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Evasione fiscale edilizia: Marche, Entrate recupera quasi tre milioni

Nella Regione Marche, ed in particolare nel Comune di Senigallia, in Provincia di Ancona, l’Ufficio delle Entrate è riuscito a recuperare quasi tre milioni di euro da un’operazione antievasione nel settore edile dopo che i funzionari del Fisco, attraverso un minuzioso lavoro di ricostruzione contabile dei costi di competenza e dei ricavi, riferiti ad alcuni cantieri, sono risaliti alla mancata contabilizzazione dei ricavi, unitamente a costi inesistenti, per l’anno di imposta 2006. I quasi tre milioni di euro recuperati dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate del Comune di Senigallia (AN) derivano da maggiori imposte accertate in materia di imposta sul valore aggiunto (Iva), imposta sul reddito delle società (Ires) ed imposta regionale sulle attività produttive (Irap) cui vanno aggiunte chiaramente anche le relative sanzioni. Nel dettaglio, i funzionari del fisco sono risaliti ai costi inesistenti ed ai maggiori ricavi non dichiarati in base a delle anomalie che sono state riscontrate nelle scritture contabili, e che nello specifico riguardavano i rapporti di natura commerciale che venivano intrattenuti con altre aziende del comparto edile appaltatrici sulle quali, a loro volta, sono scattati i controlli fiscali.

Le operazioni contestate dal Fisco hanno riguardato gli immobili venduti che, in molti casi, presentavano un valore di cessione non solo inferiore a quello di mercato, ma addirittura anche a quelli che vengono ricavati attraverso la  banca dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (O.M.I.).

Di conseguenza, in accordo con quanto mette in evidenza la Direzione regionale delle Entrate Marche con una nota, i funzionari del Fisco, attraverso una ricostruzione di tipo analitico/induttiva, hanno determinato il valore reale degli immobili venduti con la conseguente esistenza di pagamenti in nero che corrispondono ovviamente a ricavi che non sono stati contabilizzati. Dei quasi tre milioni di euro tra tasse e sanzioni da pagare, il Fisco ne ha già incassati da un’impresa edile coinvolta ben 650 mila euro, mentre per le altre aziende coinvolte è scattato il sequestro conservativo dei beni o, in alternativa, il rilascio di una polizza fideiussoria, a seguito del via libera all’applicazione delle misure cautelari dato dalla Commissione Tributaria Provinciale di competenza.