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Rc auto in aumento causa accorpamento province

A seguito dell’’accorpamento delle province deciso dal Governo, si vocifera che ci siano all’orizzonte degli aumenti per la polizza di assicurazione auto.

A spiegarlo è il Responsabile Business Unit Assicurazioni di Facile.it, Mauro Giacobbe il quale sostiene che essendo la polizza auto composta di diversi elementi, tra cui l’imposta provinciale (che varia dal 9 per cento al 16 per cento), a seguito dell’accorpamento ci saranno diverse province che potrebbero fare i conti con un incremento della tassazione fino al 2 per cento.

L’ISVAP ha pubblicato l’indagine trimestrale sull’andamento dei prezzi delle RC auto. L’analisi è stata condotta, dal luglio 2011 a quello del 2012, su 21 provincie italiane di cui 18 capoluoghi di regione e 2 provincie autonome secondo undici profili tipo. I dati hanno notificato un aumento generale su tutti i profili fino a un massimo del 10,7% per quanto riguarda il profilo 4. I prezzi medi pagati hanno avuto una crescita minore ma che giunge fino al 9.99% per il profilo 11.

Nonostante il parametro fissato dal Governo sia del 12,5 per cento, è stata data facoltà di aumentare o diminuire lo stesso fino ad un massimo di 3,5 punti percentuali. Oggi l’aliquota varia dal 9 per cento di Aosta a quella massima del 16 per cento scelta da circa il 70 per cento delle province italiane.

Gli automobilisti di Parma potrebbero passare dal 14% al 16% in caso di accorpamento con Piacenza; nel caso di Treviso dipende se la “Marca” sarà accorpata a Belluno (in tal caso salirebbe al 16 per cento) oppure ci potrebbe anche essere un risparmio se l’accorpamento avvenisse con Padova, dove l’imposta Rc auto si aggira sul 12,5%.  Quindi un guidatore che possiede per esempio una Kia Cee’d 1600 diesel (ricovero del veicolo in box privato) si troverebbe a pagare 538 euro invece di 552, nel primo caso, oppure salire a 557 euro, nel secondo. Stesso discorso per Teramo che accorpata all’Aquila, otterrebbe uno sconto sull’assicurazione auto.

Pistoia e Siena, unendosi alle province di Prato, Massa e Lucca i primi, di Arezzo e Grosseto i secondi, potrebbero pagare lo 0,5 per cento in più.