il turbo nei primi sei mesi di quest’anno anche i servizi relativi alle partite IVA, ovverosia le operazioni di rilascio, variazione e cessazioni con quasi 475 mila interventi, ovverosia il 20% in più rispetto ai quasi 395 mila dello scorso anno; questo exploit, tra l’altro, è stato possibile anche grazie al servizio “Comunica“, la nuova comunicazione telematica che permette di aprire un’impresa in un solo giorno, e per la quale sono giunte oltre 190 mila comunicazioni.

Italia: troppe tasse e meno servizi

Su ogni italiano grava un peso tributario annuo pari a 7.777 euro. Il dato é stato rilevato da un’indagine della Cgia di Mestre da cui si evince inoltre che, in termini di spesa sociale, i tedeschi ricevono 8.972 euro pro capite l’anno, mentre agli italiani tra spese per sanita’, istruzione e protezione sociale toccano solo i 7.749 euro, ben 2.745 euro in meno della Francia e 1.223 euro in meno della Germania. Non indifferente differenza pro capite tra quanto si riceve in termini di spesa e quanto si versa di tasse.

La situazione è fortemente sconfortante perché dimostra ancora una volta come pur in presenza di un peso tributario tanto elevato – afferma il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi -, come in Italia non vengano destinate risorse adeguate per la casa, per aiutare le famiglie indigenti, i giovani, i disabili e chi vive ai margini della società. E’ evidente a tutti che le tasse così elevate nel nostro Paese sono la conseguenza di una spesa pubblica eccessiva.

Torna la tassa depurazione (anche per chi non ne usufruisce)

Forse qualcuno potrebbe stentare a crederci, ma in Italia ormai nulla é impossibile. Dopo la tassa sui morti (da pagare ovviamente non dai diretti interessati ma dagli eredi), torna la tassa sulla fognatura anche per le abitazioni non collegate ai depuratori. Usufruite del servizio? Ok, dovete pagarla. Non ne usufruite? Pagate lo stesso. La tassa sulla fognatura torna ad essere obbligatoria anche per chi non usufruisce del servizio di depurazione. Lo ha recentemente stabilito un decreto legge dei ministeri dell’Ambiente e del Tesoro.

In passato era stata cancellata da una sentenza della Corte costituzionale: erano tenuti a versare il canone solo i cittadini con un’abitazione collegata ad un impianto di trattamento. La norma torna quindi alla ribaltaa e impone ai cittadini l’obbligo di pagare il costo della depurazione anche se non c’è il servizio.