Cartelle di pagamento: via libera a compensazione debiti con i crediti di imposta

Per pagare i debiti indicati nelle cartelle di pagamento arriva una nuova modalità comoda e “conveniente” per i contribuenti; trattasi, nello specifico, della possibilità di andare a compensare i debiti che sono iscritti a ruolo con i crediti di imposta che vanta lo stesso contribuente. A tal fine Equitalia ha reso noto d’aver messo a punto, proprio per la compensazione volontaria dei debiti fiscali con i crediti di imposta, i modelli e le procedure per avviarne la comunicazione. Il meccanismo funziona nella maniera seguente: nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate riceve comunicazione dell’esistenza di un credito di imposta vantato da un contribuente che, contestualmente, ha somme iscritte invece a ruolo, l’agente della riscossione, proprio riguardo ai debiti dovuti, procede con la sospensione di ogni azione di recupero e provvede all’inoltro e all’attivazione di una proposta di compensazione.

Multe e tasse non pagate: in arrivo raccomandate per ventimila milanesi

Inizia l’estate, arriva il sole e per qualcuno forse é già tempo di ferie. State attenti però a non infrangere il codice della strada. Già fatto? Non credete però di farla franca perchè anche se vedete che il tempo passa e nessuno viene a reclamare il pagamento della multa o di una tassa non credete che il fisco o le autorità competenti se ne siano dimenticate.

Occore pagare – affermano da Equitalia (la società per azioni a totale capitale pubblico che si occupa della riscossione del credito su tutto il territorio nazionale -. Sono innumerevoli i motivi per i quali tasse e multe non vengono pagate nei termini legali. Il più diffuso è tuttora l’erronea convinzione riguardo all’inefficienza del Fisco.

Pagare il canone Rai anche senza televisore?

Non avete un televisore in casa? Poco probabile, al giorno d’oggi ogni famiglia ne possiede almeno due, eppure qualcuno che preferisce non guardare quello schermo rettangolare (che in effetti ci propina sempre più trasmissioni trash) esiste. Stiamo parlando di Gabriele Giunchi, di professione preside a cui non è stato concesso di non possedere una televisione. La società di riscossione per conto Rai “Equitalia” lo ha dichiarato moroso per non aver pagato il canone di una televisione ch enon ha chiedendo e ottenendo il sequestro di un quinto dello stipendio per i canoni non pagati più le spese legali.

Invani i tentativi del preside di difendersi: La televisione non mi interessa. Cosa c’è di strano? Perché non sono mai venuti a vedere se la tv ce l’avevo o no? Evidentemente il pensiero che qualcuno non abbia questo elettrodomestico in casa è per loro talmente assurdo da essere escluso in partenza. Così la tassa del Grande fratello si paga per esproprio.

Riscossione crediti insoluti: il fermo amministrativo

Cosa si rischia quando non si paga una cartella esattoriale? Ebbene, attraverso l’operato di un agente per la riscossione, le Regioni, i Comuni, l’INPS, ma anche l’Agenzia delle Entrate, possono provvedere, al fine di riscuotere i crediti insoluti, a procedere al fermo amministrativo una volta trascorso il termine di Legge di sessanta giorni per il pagamento della cartella esattoriale. Con la procedura del fermo amministrativo, che non è altro che una pratica coattiva e forzosa di riscossione del credito, l’agente della riscossione punta a riscuotere il credito, che può essere costituito da  tasse, contributi previdenziali, ma anche il canone RAI, attraverso il pignoramento di beni mobili e immobili. Per il pagamento tramite cartella esattoriale di piccoli importi, di norma viene recapitato al soggetto che deve pagare un sollecito, ma quando l’importo è elevato si passa subito all’invio del “preavviso di fermo“; nel caso in cui il soggetto che deve pagare non provvede a saldare il dovuto, si passa all’iscrizione del provvedimento e, per gli importi elevati, al “fermo” dell’autoveicolo o di più autoveicoli intestati al debitore.

Cartelle pazze: anche i defunti non hanno pace

Il recapito delle cartelle di pagamento ai contribuenti è uno dei problemi più grossi ed irrisolti nel nostro sistema fiscale, visto che buona parte di queste sono spesso incomplete, errate o addirittura “pazze“. E se già la ricezione di una cartella di pagamento per il contribuente non è di certo una cosa piacevole, tutto diventa frustrante quando magari nella cartella sono indicate cifre molto alte che il cittadino ritiene che non debba pagare; ma, al fine di evitare pignoramenti ed altre procedure esecutive, spetta purtroppo al contribuente andare a dimostrare che la cartella è errata con conseguente perdita di tempo e, spesso, anche di denaro. Le cartelle pazze, tra l’altro, nel nostro Paese arrivano ad “ondate”, con la conseguenza che i contribuenti in massa si recano presso gli uffici delle Entrate a fare lunghe file spesso inutili in quanto magari i computer dell’ufficio sono andati in tilt, e magari dopo aver cercato, invano, di poter fissare in Agenzia un appuntamento utilizzando il telefono oppure la rete Internet.

Cartelle di pagamento: come chiedere la rateazione del debito

Avete un debito fiscale iscritto a ruolo per un importo inferiore ai cinquemila euro? Niente paura! Sia che siate persone fisiche, sia che siate persone giuridiche, la società di riscossione Equitalia permette, semplicemente dietro l’inoltro di una dichiarazione motivata, di poter rateizzare l’importo fino a 36 rate mensili. Nel dettaglio, i debiti iscritti a ruolo fino a duemila euro si possono rateizzare fino a diciotto mesi; quelli da duemila e fino a 3.500 euro fino a ventiquattro mesi e quelli da 3.500 a 5.000 euro in ben trentasei rate. Tutto cambia invece per i debiti iscritti a ruolo oltre i 5.000 euro; in tal caso, infatti, la rateazione è ammessa se e solo se il contribuente è in grado di dimostrare oggettivamente di essere in una situazione di difficoltà riguardo al saldo della cartella di pagamento in un’unica soluzione. Per questo, Equitalia in tal caso chiede alle persone fisiche ed alle ditte individuali la certificazione dell’indice della situazione economica equivalente (ISEE), mentre per le imprese è richiesta la documentazione attestante la sussistenza di difficoltà a livello finanziario attraverso la comunicazione di alcuni dati ed indicatori societari.