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Evasione fiscale per Unicredit, sequestrati 345 mld

Unicredit è stata accusata di evasione fiscale nell’ambito di alcune complesse operazioni che risalgono al periodo 2007-2009. Sembra che queste operazioni non avessero un fondamento economico e l’unico scopo fosse quello di evadere il fisco. Questo é il sospetto del gip di Milano Luigi Varanelli. Su richiesta del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, ha sottoposto a sequestro preventivo 245 milioni di euro depositati dalla banca di Piazza Cordusio preso Banca d’Italia, perchè Unicredit avrebbe posto in essere, insieme a Barclays delle operazioni appunto volte ad evadere il fisco. I sospetti degli investigatori  si concentrano nello specifico sulle operazioni “Brontos” che avrebbero celato dietro dei semplici depositi interbancari tra Unicredit e Barclays delle dichiarazioni fiscali fraudolente.

Sembra che Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, abbia approvato operazioni finanziarie messe in piedi da 17 società lussemburghesi facenti capo a Barclays. I ricavi risultavano come dividendi della banca e quindi non soggetti a imposte, grazie al turbine burocratico che delle volte divengono un passacondotto per gli evasori. Fra gli indagati oltre a Profumo, anche Piccini, Country manager per l’Italia e Stefano Porro manager dell’area active sheet della banca, nella cui sede è stato trovato un documento ritenuto essenziale dagli investigatori: in questi documenti Porro annotava le operazioni svolte definendole proprio come “operazioni di ottimizzazione fiscale”.

Con riferimento alle recenti notizie di stampa che riguardano l’annuncio del piano strategico di UniCredit, la banca conferma che il piano strategico non era fra i punti all’ordine del giorno dell’odierna riunione consiliare e, pertanto, non verra’ diffuso alcun comunicato al riguardo – ha sottolineato in una nota Unicredit -. Come gia’ annunciato stiamo lavorando alla definizione del nuovo piano strategico, valutando una gamma di azioni che possano valorizzare al meglio le potenzialita’ del gruppo, in coerenza con il previsto nuovo quadro regolamentare, le attuali condizioni di mercato e lo scenario macroeconomico generale.