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Evasione fiscale: settore edile, condanna penale a Treviso

Condanna esemplare, in provincia di Treviso, per un imprenditore edile che deve al Fisco la somma rilevante di 3,5 milioni di euro. Per effetto di operazioni atte a sottrarsi in maniera fraudolenta al pagamento delle imposte, l’imprenditore ha incassato la condanna non solo fiscale, ma anche penale a fronte di somme per cui, tra le maggiori imposte rilevate dall’Amministrazione finanziaria dello Stato, le sanzioni e gli interessi, si è arrivati, come sopra accennato, a 3,5 milioni di euro. La condanna è arrivata per tutta una serie di operazioni fraudolente, a partire da quelle “tipiche” di chi tenta di dribblare il Fisco, ovverosia l’inserimento nella contabilità di fatture false al fine di far lievitare i costi e quindi pagare meno tasse; le fatture in questione, emesse da imprenditori non solo trevigiani, ma anche dell’area del Nord Italia, sono risultate essere associate ad operazioni inesistenti.

Inoltre, in accordo con quanto rivela la Direzione dell’Agenzia delle Entrate della Regione Veneto con una nota, il titolare dell’impresa edile in Provincia di Treviso, al fine di sottrarre gli asset all’esecuzione forzata avviata dalla società di riscossione Equitalia, aveva addirittura simulato la vendita del proprio patrimonio immobiliare.

Per quel che riguarda la falsità delle fatture inserite a bilancio, la Direzione dell’Agenzia delle Entrate della Regione Veneto sottolinea come la Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Treviso sia sempre riuscita in sede di giudizio a dimostrarlo anche avvalendosi, tra le altre prove evidenziate e portate in contenzioso, dei patteggiamenti che in sede penale sono stati ottenuti dalle persone coinvolte in questo “giro fraudolento” di documenti contabili fasulli. E così, in base al reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, l’imprenditore edile è stato condannato a nove mesi di reclusione oltre, tra l’altro, al risarcimento delle spese ed alle relative pene accessorie; tra queste è scattata anche l’interdizione dagli uffici direttivi di persone giuridiche.