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Lotta del Fisco britannico contro il contrabbando di sigarette

Il Fisco britannico lancia l’allarme contro le sigarette: non si tratta certo di un problema legato alla salute, ma una questione più strettamente economica. Infatti, il traffico illegale di tabacco starebbe sottraendo ogni anno ben 3 miliardi di sterline alle casse del Regno, una cifra altissima, la quale potrebbe invece esser utilizzata per il miglioramento dei servizi pubblici essenziali. L’iniziativa che attuerà il governo inglese al fine di fronteggiare questa piaga è presto spiegata; dopo la massiccia campagna pubblicitaria contro il contrabbando, si è mossa l’agenzia delle entrate britannica, la Hm Revenue & Customs, che ha incaricato numerosi ispettori specializzati di sorvegliare il fenomeno. I compiti di questi ispettori consistono sostanzialmente nell’intercettazione e smantellamento della catena di supporto e distribuzione di quelle merci che eludono il controllo statale.

 


Un danno enorme dal punto di vista economico, come detto, ma anche per la salute delle persone, dato che il tabacco di contrabbando uccide quattro volte di più. Il fisco britannico, comunque, non si limiterà solamente all’ispezione capillare di questo traffico illegale, ma anche di quello dei carburanti (non sono infrequenti i casi in cui viene cancellato il marcatore governativo dai prodotti petroliferi). Soddisfatto è John McManus, direttore operativo del settore investigativo che si occupa di frodi fiscali organizzate:

Le nostre nuove squadre di ispettori andranno alla ricerca di quelle imprese che operano nel campo della vendita illegale di tabacco, alcol e carburanti.

 

Una particolare attenzione verrà prestata al settore ufficiale del commercio al minuto, ma non verranno dimenticati i circuiti paralleli. Le sanzioni saranno molto gravi e pesanti: chi verrà sorpreso a scambiare o vendere merci illegali rischia fino a un massimo di sette anni di carcere e la confisca dei beni sequestrati. La strategia della tolleranza zero adottata dal fisco britannico, tra l’altro, ha già dato i suoi frutti in altri settori del mercato nero: quest’ultimo ha già subito un ridimensionamento dal 21% al 13%.