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Imposta provinciale di trascrizione: le critiche di Federauto

Federauto Trucks, una delle divisioni più importanti della federazione che raggruppa i concessionari automobilistici del nostro paese, ha voluto esprimere la propria opinione in merito alla cosiddetta Imposta Provinciale di Trascrizione: l’ultima manovra economica che il nostro governo ha approntato prevede proprio un incremento di questo specifico tributo, un provvedimento che va sicuramente contro gli automobilisti e che rappresenta in pratica uno dei tanti aumenti del prelievo tributario che colpisce i proprietari di vetture. Quello che la divisione in questione vuole sottolineare è che ci si è dimenticati di citare le conseguenze che potrebbero subire i veicoli di tipo industriale, i quali dovrebbero sopportare addirittura i rincari maggiori.

Il coordinatore della federazione, Massimo Tentori, è stato molto preciso nella sua disamina; a suo parere, infatti, le vetture industriali vivono le stesse difficoltà delle altre auto, in particolare i diversi trattamenti che vengono riservati a seconda della provincia di riferimento. Nel dettaglio, le tariffe della Ipt sono differenti da zona a zona, con un aumento che è stato praticamente identico sia per i veicoli industriali che per quelli commerciali; tra l’altro, chi impone questo tipo di tassazione non fa neanche troppo caso alla distinzione che esiste tra nuovo e usato, visto che le due categorie vantano un valore ampiamente diverso, senza dimenticare i contratti di leasing, dato che questi ultimi vengono a loro volta tassati al momento dell’acquisizione e a quello del riscatto vero e proprio.

Il Gruppo Veicoli Industriali ha anche illustrato alcuni casi pratici che possono aiutare a comprendere meglio la situazione: il classico esempio può essere quello di un trattore stradale, per il quale l’imposta in questione si misura in base alla potenza espressa in chilowatt. Ebbene, se prima della manovra economica il versamento era pari a 196 euro, oggi questo importo è addirittura quadruplicato, superando quota 800 euro, ma lo stesso discorso vale anche per un autocarro a tre assi.