Tra crisi economica e pressione fiscale gli italiani sono sempre più in difficoltà con le “faccende quotidiane”, tanto da ridurre la spesa anche per alimenti e beni di prima necessità, facendo più attenzione al prezzo e meno alla qualità in certi casi. Se il mercato al dettaglio ha subito un cambiamento tanto drastico da essere visibile, cosa è successo invece sugli investimenti e sui mutui legati all’immobiliare? Gli investimenti non sono rallentati poi molto, visto che chi prima investiva continua a farlo in un modo o nell’altro e chi invece era fuori dal mondo finanziario continua ad esserlo. Diverso invece il discorso legato ai mutui immobiliari, dove il crollo è stato importante, tanto da far riflettere sull’effettiva posizione dell’Italia e degli Italiani.
Nel primo trimestre del 2012 il crollo di richieste dei mutui immobiliari è stato pari al 47%. I mutui ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, sostituzione e surroga sono scesi dell’80% nei primi tre mesi del 2012 (mentre nel 2011 sono calati del 24,9%). Scende anche l’importo coperto; il calo interessa anche i mutui all’80% del valore dell’immobile, che gia nel 2011 rappresentavano solamente il 5% del totale.
L’orientamento conservatore e difensivo delle famiglie italiane sceglie poi il tasso fisso e misto rispetto al variabile; a tutela di eventuali rialzi dei tassi (che in caso di espansione economica saranno inevitabili) si preferisce la certezza di un tasso costante nel tempo, sopratutto ora che i mercati spaventano le famiglie italiane vista la volatilità ed i continui cambi di scena. Su questo punto però l’Italia è divisa; le sottoscrizioni di mutui a tasso variabile sono ancora sostenute, anche per il fatto che negli ultimi mesi la situazione è rimasta pressochè invariata e la sottoscrizione di un tasso variabile continua ad avere condizioni estremamente favorevoli allo stato attuale.
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