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San Marino prova a costruire il suo nuovo sistema fiscale

Il futuro di San Marino è nelle mani del proprio sistema tributario, uno dei più discussi a livello internazionale: la fiscalità agevolata della Repubblica del Titano vive però uno dei momenti più difficili da molto tempo a questa parte. Questa certezza deriva soprattutto dagli impegni e dai temi che sono stati trattati negli ultimi convegni. Ad esempio, il meeting più recente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio ha permesso di ragionare sui principali elementi di criticità. Tra questi ultimi possiamo sicuramente annoverare i pessimi rapporti con il nostro paese, provocati in larga misura dallo scudo fiscale e dal mancato coordinamento tra la Banca d’Italia e la Banca Centrale di San Marino. Inoltre, la reputazione della piccola repubblica va sicuramente migliorata.


Le linee guida soni comunque chiare e vanno implementate nella maniera migliore. Gli esempi più illuminanti sono offerti dalla leva fiscale e dall’integrazione internazionale con l’Unione Europea. Secondo Tito Masi, numero uno della fondazione sanmarinese, le parole d’ordine devono essere tre, vale a dire trasparenza, collaborazione e correttezza. La concentrazione degli istituti di credito, inoltre, è un altro obiettivo urgente che va perseguito: in tal senso, il governatore della banca centrale, l’avvocato Renato Clarizia, sta tentando di gestire con ampio respiro tutte queste situazioni, una tendenza che fa ben sperare, dato che l’incarico in questione è stato assunto da appena sette mesi.

Tra l’altro, un impegno arduo ma non impossibile è quello di rendere competitivi sia i costi che i rendimenti, il tutto mediante l’imposizione fiscale. Si tratta di pura utopia? C’è chi è pronto a giurare sull’impossibilità di tornare al precedente sistema finanziario, una strada definita addirittura come “mortale”. Infine, non bisogna dimenticarsi nemmeno dei nuovi regolamenti finanziari e tributari, oltre al riconoscimento della stessa banca centrale come un brand e un marchio riconosciuto a livello globale. Intanto, si attende un intenso scambio di informazioni con l’Ocse.