Controlli Guardia di Finanza a Siracusa

I controlli della guardia di finanza si sono intensificati dopo il famoso blitz di Cortina, dove le irregolarità riscontrate hanno convinto le forze dell’ordine ad agire in maniera più diretta. La presenza sul territorio della Guardia di Finanza si è da allora spostata di zona in zona ed in praticamente tutti i casi sono state riscontrate irregolarità notevoli, ma quello che emerge è una netta distinzione tra nord e sud.

Evasione fiscale in Italia la peggiore del Mondo

L’Italia vanta ben due primati mondiali in materia fiscale, e si tratta di due record che nessuno Stato vorrebbe dalla sua; il primo riguarda la pressione fiscale. Secondo i dati ufficiali l’Italia è uno dei Paesi dove si pagano più tasse, con una pressione fiscale che si attesta al 55% del PIL. Il secondo record che il Bel Paese può “vantare” è quello relativo all’economia sommersa ed all’evasione fiscale. Le imposte evase sono di 154 milioni di euro, pari al 17,5% del PIL.

Calabria: il comune di Conflenti è il nuovo alleato contro l’evasione

La Calabria ha deciso di fare davvero sul serio per quel che concerne il contrasto all’annoso problema dell’evasione fiscale: in effetti, nel corso della giornata odierna si è assistito anche a una firma importante, vale a dire quella che ha coinvolto la direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate e il comune di Conflenti (piccolo centro in provincia di Catanzaro). L’intesa ha beneficiato, infatti, della presenza di Antonino Di Geronimo, numero uno della direzione calabrese della nostra amministrazione finanziaria, e del sindaco della stessa Conflenti, Giovanni Paola.

Mancata emissione scontrini Milano

L’evasione fiscale in Italia è nel mirino del Governo; le misure di austerità prese per sostenere i conti dello Stato si devono in buona parte anche ai “furbetti” tipici Italiani, che ora cominciano a rivedere la propria posizione anche se ormai potrebbe essere troppo tardi.

Fisco spagnolo contro Eto’o

Arriva agli onori della cronaca l’ennesimo caso di evasione fiscale agli alti livelli. Questa volta è il turno dell’ex attaccante dell’Inter Eto’o, che durante il periodo compreso tra il 2006 ed il 2009 avrebbe evaso 3,5 milioni di euro di tasse sui diritti di immagine relativi al periodo.

Il famoso sportivo sarebbe nel mirino del fisco Spagnolo, visto che gli illeciti riguardano diritti di immagine corrisposti da Barcellona e Puma su due società di comodo, Bulte 2002 Empresarial e Tradesport and Marketing KFT.

Se l’accusa dovesse essere fondata allora il calciatore rischierà fino a 5 anni di carcere ed una multa che ammonta a sei volte tanto la cifra evasa.

Confcommercio chiede diminuzione pressione fiscale

La denuncia questa volta arriva direttamente dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ed a sostegno della tesi secondo cui la pressione fiscale è diventata insostenibile ha dalla sua i numeri; chi paga regolarmente le tasse, secondo il Presidente, subisce una pressione del fisco pari al 55%, con un PIL che nel 2012 si attesterà sui livelli del 2009.

Un Paese che da un lato è “invecchiato” di oltre 3 anni e dall’altro ha aumentato le tasse, a discapito ancora una volta di quella parte di cittadini onesti ed in regola. Chi infatti evadeva prima le tasse continua a farlo anche oggi e chi non lo faceva ma ha la possibilità si trova ormai costretto visto che si trova a dover pagare per i danni causati da terzi. Poi c’è un’altra categoria di persone e cioè quelli che le tasse non le possono evadere; su di loro ricade l’aumento dell’IVA, l’Imu e tanti altri aumenti che inevitabilmente rendono più povere le famiglie italiane.

Calcolo redditometro

Il redditometro è uno degli strumenti nuovi che consentono al fisco di combattere l’evasione fiscale praticamente su tutte le classi di soggetti residenti sul territorio Italiano. Si tratta in sostanza, come il nome suggerisce, di un controllo sul reddito delle persone; vengono prese le dichiarazioni e vengono confrontate con i beni in possesso del soggetto. Spese importanti come auto di lusso o barche richiedono redditi adeguati e sono indice di ricchezza, così come la seconda casa, un mutuo particolarmente oneroso, spese per vacanze in posti costosi ed altri fattori simili.

Il redditometro prende in considerazioni delle classi di beni e gli assegna un potenziale reddito secondo una tabella studiata; se le rilevazioni sulle persone riscontrano discrepanze importanti tra il reddito dichiarato ed i beni posseduti allora scattano i controlli. Le eccezioni che comprendono la coesistenza di beni di lusso e bassi redditi sono veramente poche e facilmente riscontrabili dopo un primo accertamento; scartati questi casi limite, tutti gli altri sono potenziali evasori che sfruttano soldi non dichiarati per comprare beni di lusso che secondo la dichiarazione non potrebbero permettersi.

Differenza tra spesometro e redditometro

Tra gli strumenti a disposizione del fisco per prevenire e contrastare l’evasione fiscale, rientra anche lo spesometro, attivo dal 2011. Il sistema consente alle autorità di tracciare le spese oltre una certa soglia su cui vengono poi fatti gli accertamenti del caso; in pratica per ogni acquisto superiore ad una certa soglia (corrispondente a 3600 euro iva inclusa) il commerciante è costretto a richiedere il codice fiscale del cliente ed a comunicarlo all’Agenzia delle Entrate insieme alla cifra spesa per l’acquisto dei beni.

I dati raccolti vengono poi passati al vaglio alla ricerca di un elemento ben preciso; viene fatto un confronto tra le spese sostenute dal singolo e la sua dichiarazione dei redditi (che, in molte circostanze, non viene neanche fatta) e si valutano eventuali anomalie tra le spese sostenute (e quindi il tenore di vita) ed i guadagni dichiarati. 

Novità nuovo redditometro

Se la pressione fiscale continua ad aumentare, è perchè fondamentalmente vi è qualcosa di estremamente sbagliato di fondo nei conti pubblici e per assurdo l’aumento delle tasse non può che peggiorare la situazione di questo passo. Più tasse vuol dire più aspettative di guadagno per Stato ed Istituzioni ma vuole anche dire che chi non potrà pagare non lo farà ed in questo modo le aspettative non corrisponderanno mai alla reale raccolta, mettendo ancora una volta in difficoltà lo Stato.

L’azione del fisco dovrebbe essere quindi a monte; prima bisogna risanare quella parte di Italia che non funziona, per poi lavorare “di fino” aumentando le imposte, ma solo dopo il rilancio dei consumi e del mondo del lavoro.

Un altro passo importante per la lotta all’evasione e quindi alla pressione fiscale è stato fatto con le novità sul redditometro; il redditometro è in pratica il meccanismo che ha il fine di comparare il reddito dichiarato con le spese sostenute e quindi con il tenore di vita. Sul reddito dichiarato vi sono degli standard sul tenore di vita di un soggetto che se superati fanno scattare l’allarme all’Agenzia delle Entrate (il classico esempio dei possessori di barca che guadagnano meno di un operaio normale).

Agenzia delle Entrate apre indagini sul tenore di vita

Un triste classico all’Italiana è quello di permettersi lussi incompatibili con il reddito dichiarato; le situazioni che negli anni si sono sviluppate hanno dell’incredibile e si scoprono possessori  di barche (di un certo livello) che secondo la dichiarazione personale non potrebbero permettersi neanche un’automobile e tanti altri casi “limite” come questo.

L’ultima notizia in merito riguarda un dentista di Roma, scoperto evasore fiscale per oltre 8 milioni di euro in cinque anni; la discrepanza tra tenore di vita e reddito dichiarato ha insospettito la Guardia di Finanza, che dopo l’avvio delle indagini non ha ottenuto risposte convincenti dal professionista riguardo le movimentazioni di soldi degli ultimi anni.

Il punto cardine della lotta all’evasione è proprio questo; l’Agenzia delle Entrate finalmente sviluppa ricerche sul tenore di vita legato al reddito e punta direttamente gli sforzi su quei casi incongruenti. Il fisco a tal proposito ha inviato ai contribuenti “sospetti” una lettera relativa al reddito 2010. In quest’ultima sono annotate le spese rilevate non compatibili con i redditi dichiarati.

America’s Cup sotto sorveglianza del Fisco

L’importante competizione che si è svolta a Venezia è finita nel mirino della Guardia di Finanza; l’operazione, piuttosto discreta, non era incentrata sull’America’s Cup ma piuttosto su tutto quello che gira intorno alla storica gara.

L’evento richiama da sempre appassionati “via terra” ma sopratutto i possessori di barche, che hanno invaso i porti; l’occasione per la Guardia di Finanza era presto servita, visto che in un solo posto avrebbero trovato centinaia di lussuose imbarcazioni su cui effettuare i classici controlli sul reddito dei proprietari e sull’intestazione.

Finanza chiude 5 negozi per mancata emissione scontrino

La notizia che la finanza chiude (o meglio, sospende la licenza per un periodo di 30 giorni) cinque esercizi commerciali per mancata emissione di scontrino fiscale non sarebbe poi una notizia tanto strana, se non per l’azione forse esagerata. In realtà però i negozi chiusi erano recidivi; per ben tre volte in pochi anni sono stati “pizzicati” a non emettere lo scontrino fiscale nelle stesse identiche condizioni.

L’operazione della Guardia di Finanza è però più ampia; oltre 60 finanzieri per un blitz su 150 negozi al dettaglio per un controllo che si è esteso a tutte le attività più diverse; negozi di frutta e verdura, parrucchieri, negozi cinesi, ristoranti, alimentari bar ed altri ancora. Gli importi evasi variano ma anche per cospicui acquisti non sono state emesse ricevute fiscali.

Frode a Palermo su rete trasporti

Maxi frode scoperta dalla Guardia di Finanza; il lavoro che Governo ed istituzioni portano avanti per smascherare le frodi verso il fisco Italiano (e non solo) aggiunge un’altra vittoria nella lotta che dal blitz di cortina si porta avanti.

Nella giornata di oggi è stato scoperto a Palermo un giro che coinvolge cinque cooperative e riguarda il settore dei trasporti; 99 automezzi sequestrati tra motrici, autocarri e furgoni, 10 autoveicoli, 6 motocicli, 5 terreni agricoli, 17 immobili ed oltre 60 tra conti correnti e depositi titoli bancari. Il valore dell’operazione ammonta, attualmente a  62 milioni di euro, tante quante sono le imposte evase.