Unicons ottiene un rimborso per la tassa sui cellulari

Unicons (Unione Tutela Cittadini e Consumatori) è riuscita a proporre il primo e fondamentale ricorso sulla tassa di concessione governativa per quel che riguarda i cellulari: in più, dettaglio non certo trascurabile, l’associazione è riuscita anche a vincere questo stesso ricorso, un evento significativo in relazione all’imposta di cui si sta parlando. Giusto un mese fa la notizia dell’azione legale contro la tassa sui cellulari aveva destato grande interesse, ora si ha un altro appiglio di rilievo. Il fatto in questione si riferisce alla decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Foggia, la quale ha voluto accogliere il ricorso di un cittadino che si era rivolto proprio all’Unicons per il motivo appena descritto.

Azione legale contro la tassa sui cellulari

L’associazione dei consumatori Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) è sempre molto agguerrita quando si tratta di difendere i cittadini: non è un caso, quindi, che sia stata proprio essa a recarsi in tribunale per contrastare la tassa di concessione governativa che di solito viene versata da quegli italiani che sono in possesso di un abbonamento per la telefonia mobile. L’ammontare complessivo di questa stessa tassa è pari a novantuno milioni di euro ogni anno, ragione per cui l’associazione si è sentita in dovere di intervenire.

Tassa di concessione governativa addio: é illegittima

Novità per i possessori di cellulari che hanno sottoscritto un abbonamento telefonico: la pesante tassa di concessione governativa sui cellulari è stata eliminata in maniera definitiva. La regione Veneto, ha fatto partire una commissione tributaria contro questo costo e ha emesso due sentenze, che stabiliscono chiaramente che gli enti locali, non sono tenuti a effettuare il pagamento della tassa, che dovrà essere pagata dalle compagnie telefoniche che erogano il servizio. Chi ha sottoscritto un abbonamento con il telefonino sa che il balzello pesava 5,16 euro al mese come utente privato e 12,91 euro se cliente con partita iva. Da oggi inoltre sarà possibile richiedere il rimborso della tassa pagata negli ultimi tre anni.

Agenzia delle Entrate: parte il telelavoro per i dipendenti

Per l’anno in corso ben 100 posti presso l’Agenzia delle Entrate saranno “coperti” con il personal computer e con la scrivania direttamente da casa, senza doversi recare in ufficio, ovverosia con la formula del telelavoro. A darne notizia in data odierna, venerdì 16 luglio 2010, è stata l’Amministrazione finanziaria dello Stato nel far presente in particolare come quello del telelavoro per i dipendenti del Fisco rappresenti un progetto sperimentale della durata di due anni che è stato pienamente condiviso con le Organizzazioni Sindacali, e che punta chiaramente a venire incontro a quei lavoratori dell’Agenzia delle Entrate che, per particolari esigenze e condizioni di natura familiare ma anche personale, non possono avere presso gli Uffici delle Entrate una presenza giornaliera regolare. A casa del telelavoratore è infatti presente un vero e proprio Kit di telelavoro che sostanzialmente replica una classica postazione di lavoro presso gli Uffici del Fisco.

Arriva la tassa sui telefonini e gli mp3

Volete acquistare un telefonino o un mp3? La tecnologia ha un costo, e questo costo sembra sia destinato a lievitare, il governo, con decreto firmato il 30 dicembre dal ministro dei Beni e delle attività culturali Sandro Bondi tasserà cellulari, computer, decoder, e lettori mp3, ovvero tutti i dispositivi dotati di memoria. Riscuoterà il gettito la Siae, a causa della possibilità che un utente possa a diritto utilizzare quei dispositivi tecnologici per godere di una copia personale di cd e film acquistati.

Si parla quindi di possibilità dell’utent, quindi una sorta di presunzione che colpisce l’utente per un danno che comunque potrebbe non essere affatto stato commesso. E chi pagherà la tassa? Ovviamente i consumatori, con aumenti dei prezzi. Iniziano le contestazioni delle associazioni dei consumatori: Altroconsumo stima che oltre 250 milioni di euro l’anno finiranno nelle casse della SIAE.

Usa: Ascap chiede tassa sulle suonerie dei cellulari

Siete appena usciti da lavoro, stanchi e frastornati. Siete sul treno che vi porta a casa e state quasi per addormentarvi. Ma ecco che qualcosa vi sveglia: il vostro cellulare inizia a squillare e quasi quasi vi mette allegria, la simpatica suoneria che avete scaricato ieri comincia a strombettare e i vicini di viaggio vi guardano sorridenti. Questo é quello che succede in Italia, ma se ci spostiamo oltreoceano, le cose cambiano.

In America il suddetto lavoratore stanco avrebbe proceduto ad un'”innegabilmente pubblica esecuzione”, ragion per cui occorre pagare i diritti d’autore. Lo afferma l’Ascap (American Society of Composers, Authors and Publishers, in pratica come la nostrana Siae), secondo la quale le società che rogano il servizio di suoneria abbiano l’obbligo di versare una tassa sull’esecuzione pubblica dei brani acquistati come suonerie (in aggiunta alle royalties sul copyright).