Accordo tra Polonia e Lussemburgo sulle doppie imposizioni

Non c’è solamente l’accordo tra Germania e Svizzera a dominare lo scenario tributario internazionale: anche il protocollo appena siglato dalla Polonia e dal Lussemburgo ha una rilevanza fondamentale, in quanto riguarda le doppie imposizioni. Tra le principali novità dell’intesa in questione, bisogna senza dubbio ricordare la clausola che impedirà qualsiasi tipo di abuso per quel che riguarda le plusvalenze da partecipazioni immobiliari. In effetti, il modello delle convenzioni contro le doppie imposizioni prevede che vi sia un regime completamente differenziato in merito alle stesse plusvalenze, in base alla loro provenienza.

Metalli preziosi: ancora due settimane per l’imposta sulle plusvalenze

Sono rimaste due settimane a disposizione delle imprese e degli enti equiparati che sono obbligati a versare l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze: volendo essere più precisi, si tratta di quei soggetti che non sono soggetti all’applicazione degli studi di settore e che sono tenuti a pagare una maggiorazione pari a 0,40 punti percentuali, tanto da far salire l’imposta sostitutiva a cui si sta facendo riferimento fino a un totale del 6%.

La Corte di Giustizia Ue interviene sulla exit tax

Si era parlato già diversi giorni fa di exit tax, in merito alla imposizione fiscale relativa alle società che trasferiscono la loro sede all’estero: ora c’è un nuovo tassello da aggiungere a questo argomento, vale a dire la sentenza dello scorso 29 novembre della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la quale ha stabilito in maniera perentoria che questa tassazione diventa legittima per quel che concerne lo stato di appartenenza. Il riferimento, ovviamente, deve andare alla libertà che vige in merito allo stabilimento delle legislazioni di ogni paese, oltre alla tassazione delle plusvalenze che vengono a maturare in questo caso. Ciò detto, non bisogna però dimenticare che la riscossione fiscale necessita di subire un differimento quando la compagnia in questione è emigrante e va a realizzare la sua plusvalenza.

Svalutazione partecipazioni società estere: quando il trucco non funziona

Nella Regione Emilia-Romagna, ed in particolare a Parma, l’Agenzia delle Entrate ha ottenuto un’altra vittoria dinanzi alla competente Commissione Tributaria Provinciale in merito ad un’operazione su capitale sociale condotta da una multinazionale attraverso un vero e proprio stratagemma. Nel dettaglio, una multinazionale operante nel comparto della lavorazione del vetro aveva acquisito il 100% del capitale sociale di un’azienda francese, ma al termine del perfezionamento dell’operazione di acquisizione aveva subito provveduto a svalutare la partecipazione al fine di potersi andare ad avvantaggiare delle deduzioni fiscali previste in questi casi. I funzionari del Fisco, insospettivi dalla tempistica repentina dell’operazione, hanno attivato i controlli contestando alla multinazionale il trucco in bilancio che ha generato un ammanco di 4,5 milioni di euro a fronte di un’evasione di imposta pari a ben 2,5 milioni di euro.

Evasione fiscale: Parma, quadro d’autore nel salotto dell’amministratore

A fronte di una maggiore imposta accertata pari a ben 1,3 milioni di euro, l’Agenzia delle Entrate a Parma ha scovato ben 5 milioni di euro, a seguito di verifiche fiscali effettuate dai funzionari, a carico di una società parmense operante nel settore immobiliare. L’indagine, in particolare, ha riguardato gli anni dal 2006 al 2008 a seguito di note di credito sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) alquanto sospette. In accordo con quanto rivela l’Agenzia delle Entrate della Regione Emilia-Romagna, queste note di credito presentavano l’emissione nei confronti di altre società del gruppo parmense operante nel settore immobiliare, ma soprattutto avevano un importo troppo elevato in ragione al fatturato complessivo. Ed oltre ai guadagni in nero, ed alle note di credito ingiustificate, i funzionari delle Entrate hanno anche scovato un’opera d’arte inserita nei costi d’azienda ma in bella mostra nel salotto dell’amministratore. Trattasi, in particolare, di un’opera che, con un valore di mercato pari a 115 mila euro, è attribuita ad Abraham Brueghel, un pittore fiammingo, ed era stata inserita come arredo d’impresa.

Tassate le plusvalenze auree di Bankitalia

L’art. 14 del nuovo decreto fiscale varato il 26 giugno dal Governo potrebbe tassare le riserve auree di Bankitalia. In base a quanto riferito dal quotidiano finanziario MF-Milano Finanza, il decreto stabilisce che le plusvalenze iscritte in bilancio derivanti dall’apprezzamento dell’oro siano sottoposte a una tassazione pari al 6%.

Saranno soggetti all’imposta tutti i lingotti, anche quelli depositati presso terzi o risultanti da conti bancari disponibili. Saranno esclusi solamente i lingotti conferiti in adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza alla comunità europea (quindi tutto l’oro della Banca d’Italia, tranne quello conferito alla Bce). Al 31 dicembre 2008, le riserve di Bankitalia ammontavano a 48,9 mld euro, oltre 4 mld in piu’ rispetto al 2007 sui quali si dovrà calcolare l’imposta.