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La Lega nazionale dilettanti contro la ripartizione del 5 per mille

La Lega Nazionale Dilettanti contesta i criteri fissati dal Ministero dell’Economia per fissare le associazioni sportive dilettantistiche che svolgono una “rilevante attività di interesse sociale” e che possono dunque essere destinatarie del 5 per mille: il decreto non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma sta già destando più di una perplessità all’interno del mondo sportivo. Le maggiori preoccupazioni e dubbi risiedono nel fatto che, come ha già anticipato l’Agenzia delle Entrate pochi giorni fa, col nuovo decreto si riconoscerà l’accesso al contributo a quelle associazioni che sono affiliate agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni; il 5 per mille non verrà invece riconosciuto all’infuori di questa categoria e rimarrebbero così esclusi tutti quei sodalizi che sono affiliati alle diverse federazioni sportive nazionali e alle discipline relative. Il Coni è stato molto preciso al riguardo:

Il testo del provvedimento è sicuramente frutto di un errore e ci stiamo muovendo presso il Ministero dell’Economia per ottenere una modifica del decreto, il quale dovrebbe fare riferimento invece alle varie associazioni dilettantistiche nazionali.

 


C’è però anche da dire che rimane ben poco tempo per cambiare l’orientamento del ministero (il 20 aprile è infatti il termine ultimo per enti non profit e associazioni sportive dilettantistiche per l’invio telematico della domanda per l’inserimento dei possibili beneficiari del 5 per mille 2009). Per essere più precisi, secondo il dettato del provvedimento attualmente in corso, sono ammesse alla ripartizione del 5 per mille per gli anni 2006, 2007, 2008 e 2009, le associazioni sportive dilettantistiche che abbiano anche al loro interno un settore giovanile e che svolgano in prevalenza una precisa attività.

 

Esempi in questo senso sono l’avviamento alla pratica sportiva a beneficio di soggetti di età non inferiore ai 60 anni o di giovani sotto i 18 anni, oppure ancora l’avviamento alla pratica sportiva verso persone svantaggiate per condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari.

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