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Plusvalenze, come evitare guai con il Fisco

In materia di plusvalenze c’è molto da dire, ed è opportuno reperire numerose informazioni per evitare di incorrere in guai con il Fisco italiano.

Seguire le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate è fondamentale. Principalmente, gli esperti suggeriscono al venditore di indicare sempre nell’atto la volontà di distanziarsi dal valore presente all’interno della perizia.

Cosa è di preciso una plusvalenza? La plusvalenza rappresenta un aumento di valore che stabilisce una maggiore capacità contributiva e che il Fisco tiene sotto strettissimo controllo dal momento che è assoggettata alle tasse.

La valutazione delle plusvalenze assume particolare rilievo quando si parla di compravendite.

Plusvalenze: cosa si verifica nelle compravendite

Come comunicato dall’Agenzia delle Entrate, per ottemperare al calcolo della plusvalenza il contribuente può assumere, invece del valore di acquisto del terreno, quello rideterminato sulla base di una perizia giurata.

La perizia deve essere redatta prima del rogito, ma può essere giurata ed asseverata successivamente.

Il valore rideterminato si configura come un valore minimo di riferimento non solo per il calcolo della plusvalenza, bensì anche per le imposte che si devono al Fisco al momento del trasferimento. Se, ad esempio, il terreno è stato soggetto ad un deprezzamento e il venditore vuole distanziarsi dal valore della perizia, deve indicarlo nell’atto di cessione.

In questi casi il venditore si espone ad accertamenti e cambiamenti da parte del Fisco, il quale mira ad evitare che il venditore voglia occultare il vero valore del terreno, quindi la base imponibile su cui calcolare le imposte.

L’Agenzia delle Entrate ha tuttavia precisato che non viene preso nessun provvedimento in presenza di scostamenti minimi o se nell’atto di vendita viene dichiarato il nuovo valore di riferimento.