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Evasione fiscale: troppi gli accertamenti senza riscossione

 Nel nostro Paese è anche e soprattutto l’inefficienza della macchina della riscossione ad incentivare l’evasione fiscale. Questo è quanto, in particolare, sostiene l’Associazione Contribuenti.it in virtù del fatto che in Italia il Fisco riesce ad incassare in media solamente il 10,4% degli importi accertati, mentre in Paesi come l’Inghilterra e gli Stati Uniti le percentuali vanno a superare il 90%. In base ad un rapporto annuale che, attraverso lo Sportello del Contribuente, Contribuenti.it ha presentato nei giorni scorsi a Bari, l’Italia in materia di riscossione tributi è di conseguenza maglia nera nel Vecchio Continente a causa, come accennato, dell’inefficienza degli esattori ma anche della bassa qualità dei servizi che vengono erogati dalla pubblica amministrazione. Nel dettaglio, le ultimissime stime parlano di un’evasione che annualmente oscilla tra i 125 ed i 163 miliardi di euro tra imposta sul valore aggiunto (Iva), imposte dirette ed imposta regionale sulle attività produttive (Irap).

Di questa montagna di tasse non pagate, in accordo con quanto mette in risalto Contribuenti.it, lo scorso anno sono state accertate tasse non pagate per un controvalore pari a 26,34 miliardi di euro, ma di queste solo poco più del 10% è stato riscosso attraverso l’iscrizione a ruolo, o attraverso l’adesione ad istituti come quelli dell’acquiescenza e dell’accertamento con adesione; di contro, l’erario ha accusato un danno pari a ben 23,6 miliardi di euro di tasse che non ha incassato e che corrispondono all’89,6% del totale delle imposte iscritte a ruolo. Ma come mai ogni anno l’Erario si porta dietro una montagna di tasse che, pur essendo iscritte a ruolo, non vengono pagate dai contribuenti?

Ebbene, dal rapporto dello Sportello del Contribuente è emerso che i cittadini e le imprese bollano come “iniqui” e “vessatori” i metodi utilizzati per la riscossione che, tra l’altro, fanno uso di mezzi che, senza alcuna giustificazione, risultano essere in maniera sproporzionata alquanto coercitivi. Basti pensare al fenomeno delle cosiddette cartelle pazze che arrecano al contribuente disagi, rischi di pignoramento dei beni ed accensione di ipoteche sugli immobili.

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