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Germania: Merkel assicura il sostegno ai conti senza tagli alle tasse

I tedeschi rimarranno ovviamente scontenti, ma le priorità del governo di Berlino sono quelle di monitorare in modo costante i conti pubblici; le imposte, infatti, non verranno per il momento tagliate, nonostante la Germania stia attualmente vivendo un’importante fase di accelerazione economica, ma l’attenzione rimane alta. La riduzione del debito interno rimane il principale obiettivo dell’esecutivo teutonico, così come è stato confermato anche da Steffen Seibert, portavoce della cancelliera Angela Merkel. I dati sono piuttosto inequivocabili: per ottenere il consolidamento del bilancio, nel 2010 ci sarà bisogno di contenere fino a quota 60 miliardi di euro (qualcuno parla anche di cifre inferiori) i vari debiti dello Stato, visto che si tratta della prospettiva più incoraggiante nel caso di entrate fiscali in grado di confermare l’attuale trend. Il progetto più importante in tal senso, comunque, rimane sicuramente la semplificazione tributaria e il conseguente taglio delle imposte, una delle principali promesse dell’attuale governo di coalizione e ritenuta la ricetta giusta per far ripartire la quarta economia mondiale.


L’unione tra i due partiti Cdu (il raggruppamento politico della stessa Merkel) e Csu ha intenzione di semplificare enormemente l’intera mole del Fisco: una proposta di questo tipo verrebbe a costare circa 500 milioni di euro, una cifra non indifferente, ma necessaria ai fini economici. Gli ultimi dati macroeconomici parlano di una Germania in ottima salute.

Il forte rimbalzo del prodotto interno lordo (crescita di ben 2,2 punti percentuali nel secondo trimestre del 2010) induce all’ottimismo, ma c’è molta prudenza, visto che non sono pochi a pensare che tale successo sia il risultato del contemporaneo rallentamento delle economie di Stati Uniti e Cina. Sostegno al debito pubblico, riduzione delle tasse e nuove assunzioni: questa nuova era dell’economia tedesca si caratterizza per tre elementi strategici. I risultati sono buoni, ma si guarda con attenzione alla tenuta della congiuntura, finora caratterizzata da una eccessiva incertezza.