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Evasione fiscale: contrasto più efficiente con l’incrocio dati Tarsu

Il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani può essere fatale per quei contribuenti con il “vizietto” dell’evasione, specie se trattasi di imposte non pagate nel campo della locazione immobiliare. Periodicamente, infatti, sia le società concessionarie, sia gli Enti locali, provvedono a comunicare i dati acquisiti sulla Tarsu all’Agenzia delle Entrate. E proprio nei giorni scorsi, tra l’altro, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a concedere una proroga a Comuni e società concessionarie nell’obbligo di invio dei dati sulla tassa sui rifiuti solidi urbani relativamente agli anni solari 2007 e 2008. Per l’inoltro dei dati c’è ora tempo per le Amministrazioni locali fino al prossimo 31 ottobre 2009, quando, nell’ambito dell’attività di gestione dei rifiuti, dovranno essere comunicati i dati catastali di ogni singolo immobile unitamente a quelli identificativi sia dei detentori, sia degli occupanti. Una volta acquisiti, nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione fiscale, ed in particolar modo, come accennato, per quella nell’ambito delle locazioni immobiliari, i dati potranno essere incrociati con quelli che mette a disposizione l’Agenzia del territorio.

Quella sui rifiuti, ai primi posti in classifica tra le tasse più “odiate” dagli italiani, è quindi una vera e propria cartina al tornasole su possibili fenomeni potenzialmente evasivi visto che la Tarsu si paga in funzione dell’ampiezza dei locali. Ma cosa accade quando non solo si affittano gli immobili in nero, ma non si paga neanche la tassa sulla spazzatura? Ebbene, quello che accade è che a rimetterci sono in genere sempre e comunque i contribuenti onesti.

Il caso lampante e recente è dato dalla città di Palermo, dove si stima che quattro contribuenti su dieci non paghino la Tarsu, con la conseguenza che i restanti sei la pagano anche per gli evasori che magari abitano nello stesso palazzo. E invece di contrastare l’evasione, a quanto pare a Palermo per la tassa sui rifiuti spirano venti di aumenti dell’ordine del 30%; oltre al danno quindi, anche la beffa, specie se si considera che non sempre si riescono a recuperare a Palermo le imposte evase, neanche quando sono iscritte a ruolo!

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